Nello sciopero della logistica del 26 marzo:
ORGANIZZIAMO UNA RISPOSTA DECISA ALLE PROVOCAZIONI PADRONALI, ALLA REPRESSIONE DELLE LOTTE E DEI LAVORATORI, RILANCIANDO GLI OBIETTIVI DELLA NOSTRA PIATTAFORMA.
Il rinnovo del contratto nazionale merci-logistica è scaduto da 14 mesi e interessa circa 1 milione 200.000 addetti. A livello nazionale si inserisce in un contesto in cui la Confindustria di Bonomi e le aziende sono all’attacco, vogliono chiudere i contratti (che loro chiamano “rivoluzionari”) a modo loro, che significa senza alimentare e inasprire le tensioni sociali e attraverso la collaborazione dei sindacati confederali per imporre la pace sociale sui posti di lavoro.
Come ad esempio il contratto dei metalmeccanici che riguarda 1milione 600 mila lavoratori che si è chiuso il 5 febbraio alla vigilia dell’insediamento del Governo Draghi, all’insegna di un patto sociale utile ai padroni per poter continuare a fare profitti sulla pelle degli operai.
Ma i lavoratori della logistica in questi 10 anni hanno imparato a lottare contro le condizione di super sfruttamento nei magazzini logistici diventando realmente la parte più combattiva dello scontro con i padroni nel nostro paese, un esempio pericoloso che può contagiare tutta la classe operaia.
Questo è avvenuto grazie alle condizione soggettive e oggettive, da un lato la composizione delle forza
lavoro composta in prevalenza da proletari immigrati meno legati alla storia e al controllo confederale e dall’altro la direzione dei sindacati di classe e combattivi, in maggioranza organizzati dal SiCobas, e in alcune realtà di Bergamo/Brescia dallo Slai cobas sc, e in altre ancora da altri sindacati di base, che ha intercettato questa “anomalia” praticando e dimostrando sul campo non solo che si può lottare ma anche strappare conquiste e accordi sindacali nelle aziende e filiere della logistica anche migliori rispetto al CCNL.Infatti la lotta nella logistica non si è mai fermata anche durante la pandemia, anche per le condizioni di lavoro e di sicurezza nei magazzini; mentre il 18 dicembre è ripartita la battaglia per il rinnovo del CCNL, con uno sciopero nazionale dei sindacati di classe combattivi, che ha visto come risposta dei padroni la presentazione di una loro “piattaforma rivendicativa” nell’ultimo incontro del 23 febbraio con i sindacati confederali con le seguenti richieste: riduzione dei diritti sindacali, modifica della clausola sociale sul cambio appalto, taglio delle integrazioni per malattia, aumento della flessibilita’ con ampliamento dell’utilizzo di lavoratori in “staff leasing” e a chiamata anche per il personale viaggiante, ulteriore regolamentazione del diritto di sciopero, mano libera nella disdetta di accordi di secondo livello.
Un gioco delle parti, già visto anche per i metalmeccanici, per imporre la loro trattativa e che i confederali si sono ben guardati dal rispondere mobilitando i lavoratori con lo sciopero della categoria, ma che, come sempre, si renderanno disponibili a sottoscrivere per il bene dell’economia nazionale.
La posta in gioco è molto alta come emerge dal comunicato del Sicobas per lo sciopero nazionale della logistica del 26 marzo: “...a livello internazionale porta i grandi gruppi monopolistici del settore ha spartirsi e scontrarsi per continuare a fare profitti in un settore della movimentazione delle merci… concentrazione delle attività e dei profitti nelle mani di pochi grandi operatori, massicce acquisizioni da parte di grandi gruppi, accompagnate da ristrutturazioni, ondate di licenziamenti e un’intensificazione generale del lavoro...”
In questo modo in Italia resteranno 4-5 grossi gruppi monopolistici che si mettono d’accordo tra di loro, FEDEX-POSTE AMERICANE, BARTOLINI-POSTE FRANCESI, GLS-POSTE INGLESI, DHL-POSTE TEDESCHE, SDA-POSTE ITALIANE…. Questi cercheranno con tutti i mezzi di fermare le lotte, di fare fuori i sindacati che non si piegano.
Ma questo rivela anche la paura che hanno i padroni della forza dei lavoratori quando lottano, perchè colpiscono i padroni nella produzione, nei profitti che perdono. Questo spiega la pesante e ingiustificata repressione di questi giorni, con arresti, multe e limitazioni delle libertà per decine di lavoratori e attivisti sindacali a Piacenza, e le cariche di Prato.
La giornata di lotta del 26 della logistica è quindi importante sia per riprende una battaglia nazionale sul versante della piattaforma contrattuale e non permettere che i sindacati confederali riprendano il controllo per normalizzare il settore, sia per contrastare la repressione che Stato e governo per conto dei padroni mettono in campo per cercare di fermare le lotte dei lavoratori e che, però, ci chiama ad alzare il livello dello scontro, oltre la “normale” lotta sindacale.
per la garanzia del posto di lavoro nei magazzini, contro il moderno caporalato delle cooperative, per la riduzione dei ritmi di lavoro a salvaguardia della salute e sicurezza, per aumenti veri in busta paga slegati dalla produttività, per la difesa del diritto di sciopero e manifestazione.
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