PALAZZO MARINO “OMAGGIATO” DEL LANCIO DI ARANCE-SCARTI ALIMENTARI E DALLE GRIDA “SIETE DEI CORROTTI,DIMISSIONI”
Dopo l’irruzione al PAt il Comitato abitanti S. Siro e cs Cantiere irrompono in Piazza Scala al suono di pentole e casseruole varie. Ragazzi, bambini, occupanti di case, studenti, tutti insieme a tappezzare la linea Maginot di transenne messe a protezione dei corrotti del Comune, così come la fontana e la statua.
Tanti gli striscioni e i messaggi della piazza, “Sanatoria ora!”, “Blocco immediato degli sfratti” “20 ANNI DI GOVERNO B. loro stipendi milionari, pluripoltrone, ville ad Antigua, affittopoli, bunga bunga e magna magna PER NOI NEANCHE LE BRICIOLE! que se vayan todos!” “Consiglio comunale è aperto alla cittadinanza! Vogliamo entrare!” “10.000 morti e Berlusconi è complice dittatori tiranni e mafiosi que se vayan todos Libya wants freedom”.
Il tutto condito da un continuo lancio di arance, “buone e non marce come chi siede sugli scranni del Consiglio”-come sottolineato dai microfoni-, e ortaggi -questi si scarti di mercato-, che raggiungevano il portone d’ingresso, prontamente chiuso dai solerti poliziotti. E un continuo battere di pentole e fischietti, intervallati da slogan e invettive contro Pdl e Lega, Moratti e De Corato, fino a Berlusconi il cui senso si può sintetizzare così: “voi corrotti e ladri e Noi ci Cacceremo via”.
In piena sintonia con le parole d’ordine di questo presidio lo striscione che il circolo proletari comunisti ha portato “solo il vento di una rivolta popolare li caccerà”, unica presenza solidale e visibile con la mobilitazione. Sparsi qua e là militanti di Sinistra Critica, qualche sindacalista di USB e di altri Comitati per il diritto alla casa. La politica di centrosinistra ha lasciato gli scranni del Consiglio ed è scesa in piazza, ma non per solidarizzare coi manifestanti, ma perché allarmata dall’annuncio che si era levato dai microfoni “è un Consiglio aperto e noi adesso entriamo” , che forse un solerte digossino gli aveva comunicato. Forse il solerte digossino che ha dato vita ad una scena esilarante e allo stesso tempo di “fedele” servitore, cioè ha preso in mano una scopa e si è messo a togliere le arance e gli ortaggi piovuti davanti al portone. L’invito di Maiorino (PD) e company di provare a far salire una delegazione che parlasse con l’opposizione è stato rispedito al mittente. E allora si è provato ad entrare e lì la tensione è salita. Il nutrito, esageratamente tanto, numero di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa ha fatto andare i manganelli e accennato ad una carica. Quindici minuti in cui nessuno è scappato e dove i poliziotti e caramba si sono presi “vergognatevi difendete dei Papponi” “andate a prendere la paga ad Arcore”.
Poco dopo il presidio si è sciolto ma con la promessa che “questo è solo l’inizio”. Qualche compagno ha commentato che “non bisogna solo provarci ad entrare, ma bisogna farlo davvero, non è un film”. Giusto ma provare ad assediare, per poi sloggiare, i palazzi del Potere è la strada giusta, e solo unendosi con chi lo fa si costruisce la forza per cacciarli. Basta guardare l’esempio delle masse arabe che si sono ribellate ai Tiranni e non mettersi alla fiestra a fare “le pulci”.
Circolo proletari comunisti Milano
24-02-011
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