lunedì 21 febbraio 2011

pc quotidiano 21 febbraio - manifestazione a roma in solidarietà con le masse libiche contro il macellaio Gheddafi e Berlusconi suo complice

Manifestazione degli immigrati
"Fermate il massacro libico"Un gruppo di lavoratori immigrati ha esposto striscioni sotto l'ambasciata di Tripoli di via Nomentana. Il sit-in è stato organizzato spontaneamente da un gruppo lavoratori immigrati libici e ha ricevuto il sostegno dei partiti della sinistra
"Fermate il massacro libico. Fuori Gheddafi macellaio": questo uno degli striscioni esposti da questa mattina al presidio in corso sotto l'ambasciata della Libia di via Nomentana 365, organizzato spontaneamente da un gruppo lavoratori immigrati libici e che ha ricevuto il sostegno dei partiti della sinistra. Donne e uomini che tra slogan e pianti chiedono la fine delle violenze.

LA PROTESTA

"Questa della Libia non è stata una rivolta improvvisa - ha detto Suela impiegata di banca di nazionalità libica - da anni il popolo soffre specialmente nella parte est, l'esempio della rivolta in Tunisia e in Egitto ci ha dato forza". "Oggi siamo qui per dare solidarietà a tutto il mondo arabo - ha detto Foad Aodi presidente della comunità del mondo arabo in Italia - i giovani libici si sono ribellati contrariamente ai loro genitori e grazie a facebook ai blog e ai nuovi strumenti di comunicazione hanno fatto giungere un messaggio di dignità e di libertà. L'Unione europea non può fare finta di niente cosi come il governo italiano non può dire 'non disturbo': deve disturbare invece perchè non può ridurlo a un mero problema di immigrazione. Quello che ci aspettiamo è che chi vada al potere venga scelto dal popolo".

Proprio contro il capo del governo italiano gli immigrati libici hanno esposto uno striscione: "Berlusconi sei fermo di fronte al massacro del popolo libico. Libia libera". Tra i manifestanti anche un giovane venuti pochi giorni fa a cui scadrà il visto tra poco per cui dovrà tornare nel suo paese: "Domani tornerò in Libia e se morirò sarà sempre meglio che vivere sotto quel regime". Al presidio partecipano alcune decine di persone che occupano il marciapiede antistante l'ambasciata.

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