giovedì 24 febbraio 2011

pc quotidiano 24 febbraio - "Non vogliamo la fine di Gheddafi" parola di Lamberto Dini, presidente commissione Esteri del Senato

“I massacri dei civili sono inaccettabili ma non vogliamo la fine di Gheddafi”

Bando alle chiacchiere ufficiali del governo... Questo è parlare chiaro!

In questa intervista riportata dal quotidiano la Repubblica di oggi l’onorevole Lamberto Dini, tanto onorevole quanto lo possono essere i membri di questo governo, da Berlusconi in giù, non si vergogna (come non si vergognò della riforma delle pensioni che porta il suo nome e di tante altre cose) di ammettere cosa pensa davvero il governo di Gheddafi! E anche lui come il resto del governo non è interessato ai morti se non per “evitare l’isolamento internazionale”.

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stralci...

Domanda: Onorevole Lamberto Dini, lei che è presidente della commissione Esteri del Senato, vuole spiegare perché nei giorni scorsi il premier Berlusconi ha evitato di “disturbare” Gheddafi mentre iniziava il massacro dei manifestanti e, solo adesso, ultimo Paese in Europa, l’Italia condanna le violenze del regime libico?

Risposta: “Siamo stati colti di sorpresa dalla rivolta che si è sviluppata in Cirenaica. Anche Gheddafi non si aspettava la protesta del suo popolo. Non potevamo immaginare quale scontento covasse nel Paese.”

[Chi sta al governo non si aspetta mai quanto scontento cova nel Paese...]

D: Cosa succederà adesso?

R: “Il Paese ‘è diviso in due: la Cirenaica, in mano ai rivoltosi, e la Tripolitania controllata dal regime. Dicono che a Tripoli la situazione sia tranquilla.”

D: Non sembra così: continuano gli scontri. E a Bengasi proseguono i bombardamenti.

[Tocca al giornalista con santa pazienza ricordargli che non è così!]

D: Berlusconi e Frattini hanno evitato di prendere posizione, mentre adesso condannano le violenze, voltando la faccia all’amico libico. L’Italia ora auspica la fine di Gheddafi?

R: “L’Italia non auspica la fine di Gheddafi, non abbiamo ragioni per volere la caduta di un leader che oggi intrattiene buoni rapporti con tutta la comunità internazionale. Certo, la repressione è inaccettabile, e se Gheddafi continua a percorrere questa strada, segnerà la sua fine.”

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