16:20Tribù in marcia verso Tripoli contro Gheddafi 98 –Quattro delle principali tribù libiche, spina dorsale del sistema, stanno marciando su Tripoli per unirsi alla rivolta contro il colonnello Gheddafi. Lo afferma all'Ansa, citando fonti dalla Libia, un esule libico che ha chiesto l'anonimato per paura di rappresaglie contro la famiglia rimasta nel paese maghrebino. La defezione delle tribù è un durissimo colpo per il regime che, secondo l'esule, "è stato già mollato dall'esercito". "L'esercito - ha aggiunto, - non esiste praticamente più, numerose fonti mi confermano che il capo delle forze armate ha rifiutato di cooperare alla repressione e ordinato ai suoi uomini di non sparare". E il sud è ormai praticamente "libero, fuori dal controllo di Gheddafi".
15:58Nicotra (Prc): "Frattini complice dei massacratori" 93 –"Frattini è recidivo. Fino all'ultimo ha sostenuto il regime di Ben Alì in Tunisia e immemore di quella lezione oggi è l'unico ministro degli esteri europeo che sostiene il regime agonizzante di Gheddafi. Qui siamo oltre l'incapacità di gestire la politica estera, siamo ad una aperta complicità con i massacratori che cercano disperatamente di affogare nel sangue le aspirazioni di libertà e giustizia sociale del popolo libico". Lo denuncia Alfio Nicotra, della direzione nazionale delPprc e responsabile pace e movimenti del partito.
15:55Fidh: le vittime sono fra 300 e 400 91 –Secondo la Federazione internazionale per i diritti umani, Fidh, i morti in Libia dall'inizio delle contestazioni contro Gheddafi sarebbero tra i 300 e i 400 "per una cifra più vicina ai 400 che ai 300". L'altra ong, Human Rights Watch aveva calcolato in mattinata un bilancio di 233 morti.
15:54Testimone: "Migliaia nella piazza Verde a Tripoli" 90 –Un testimone riferisce che migliaia di persone si stanno radunando sulla Piazza Verde a Tripoli. "In queste ore migliaia di cittadini starebbero affollando Piazza Verde, la ex Piazza Italia", ha riferito il testimone, che ha chiesto di rimanere anonimo.
15:26Polizia in fuga da al Zawiya, città nel caos 88 –Polizia e forze di sicurezza sono fuggite in massa da al Zawiya, località della Libia occidentale situata qualche decina di chilometri a ovest di Tripoli, lungo l'arteria che conduce alla frontiera con la Tunisia: lo hanno riferito testimoni oculari arrivati nella città di confine tunisina di Ben Guerdane. Da allora, hanno raccontato, la città è completamente piombata nel caos: "Negli ultimi due giorni ci sono stati scontri tra sostenitori e avversari di Muammar Gheddafi, e così i poliziotti sono scappati intorno a mezzogiorno di ieri", hanno spiegato.
15:11Quryna: ministro giustizia si è dimesso 87 –Secondo il quotidiano Quryna il ministro della Giustizia libico si è dimesso in segno di protesta contro l'uso eccessivo della forza nei confronti dei manifestanti
14:59Ong: diverse le città in mano ai rivoltosi 85 –Sarebbero ormai numerose le città della Libia finite sotto il controllo dei rivoltosi che protestano contro il regime di Muammar Gheddafi: lo ha affermato l'Ifhr, la Federazione Internazionale per i Diritti Umani, un'importante Ong con sede a Parigi La loro caduta è stata agevolata dalla diserzione, o dalle semplice fuga, della maggior parte dei militari appartenenti ad alcune unità dell'Esercito, in qualche caso convintisi a cedere dalle indiscrezioni su una presunta fuga dal Paese del leader libico.
14:45Testimone: ad Al Zawiyah esercito si unisce a manifestanti 82 –"Le unità dell'esercito libico presenti nella città di al-Zawiyah si sono uniti a noi manifestanti contro Muammar Gheddafi". E' quanto ha affermato Sula al-Azibi, un manifestante della città di al-Zawiyah, 30 chilometri ad ovest di Tripoli, nel corso di un collegamento telefonico con la tv Al Jazeera. "I soldati e gli ufficiali presenti in città si sono uniti a noi -ha affermato- ora abbiamo anche i loro carri armati. Abbiamo saputo che elicotteri militari stanno sorvolando Tripoli ed aprono il fuoco sui manifestanti".
14:31Proteste a Ras Lanuf, sito petrolifero 78 –Proteste anti-governative sono in corso nel sito petrolifero di Ras Lanuf: lo riferisce il sito del giornale Quryna. 14:31Eni, rimpatrio familiari dei dipendenti e personale non operativo 77 –E' in corso il rimpatrio sia dei familiari dei dipendenti dell'Eni dalla Libia, come già previsto a seguito della chiusura anticipata delle strutture scolastiche nel Paese, sia dei dipendenti non strettamente operativi del gruppo petrolifero. Lo comunica l'Eni. "In questo momento - dice una nota - Eni non ravvisa alcun problema agli impianti e alle strutture operative. Le attività proseguono nella norma senza conseguenze sulla produzione. Eni, tuttavia, sta provvedendo a rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza a tutela di persone e impianti".
13:59Bonelli (Verdi): "Frattini sembra ambasciatore di Gheddafi" 73 –"Siamo scandalizzati ed indignati dalle parole del ministro Frattini che parla piu' come se fosse l'ambasciatore di Gheddafi che il ministro degli Esteri italiano. Sarebbe il caso che si presentasse subito in Parlamento una mozione di sfiducia nei confronti di un ministro che mentre c'erano i tumulti in Tunisia era impegnato a cercare le carte della presunta casa del cognato di Fini a Montecarlo, mentre c'era la rivoluzione in Egitto era impegnato a preparare il ricorso alla Corte europea contro i giudici che indagano su Berlusconi e che oggi tace sulle stragi in Libia". :53In un video su Youtube Gheddafi fugge a Sebha 71 –Un video su YouTube mostrerebbe la fuga di Gheddafi con i suoi fedelissimi nella città desertica di Sebha, centro meridionale della Libia. Nel video, messo in rete il 20 febbraio, si vede quello che sembra un corteo presidenziale con oltre 75 fuoristrada, blindati, due pullman e due auto della polizia sfrecciare ad altissima velocità.
13:52In fiamme stazione di polizia a Tripoli 70 –Una stazione di polizia alla periferia est della capitale libica Tripoli è in fiamme. Lo afferma un giornalista della Reuters
13:47In mano alla protesta anche Gialo, città nel deserto 68 –Oltre a Bengasi e Beida sarebbe caduta nelle mani dei ribelli anti-regime almeno un'altra città della Libia: si tratta di Gialo, situata in pieno deserto libico circa 400 chilometri a sud della costa della Cirenaica. Lo ha dichiarato all'emittente 'Ntv' di Istanbul un cittadino turco, Mustafa Karaoglu, che lavora a Gialo insieme a centocinquanta connazionali. "Il controllo della città è completamente nelle mani della popolazione", ha raccontato "non ci sono forze di sicurezza nè polizia. Siamo alla mercè della folla". Karaoglu ha riferito come la comunità straniera, circa 350 persone su un totale di quattromila abitanti, è stata costretta ad asserragliarsi nelle proprie case o addirittura negli uffici per sfuggire alla rabbia dei manifestanti. "Non ci lasciano uscire", ha confermato un altro espatriato turco, Ferhat Karsli. "Gialo è sotto il controllo degli oppositori. Alcune aziende sono state incendiate. Non abbiamo cibo da due giorni, l'acqua è quasi finita e il combustibile anche"
13:40Roma, proteste davanti ambasciata libica: Berlusconi sapeva 66 –"Berlusconi fermo di fronte al massacro del popolo libico". Con questo slogan alcune decine di manifestanti libici e nordafricani hanno protestato oggi a Roma di fronte all'ambasciata della Libia chiedendo a gran voce che il governo italiano "rompa il silenzio" di fronte al "massacro" ordinato dal "dittatore" Gheddafi. "L'Italia e l'Ue sapevano benissimo come funzionano le cose in Libia. Siamo preoccupati per questo silenzio. Berlusconi non può liquidare la faccenda con un 'non disturbo'" "
–"Il Governo italiano dovrebbe dire al rais della Libia che non si spara sulla gente inerme, e andrebbe detto lì, in Bahrein, in Iran". E' la richiesta fatta dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al Governo italiano. Secondo la Camusso, il Governo "deve avere il coraggio di non anteporre teoriche amicizie personali al ruolo che un paese deve avere, che è quello che non si spara mai sulla folla inerme"
12:34Al Jazeera: Anche Tarhouna in mano ai manifestanti 45 –La città di Tarhouna, in Tripolitania, è caduta in mano ai manifestanti, secondo quanto afferma la tv satellitare al Jazeera citando un attivista libico, Khaled al Tarhouni. Sempre secondo la stessa fonte tutte le Forze dell'ordine si sarebbero unite ai ribelli in numerose città.
12:33Figlio di al Mukhtar fra i manifestanti a Bengasi 44 –Lo sceicco Mohamed Omar al-Mukhtar, l'anziano figlio dell'eroe della resistenza libica alla colonizzazione italiana, si trova questa mattina tra i manifestanti scesi in strada a Bengasi, nella parte orientale della Libia. Secondo quanto riferisce il sito informativo libico 'al-Manara', nonostante i suoi 82 anni, al-Mukhtar ha tenuto un discorso ai manifestanti annunciando la sua adesione alla protesta contro Muammar Gheddafi. 11:33Al Jazeera: Agenti di polizia responsabili dei saccheggi a Tripoli 33 –Sarebbero agenti della polizia e della sicurezza libica i responsabili dei saccheggi di questa mattina alle sedi istituzionali di Tripoli. Secondo testimoni, citati dalla tv araba al Jazeera, alcuni agenti della sicurezza, avrebbero abbandonato il loro lavoro a causa dello stato di anarchia in cui è caduta la città, compiendo razzie e saccheggi. In particolare sono state saccheggiate le sedi di alcune banche cittadine.
1a Tripoli 29 –L'emittente satellitare araba Al Jazeera riferisce che la rivolta ormai dilaga anche nella capitale libica. Secondo fonti ospedaliere citate dalla televisione nella sola giornata di oggi ci sarebbero 61 morti nella capitale. 11:06Fonti opposizione: Gheddafi ancora in Libia
10:32Testimoni: "A Tripoli soldati si uniscono ai manifestanti" 25 –Testimoni oculari hanno detto che a Tripoli soldati si sono uniti ai manifestanti anti-Gheddafi. Lo riferisce al Jazeera.
10:20Palazzo del governo in fiamme a Tripoli 23 –Il palazzo del popolo, uno dei principali edifici del governo, è in fiamme nel centro della capitale libica Tripoli. Lo hanno riferito fonti giornalistiche presenti alla scena, secondo cui "ci sono numerosi vigili del fuoco che stanno tentando di estinguere" il rogo
10:01Tribù minaccia flusso petrolio verso l'Europa 21 –La tribù libica Azaweya minaccia di danneggiare i flussi di petrolio verso l'Europa se i paesi membri non interverranno in sostegno dei manifestanti che da giorni protestano contro il leader Muammar Gheddafi. E' quanto riporta il sito web Libya Today.
09:42Lavoratori bloccano impianto petrolifero nel sud 17 –I lavoratori dell'impianto petroliefro di al-Nafura, nel sud della Libia, hanno deciso di entrare in sciopero in segno di protesta contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi. Secondo quanto riporta la tv satellitare 'al-Jazeera mubasher' che ha aperto un filo diretto con i telespettatori dedicando uno speciale su quanto sta accadendo nel paese nord africano, l'impianto petrolifero di al-Nafura è completamente fermo ed i lavoratori si rifiutano di proseguire l'estrazione del greggio.
15 –La sede di una tv a Tripoli è stata saccheggiata e nella capitale libica alcuni edifici pubblici sono stati dati alle fiamme. Lo riferiscono testimoni.
09:11Human Rights Watch: 233 i morti accertati in Libia 13 –Sono in tutto almeno 233 i morti accertati in Libia dal 17 febbraio scorso a causa degli scontri tra forze di sicurezza e manifestanti che protestano contro il regime di Muammar Gheddafi: lo ha reso noto 'Human Rights Watch'. Stando all'organizzazione umanitaria americana, sarebbero per lo meno sessanta le persone uccise finora nella sola Bengasi, seconda città del Paese
08:54Nell'assalto al cantiere 18 stranieri feriti 11 –E' di 18 lavoratori asiatici feriti il bilancio degli scontri registrati nella notte a Tripoli, dove un gruppo di rivoltosi armati ha attaccato un cantiere di una società della Corea del Sud. Lo ha riferito l'agenzia d'informazione 'Yonhap', citando un comunicato del ministero degli Esteri di Seul.
. Il bilancio ufficioso parla di almeno 285 morti e 700 feriti a Bengasi, seconda città del Paese, principale teatro delle manifestazioni contro il leader. Alcune unità dell'esercito avrebbero disertato unendosi ai rivoltosi.
07:04Assaltato cantiere di una impresa straniera 4 –Centinaia di manifestanti libici hanno attaccato a due riprese un cantiere edile a Tripoli, gestito da una compagnia della Corea del Sud. .
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