Anche a Bagnoli è in atto un processo inerente la “Bagnoli futura”. Si tratta di un processo farsa che in primo grado non ha comportato condanne gravi, hanno addirittura derubricato i reati come “non intenzionali”, ma casuali, determinati dall'incapacità dei manager di questa trasformazione urbana. E' un processo che si sta svolgendo in una certa indifferenza, scarsa partecipazione ed essendo avvenuto post chiusura non ha un coinvolgimento della popolazione né degli ex lavoratori.
Sui soldi sprecati a Bagnoli, buona parte dei fondi li
ha sprecati proprio la Società creata dal Comune di Napoli a fine anni
'90 per procedere alla bonifica. Invece c'è stata la falsa bonifica che
invece di bonificare i suoli inquinati ha equamente distribuito
l'inquinamento.
Il paradosso è ancora più assurdo perchè sicuramente
l'Ilva di Bagnoli inquinava il quartiere di Bagnoli e il quartiere di
Cavalleggeri, come a Taranto Tamburi e Paolo VI, ma non si è intervenuti
all'epoca.
Ci fu la chiusura della fabbrica, ma questa fu
dettata in primis da scelte dirigenziali, non sicuramente da un
confronto, un'analisi reale; la dirigenza decise di investire altrove,
non prima di aver abbondantemente speculato e ricevuto soldi dallo
Stato, che quando si tratta di fare regali alle imprese è sempre pronto,
poi quando si tratta di assicurare diritti, garantire, dare ascolto
alle istanze popolari e proletarie scompare, o per meglio dire, scompare
dall'ascolto e passa ai fatti e con le parole ci fa capire chi ha il
vero monopolio della violenza.
I soldi sprecati a Bagnoli per la non bonifica sono un problema perchè creano anche un
La vicenda di Taranto non è
detto che debba essere come Bagnoli, ma non lo è se si crea in primis
una coscienza di classe all'interno della fabbrica e questa coscienza di
classe deve anche saldarsi con coloro che vivono nel territorio, che
lo abitano, che naturalmente vogliono intervenire su di esso per far sì
che la fine della storia di Taranto non sia la stessa fine di Bagnoli,
dove ci sono 30 anni di vuoto.
Oggi le mobilitazioni ci stanno
portando a vedere dei possibili risultati, ma nulla è già scritto e se
viene meno il nostro fiato sul collo – e lo dico come abitante di
Bagnoli – lo Stato ha posto tutti gli strumenti affinchè in un attimo ci
butti fuori a “calci nel sedere” e si riprenda ciò che è suo. In questo
momento non accade, probabilmente perchè tra il 2014 e 2016 si è vista
una forte risposta e mobilitazione popolare; ma se noi abbassiamo la
guardia, sappiamo ciò che succede; e qui purtroppo le questioni operaie,
le questioni lavorative ce lo ricordano drammaticamente.
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