La recente assemblea nazionale del Patto d'azione anticapitalista ha avviato la discussione su una piattaforma nazionale che dovrà necessariamente dare vita a una giornata nazionale di lotta - dopo il 1 Maggio - i punti sono
Regolarizzazione di chi è sprovvisto di permesso di soggiorno valido, indipendente da un’assunzione lavorativa. La sanatoria del 2020 si è ottenuta grazie alle lotte degli ultimi anni dei lavoratori delle campagne, ma la sua efficacia è risultata quasi nulla soprattutto per questa categoria. Inoltre, nonostante le promesse del precedente governo, in autunno non vi è stata nessuna ulteriore e più generalizzata sanatoria.
Velocizzazione delle pratiche di rinnovo da parte delle questure, che attualmente subiscono ritardi ancora maggiori che in precedenza, attribuiti con troppa facilità all’emergenza pandemica
– motivo per cui molti permessi restano bloccati anche per più di un anno e vengono quindi consegnati spesso già scaduti. Questa è stata la principale rivendicazione del presidio di Bologna in occasione dello sciopero del 29 gennaio.Fine degli abusi e delle difformità di interpretazione della legge da parte delle questure, che arbitrariamente impongono requisiti non previsti per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno (ad esempio l’iscrizione anagrafica o i contributi del datore di lavoro).
Eliminazione del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro attualmente in vigore per i permessi legati appunto ai motivi di lavoro subordinato. Legata a questo è la battaglia per il riconoscimento di un permesso di soggiorno unico europeo che garantisca anche ai cittadini non comunitari la libera circolazione all’interno dello spazio UE/Schengen e la possibilità di lavorare regolarmente in qualunque paese che vi appartiene.
Estensione della durata e abolizione dei costi dei permessi di soggiorno. In molti settori lavorativi i contratti sono tendenzialmente molto brevi, di conseguenza la durata dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro è esigua, anche inferiore ad un anno. I costi di questi rinnovi, inoltre, sono estremamente alti, specialmente per i permessi legati ai motivi di lavoro.
Accesso alla cittadinanza per chi è nata/o in Italia da genitori stranieri, senza condizionalità.
Cambio di competenza istituzionale per le pratiche legate ai permessi di soggiorno. La gestione dell’intero apparato burocratico legato all’immigrazione è affidata al Ministero dell’Interno e quindi alle questure, con una evidente impronta securitaria e di criminalizzazione. In Italia, il movimento antirazzista fin dai suoi albori rivendica invece l’affidamento di queste pratiche ai Comuni.
Abolizione di tutti i decreti sicurezza (2009, 2017, 2018) in quanto sostanzialmente strumenti repressivi, soprattutto per gli immigrati (una condanna penale può comportare la revoca del permesso di soggiorno o della cittadinanza) ma in generale per chi lotta o viene considerato fonte di ‘degrado’.
Abolizione della detenzione amministrativa, dei respingimenti alle frontiere e del rimpatrio forzato, e apertura di canali regolari e sicuri di ingresso nell’UE.
Abolizione di qualsiasi discriminazione nell’accesso alla casa e ai sistemi di welfare sulla base della cittadinanza.
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