L'assemblea nazionale dell'8 febbraio promossa dal Si.Cobas con la
proposta di un “Patto d'azione” unitario contro la repressione ha
visto una buona partecipazione di oltre un centinaio di compagni di
diverse realtà, sindacali, movimenti di lotta, organizzazioni
politiche, provenienti da varie città.
Nell'introduzione è
stata spiegata la ragione dell'assemblea e le proposte in
discussione. Si sono poi aperti subito gli interventi che in generale
hanno raccontato la repressione in corso, con numerosi esempi, hanno
raccontato le lotte che l'hanno originata e hanno segnalato il ruolo
e l'incidenza dei Decreti sicurezza, individuandoli, in generale,
come un salto di qualità diretti a colpire le avanguardie e
attivisti di lotte innanzitutto, ma estesa a tutti i lavoratori, i
migranti, le donne, i precari, disoccupati in lotta.
In particolare vanno
segnalati gli interventi dei disoccupati napoletani, dei
rappresentanti del Si.cobas, delle varie anime del movimento di lotta
per la casa di Roma, Bologna, dello Slai cobas per il sindacato di
classe di Taranto, di realtà di lotta della Toscana e delle
organizzazioni politiche di opposizione (Pap, Pcl, ecc.)
Tra questi interventi,
importanti e seguiti con grande partecipazione sono stati quelli dei
braccianti migranti, sostenuti da Campagne in lotta, provenienti dal
foggiano, che hanno illustrato la loro lotta dura e prolungata e la
forte repressione individuale e collettiva, negazione dei documenti,
con tutto quello che ne consegue per perdita e ricatti sul lavoro,
allontanamenti, ostacoli per casa, permessi di soggiorno, ecc. Negli
interventi hanno però espresso una forte determinazione a continuare
la lotta.
Così come è stata
sentita la voce e l'appello dell'organizzazione di Soccorso rosso
proletario ad
integrare nella piattaforma la solidarietà e il sostegno a tutti i detenuti per le lotte sociali e ai prigionieri politici.
integrare nella piattaforma la solidarietà e il sostegno a tutti i detenuti per le lotte sociali e ai prigionieri politici.
E' stata adottata la
battaglia per Nicoletta Dosio, recependone la sua importanza.
Negli interventi si è
espresso il nesso tra crisi/sfruttamento e repressione; così come si
è sottolineata la continuità attraverso i diversi governi
dell'azione repressiva dei padroni e dello Stato.
Tutti gli interventi
hanno concordato sostanzialmente sul “Patto d'azione”.
Alcuni hanno proposto
una giornata nazionale di lotta. Tutti hanno concordato sulla
abolizione dei Decreti sicurezza di Salvini e denunciato e respinto
le proposte di modifica-cosmesi dell'attuale governo.
Diversi interventi
hanno denunciato il ruolo dei sindacati confederali nel contrasto e
repressione delle lotte.
Non sono mancate, però,
posizioni confuse circa l'opposizione politica e il ruolo dei partiti
politici dentro il vecchio e il nuovo governo nell'attuale fase. Su
questo, solo lo Slai cobas per il sindacato di classe ha parlato
esplicitamente di fascismo padronale e moderno fascismo, non riferito
certo solo a Salvini.
Così, solo alcuni
interventi hanno analizzato la situazione politica favorevole per le
contraddizioni delle forze politiche borghesi che possono far vincere
la battaglia per l'abrogazione dei Decreti sicurezza.
La larga maggioranza ha
respinto l'idea e la possibilità di un uso delle istituzioni o delle
“percentuali da prefisso telefonico” delle partecipazioni
elettorali ai fini di questa battaglia.
C'è da dire, però,
che insieme alla giusta esigenza di non ridurre il tutto alla
proposta di un'ennesima manifestazione nazionale né a scadenze più
o meno risolutive, così come di discutere e radicare sui territori e
posti di lavoro le proposte e realizzazione del Patto, è venuta una
conclusione generica e senza impegni collettivi e militanti reali,
senza formalizzazione organizzata del Patto; questo è stato rinviato
ad una discussione internet, ad assemblee territoriali prive di fatto
di convergenza, decisione e organizzazione realmente collettive.
Negativa comunque è
stata la non decisione su una giornata nazionale di lotta che sarebbe
stata un segnale forte, un impegno concreto, una verifica reale, una
indicazione chiara del tipo di dibattito e ruolo delle stesse
assemblee locali. Così come non ha trovato risposta l'appello a
visibilizzare l'intervento unitario, solidale delle forze in campo,
di fronte a repressioni gravi in luoghi di lavoro e città, per
concretizzare la coscienza effettiva di quello che vuol dire “se
toccano uno toccano tutti”, e il processo orizzontale di unità
delle lotte - questione che ha posto fortemente lo Slai cobas sc nel
suo intervento, insieme alla necessità di contrastare apertamente un
messaggio di impossibilità attuale di fare blocchi, lotte serie,
rispondendo invece con l'elevamento, estensione della lotta, così
come con un approccio diverso nei processi.
Ugualmente vi è stato
silenzio sulla questione dei detenuti di lotta e prigionieri
politici.
E' mancata poi da parte
degli organizzatori la volontà di recepire gli elementi di denuncia
e proposte che venivano da altre realtà di lotta per inglobarle sia
in un quadro articolato della repressione sia in un quadro possibile
di avanzamento della battaglia generale, facendo restare alla fine
sul campo solo la, sicuramente grossa, repressione al Si.Cobas.
Naturalmente
concordiamo che questo è un percorso, una “maratona” come è
stato detto, e che i limiti attuali possono e devono essere
affrontati e sciolti strada facendo.
Ma certo una
determinazione più concreta e agente e un discorso più unitario
avrebbe dato più forza alla proposta dell'assemblea e al lavoro in
corso
Resoconto a cura di 'proletari comunisti'
Mozione conclusiva 'ufficiale'
L’assemblea di Roma dell’8 Febbraio, cui hanno preso parte decine di organizzazioni politiche, sindacali e movimenti di lotta, nel condividere lo spirito dell’appello di indizione, valuta positivamente la proposta di dar vita ad un patto d’azione contro la repressione e per l’abolizione dei decreti-sicurezza, teso a mettere in evidenza il nesso sempre più chiaro tra l’inasprimento dei dispositivi repressivi, l’acuirsi della crisi capitalistica e l’attacco sempre più feroce agli scioperi ed alle lotte sindacali e sociali: un’offensiva che ha avuto il suo apice coi Decreti-Sicurezza Salvini ma che indipendentemente dal colore dei governi in carica rappresenta da sempre uno strumento costante nelle mani dei padroni per fermare, disarticolare e fermare sul nascere le lotte.
L’inasprimento delle misure repressive è il frutto di una crisi capitalistica internazionale che impone dappertutto, in primo luogo nell’occidente imperialista, politiche di austerità che riducono drasticamente ogni spazio di mediazione e ogni ipotesi di “redistribuzione dei profitti”.
Salvini non è più al governo ma la miriade di provvedimenti, multe, arresti, fogli di via, DASPO, divieti di dimora continuano a colpire compagni, attivisti, militanti sindacali, lavoratori combattivi sotto l’insegna del Conte bis, e non è un caso se la gran parte delle misure repressive e restrittive traggono argine da un ampio spettro di leggi, dal Codice Rocco mai abrogato al Decreto Minniti di marca “democratica”.
Per questo motivo, l’assemblea invita tutte le strutture e le realtà presenti, e chiunque – pur non presente – intende aderire, a costruire momenti di confronto e di costruzione di iniziative specifiche sul piano locale, per dare forma alla campagna unitaria per la “Abolizione dei Decreti Sicurezza”, per dare corpo e gambe ad un azione e mobilitazione coordinata sul piano nazionale.
La proposta del patto d’azione parte infatti dalla verifica sul campo ed in corso d’opera della praticabilità di un effettiva convergenza sui contenuti, nelle pratiche e nelle forme di lotta, senza l’illusione di diluire o annullare i rispettivi percorsi e le rispettive identità.
Le realtà presenti nelle prossime settimane, tramite mailinglist, proseguiranno il confronto e si impegnano sin d’ora a organizzare riunioni e assemblee unitarie del Patto d’azione nelle singole città, propedeutiche alla definizione di un calendario di iniziative su scala locale e alla costruzione di una campagna nazionale per la cancellazione dei decreti sicurezza, a partire dalle iniziative già indette (quelle del Si Cobas contro le misure restrittive applicate ai lavoratori, quelle dei disoccupati organizzati e della campagna “Vogliamo Tutto”, la manifestazione del 1 Marzo per la liberazione di Nicoletta Dosio e dei NoTav, le iniziative dell’8 marzo, ecc.).
Sulla base di questi passaggi si valuteranno tempi e modalità per l’indizione di una data di mobilitazione nazionale e per la definizione degli strumenti necessari alla campagna, in primis una cassa di resistenza a sostegno delle spese processuali e la creazione di un coordinamento permanente sugli aspetti giuridico-legali.
Resoconto a cura di 'proletari comunisti'
Mozione conclusiva 'ufficiale'
L’assemblea di Roma dell’8 Febbraio, cui hanno preso parte decine di organizzazioni politiche, sindacali e movimenti di lotta, nel condividere lo spirito dell’appello di indizione, valuta positivamente la proposta di dar vita ad un patto d’azione contro la repressione e per l’abolizione dei decreti-sicurezza, teso a mettere in evidenza il nesso sempre più chiaro tra l’inasprimento dei dispositivi repressivi, l’acuirsi della crisi capitalistica e l’attacco sempre più feroce agli scioperi ed alle lotte sindacali e sociali: un’offensiva che ha avuto il suo apice coi Decreti-Sicurezza Salvini ma che indipendentemente dal colore dei governi in carica rappresenta da sempre uno strumento costante nelle mani dei padroni per fermare, disarticolare e fermare sul nascere le lotte.
L’inasprimento delle misure repressive è il frutto di una crisi capitalistica internazionale che impone dappertutto, in primo luogo nell’occidente imperialista, politiche di austerità che riducono drasticamente ogni spazio di mediazione e ogni ipotesi di “redistribuzione dei profitti”.
Salvini non è più al governo ma la miriade di provvedimenti, multe, arresti, fogli di via, DASPO, divieti di dimora continuano a colpire compagni, attivisti, militanti sindacali, lavoratori combattivi sotto l’insegna del Conte bis, e non è un caso se la gran parte delle misure repressive e restrittive traggono argine da un ampio spettro di leggi, dal Codice Rocco mai abrogato al Decreto Minniti di marca “democratica”.
Per questo motivo, l’assemblea invita tutte le strutture e le realtà presenti, e chiunque – pur non presente – intende aderire, a costruire momenti di confronto e di costruzione di iniziative specifiche sul piano locale, per dare forma alla campagna unitaria per la “Abolizione dei Decreti Sicurezza”, per dare corpo e gambe ad un azione e mobilitazione coordinata sul piano nazionale.
La proposta del patto d’azione parte infatti dalla verifica sul campo ed in corso d’opera della praticabilità di un effettiva convergenza sui contenuti, nelle pratiche e nelle forme di lotta, senza l’illusione di diluire o annullare i rispettivi percorsi e le rispettive identità.
Le realtà presenti nelle prossime settimane, tramite mailinglist, proseguiranno il confronto e si impegnano sin d’ora a organizzare riunioni e assemblee unitarie del Patto d’azione nelle singole città, propedeutiche alla definizione di un calendario di iniziative su scala locale e alla costruzione di una campagna nazionale per la cancellazione dei decreti sicurezza, a partire dalle iniziative già indette (quelle del Si Cobas contro le misure restrittive applicate ai lavoratori, quelle dei disoccupati organizzati e della campagna “Vogliamo Tutto”, la manifestazione del 1 Marzo per la liberazione di Nicoletta Dosio e dei NoTav, le iniziative dell’8 marzo, ecc.).
Sulla base di questi passaggi si valuteranno tempi e modalità per l’indizione di una data di mobilitazione nazionale e per la definizione degli strumenti necessari alla campagna, in primis una cassa di resistenza a sostegno delle spese processuali e la creazione di un coordinamento permanente sugli aspetti giuridico-legali.
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