domenica 20 febbraio 2011

pc quotidiano 20 febbraio - genova G8 10 anni dopo - saranno due i cortei a genova

comunicato stampa
Un mese di “mobilitazione” e, il 23 di luglio, un grande corteo: a dieci anni di distanza, Genova si prepara a ricordare i fatti del G8, quando la città fu sconvolta da quattro giorni di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, dal 19 al 22 di luglio del 2001, culminati con la morte del manifestante Carlo Giuliani e le violenze della Diaz.
Ne hanno parlato oggi nel capoluogo ligure, nella sala Chiamata della Culmv, i rappresentanti di Fiom, Arci e Cgil, insieme con ambientalisti e altre realtà: «Genova deve servire per ritrovarsi e costruire delle reti», ha spiegato Vittorio Agnoletto, all’epoca portavoce del Genoa Social Forum.
Dunque, non sarà una semplice «celebrazione», come ha osservato Alessandra Mecozzi della Fiom, «ma un’occasione di confronto». In quest’ottica, lo stesso Mecozzi ha proposto due incontri sulle lotte nelle fabbriche, una giornata sui migranti e un grande corteo, il 23 di luglio, che si concluda vicino al mare, attorno a un palco ribattezzato Palco del Mediterraneo: sarà il momento conclusivo di un mese di convegni, mostre e incontri. Per non dimenticare.


l'appello alternativo proposto da RED BLOCK in discussione in alcune sedi del movimento
in aprile assemblea nazionale


Appello verso Genova 2011.





Sono passati quasi 10 anni dal G8 di Genova del luglio 2001. quelle giornate sono state caratterizzate da una enorme mobilitazione di massa di centinaia di migliaia di persone principalmente giovani ribelli provenienti da tutto il nostro paese ma non solo.
Genova 2001 rappresenta una svolta storica del nostro paese sia nel “nostro campo” sia in quello del nemico: la borghesia imperialista. Da quel momento lo stato di polizia italiano ha sperimentato la propria stessa strutturazione e uso della repressione organizzato e sistematico contro un enorme movimento sociale, in quei giorni le forze repressive in divisa hanno attaccato sistematicamente i cortei che manifestavano pacificamente il loro dissenso, i punti di raccolta e di ristoro dei manifestanti. Anche la tortura all’interno delle caserme è stata praticata in maniera sistematica.
Nel nostro campo invece si è visto l’ingresso di una nuova generazione giovanile che ha fatto il suo ingresso nella politica di movimento, una generazione che ha deciso di alzare la testa e che di fronte alle cariche dei servi in divisa non è indietreggiata ma ha contrattaccato, una generazione che per il cambiamento sociale è pronta anche a sacrificare la propria vita e che non ha paura degli assassini in divisa. Uno dei migliori figli di questa generazione ha perso la vita a Genova, uno di noi, come noi un compagno deciso e convinto delle proprie idee, non di certo un eroe o un ragazzo da mitizzare ma sicuramente il simbolo dei giovani ribelli presenti a Genova.
Dopo 10 anni molte cose sono cambiate, lo stato italiano si è sempre di più irreggimentato, dopo Napoli e Genova 2001, governi di diverso colore politico sono andati avanti nell’attacco del diritto dei lavoratori dei giovani, degli studenti, degli immigrati, delle donne e quando i soggetti sociali danno un accenno di organizzarsi nelle lotte la repressione è pronta a colpire gli antifascisti, gli studenti e lavoratori organizzati, le comunità locali ecc.
M in questi 10 anni abbiamo anche visto 3 grossi movimenti studenteschi contro i governi di turno, ognuno è stato meglio dell’altro per partecipazione, forza esercitata, parole d’ordine e radicalità. Quello tutt’ora in corso è ad un livello superiore in questo senso rispetto all’onda del 2008. sui posti di lavoro i lavoratori e gli operai ancora non sono ad un livello organizzativo come il movimento degli studenti ma iniziano a sfiduciare i sindacati ufficiali in particolare quelli collusi in maniera più evidente con i padroni come cisl e uil.
Genova e non solo ha dimostrato anche che non si ci può opporre ai progetti dell’imperialismo e del capitalismo in generale per mezzo di passerelle di movimento chiamate social forum. In questi anni si è formato un vero e proprio ceto politico di movimento nazionale e internazionale dedito solo a organizzare queste inutili kermesse, per noi essi sono parte del problema.
In questi 10 anni i giovani e i lavoratori di tutto il mondo hanno lanciato grandi segnali di resistenza contro l’imperialismo e non solo. Pensiamo al movimento studentesco europeo nel suo insieme, le garndi battaglie in francia precedute dalla rivolta dei giovani proletari delle banlieues in francia nel 2006, gli studenti in uk, spagna, in germania e nell’est europa, i giovani indipendentisti baschi e irlandesi che non cedono di un centimetro di fronte all’occupante, agli studenti americani, canadesi, del maghreb e cosi via alle lotte operaie che dai paesi imperialisti come in francia, usa, uk est europa, cina. Ultimo in ordine cronologico il grande movimento giovanile in grecia che fusosi con le proteste di operai e lavoratori mette quotidianamente in scacco i governi della borghesia ed il suo stato Anche nei paesi oppressi dall’imperialismo, lo sviluppo delle lotte di liberazione nazionale e anti-imperialiste in palestina, irak, Afghanistan, kashmir ecc, le guerre popolari che dirette da partiti rivoluzionari fanno enormi passi in avanti principalmente in india, filippine e perù ma che non accennano ad indietreggiare in turchia e nepal. Movimenti rivoluzionari si sviluppano in tutta l’america latina e il sud asia. In questo quadro ciò che è avvenuto a genova nel 2001 non può essere visto come un problema nazionale figuriamoci locale bensì internazionale. Per questo facciamo appello a tutti i giovani ribelli, proletari e rivoluzionari del nostro paese e di tutto il mondo, al movimento operaio internazionale, al movimento delle donne e a tutti i movimenti, di costruire una grande mobilitazione internazionale a genova per il 20 luglio 2011 non per commemorare ma neanche per dimenticare, noi non perdoniamo e vogliamo vendetta!
Verso un assemblea nazionale dei giovani ribelli,antifascisti,rivoluzionari

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