Gli operai ex Fiat di Termini
Imerese sono tornati in questi giorni a riprendersi la piazza, e per certi
versi anche l’attenzione dei giornali… e non è mai troppo tardi, pensiamo,
per riprendersi anche la lotta nelle proprie mani!
Da 10 anni, infatti, gli operai sono
stati trascinati - e si sono fatti trascinare - dai sindacalisti Fim Fiom Uilm in
lungo corteo funebre che ha portato prima alla chiusura dello stabilimento per
mano di Marchionne e poi ad una lunga attesa, infarcita di “cassa integrazione
perenne”, della reindustrializzazione dell’area.
I sindacalisti, che sono
diventati in questi 40 anni strumenti totalmente nelle mani dei padroni per far
passare ogni peggioramento delle condizioni delle operaie e degli operai, firmando contratti e “patti” sempre a
perdere, continuano a fare il loro sporco mestiere: più puntuali di un orologio
svizzero, nell’imminenza della scadenza della CIG, o del mancato pagamento di
qualche mensilità, quando rischia di traballare anche la loro poltroncina,
chiamano alla mobilitazione gli operai prima con una assemblea, poi con la
finta occupazione del Comune di Termini Imerese, poi con la tenda davanti lo
stabilimento e un passaggio davanti la presidenza della Regione, minacciando
ulteriori terribili iniziative come il… pellegrinaggio a Roma, al Ministero
dello Sviluppo Economico, se non arrivano risposte.
La cassa integrazione, infatti, scadrà
a giugno, ma “Molto dipende dal destino del programma presentato dagli
amministratori straordinari Blutec al ministero. Un’eventuale via libera
potrebbe consentire di destinare il mega stabilimento spostando gli operai su
una NewCo e consentirebbe agli operai (poco più di 600) di avere la Cig fino a
ottobre”, mentre “Un’eventuale bocciatura porterebbe alla liquidazione e dunque
alla vendita all’asta dell’asset Blutec e a giugno la fine della Cig per gli
operai.” (Il Sole24Ore 20 marzo). Nell’un caso e nell’altro il destino degli
operai resta sempre incerto!
Questi sindacalisti, questa orda
di piccola borghesia incistata dentro la classe operaia, è affiancata di volta
in volta dai politici sempre pronti ed affamati di voti e pubblicità gratuita come
Musumeci e Orlando, che scrivono “lettere al ministero” con una mano mentre con
l’altra, in questo caso proprio Musumeci, fa sparire, anche lui, come l’avventuriero
padron Ginatta della Blutec, i soldi pubblici: insomma non ci sono più i 250
milioni che per anni sono stati accantonati per la reindustrializzazione! Gli ultimi
90 milioni che erano rimasti sembra siano stati destinati ad “attrarre” investimenti
in tutta l’area, nel raggio di 50 chilometri.
Le risposte attese dagli operai
quindi non arrivano, perché i sindacalisti ripetono da anni lo stesso copione:
stendono di volta in volta tappeti rossi alle promesse dei vari politici di
turno “sette governi e otto ministri dello Sviluppo Economico” ha il coraggio
di ammettere Mastrosimone della Fiom (il suo servilismo nei confronti di Renzi
e Di Maio è stato vomitevole, solo per citare due di questi episodi), lasciando
di fatto nelle loro mani il destino dello stabilimento e degli operai, per poi
lamentarsi che tutti questi non sono riusciti a risolvere il problema della
reindustrializzazione.
Altro che industrializzazione! Nelle
mani di questi sindacalisti tutta la zona industriale del palermitano, da Termini
Imerese a Carini è di fatto desertificata, a dimostrazione del fatto che in
tutti questi anni i sindacati confederali non hanno mai mosso un dito veramente
nella direzione giusta! In realtà quello che continuano a chiedere con
insistenza è il rinnovo della cassa integrazione. A questa parola d’ordine adesso
se ne aggiunge un’altra, che la Cgil già sta sbandierando come grande trovata,
quella dei soldi del Recovery Fund. Ma durante l’incontro, la Cgil si è dovuta
prendere le critiche dagli stessi padroni di Sicindustria (che spesso finiscono
in galera), che come si vede conosce i suoi simili: “Su Termini Imerese – ha detto
ieri Alessandro Albanese, vice presidente vicario di Sicindustria, nel corso di
un dibattito della Cgil – abbiamo assistito a un combinato disposto di politica
e amministrazione, e mi riferisco a Invitalia, che ha preferito privilegiare,
forse d’accordo con il sindacato e con una posizione silente di Confindustria,
la tranquillità di quei lavoratori che in realtà tranquilli non sono perché
hanno sempre la spada di Damocle del rifinanziamento della Cig.”, e poi ha
aggiunto: “Qual è quell’imprenditore pazzo che assume direttamente 700
cassaintegrati? Questo è un problema che va risolto a monte”.
Come si “risolve a monte” il
problema? Da un lato certamente cercando di scaricare gli operai in qualche
modo, dall’altro pretendendo gli “incentivi” dal governo. E proprio su questo
punto, il quotidiano dei padroni, insiste sul fatto che bisogna mettere in atto
la ZES, Zona Economica Speciale, perché “a questo pensano gli imprenditori”. È la
stessa “zona” in cui speravano le aziende raccolte nello Smart City Group che
dovevano rilanciare l’industria “green” e ad alta tecnologia e che permette a
chi “investe” di usufruire di incentivi di ogni genere, abbassare di fatto il
salario e ottenere così il cosiddetto vantaggio competitivo.
Vantaggio che a quanto pare non
dispiacerebbe neanche alla multinazionale Amazon che secondo la stampa ha
chiesto e ricevuto le planimetrie dell’area industriale. Ma anche se il “colosso
dell’e-commerce” dovesse decidersi (passando da un sito produttivo ad un sito
di distribuzione, dalla metalmeccanica alla logistica) i problemi degli operai
rimarrebbero tutti sul tappeto.
È vero che la storia di questi 10
anni mette a dura prova anche i più ottimisti, e gli operai sanno, dalla loro
storia di classe, che senza una lotta dura non si ottengono risultati, ma gli
operai tornati alla mobilitazione, sanno anche che ci sono momenti in cui con
lo slancio di protagonismo, prendendo nelle proprie mani la lotta, strappandola
a chi se ne serve sulla loro pelle per fare carriera, si può buttare a mare il copione
di questa brutta storia e le tessere sindacali di questi eterni fiancheggiatori
di tutti i governi! E così mostrare che uno sbocco diverso è possibile!
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