“...La
situazione della classe operaia è il terreno reale e il punto di
partenza di tutti i movimenti sociali del nostro tempo, poiché è la punta più alta e più evidente della nostra attuale miseria sociale...”.
“...la
conoscenza delle condizioni del proletariato è una necessità
imprescindibile da un lato per dare solide fondamento alle teorie
socialiste (oggi comuniste – ndr), dall’altro per giudicare la
loro legittimità per porre fine a tutte le frenesie romantiche e a
tutte le fantasticherie pro e contro...”.
Queste affermazioni di Engels sono centrali e discriminanti anche oggi, sia per la consapevolezza da parte degli operai della centralità della propria classe nel determinare nel bene e nel male i movimenti sociali, sia per valutare le teorie comuniste, se esse poggiano su analisi concrete della condizione concreta della classe operaia o, appunto, sulle proprie "fantasticherie".
Oggi, tale consapevolezza è importante in quanto noi fronteggiamo una situazione in cui la classe
operaia, anche nella sua avanguardia più combattiva, non ha effettiva coscienza di sé, e quindi non comprende il rapporto che c’è tra la propria condizione e la propria miseria sociale e lo stato delle cose in economia, in politica, in cultura e nelle concezioni.
Priva
di questa coscienza elementare non è in grado di comprendere la
natura dei movimenti sociali nel nostro paese, della base sociale di
essi e del loro rapporto con la propria condizione di vita e di
lavoro.
E’
questo dato che bisogna modificare. E’ questo dato che gli operai e le loro
avanguardie devono comprendere in termini scientifici, perchè intraprendano il proprio movimento
autonomo, di lotta, di opposizione e di liberazione.
Dall’altro lato qual’è la condizione di coloro che ancora nel nostro paese si dicono “comunisti”, seguaci del socialismo scientifico, avanguardie della classe? Da dove occorre ripartire?
Ancora Engels in questa prefazione:
“...la
conoscenza delle condizioni del proletariato è una necessità
imprescindibile da un lato per dare solide fondamenta alle teorie
socialiste (oggi comuniste – ndr), dall’altro per giudicare la
loro legittimità per porre fine a tutte le frenesie romantiche e a
tutte le fantasticherie pro e contro...”.
Questo è però esattamente ciò che non fanno le varie correnti e organizzazioni che si rifanno al socialismo e al comunismo, ed è la causa e la ragione di fondo della loro attuale sparizione dalle file stesse della classe operaia e del proletariato. La crisi dei comunisti sta tutta ed essenzialmente in questo.
Questo
libro ci aiuta ad intervenire sulle due “crisi”. La crisi degli
operai e della sue avanguardie, prive di coscienza e autocoscienza di
sé, avviluppate nelle fantasticherie e nelle vesti che esse
assumono - un esempio di questo è il caso di Taranto e degli operai
“Liberi e pensanti”; la crisi dei comunisti.
Trattare
dall’alto la crisi dei comunisti e dal basso la crisi degli operai
richiede un movimento inverso: da un alto riportare i comunisti ad interessarsi
nel dettaglio della condizione operaia e proletaria con il duro
lavoro di inchiesta e di militanza dentro e fuori i cancelli delle
fabbriche, liberandosi della “scimmia addosso” dell’opportunismo
personale e di ceto.
Dall’altro lottare e pretendere che gli operai si elevino dall’apparenza delle
cose e non facciano leggere la propria condizione dalle fumisterie
della piccola borghesia e dei suoi ceti politici improvvisati che
usano i lavoratori ai soli fini della loro “carriera” sociale e
politica.
Chiaramente
nel fare questo lavoro non basta un atto di volontà. Bisogna saper
scegliere il terreno su cui esercitare questo cammino inverso, dentro
la modifica degli apparati industriali, delle fabbriche.
In questo, il metodo seguito da Engels corrisponde pienamente all’obiettivo.
In questo, il metodo seguito da Engels corrisponde pienamente all’obiettivo.
Scrive
Engels: “...
Durante
ventun
mesi ebbi agio di conoscere da vicino, attraverso
l'osservazione e i rapporti personali, il proletariato inglese, le
sue aspirazioni, le sue sofferenze e le sue gioie, e
nello stesso tempo di
completare
le mie osservazioni ricorrendo alle necessarie fonti autentiche...”.
Questo
è il senso della trasformazione ideologica necessaria ai comunisti,
del loro stile di lavoro e di vita, per fregiarsi dell’onore e
onere di chiamarsi tali.
Perchè nonostante il gran parlare che si fa di “lotta proletaria”, vale ciò che scrive Engels:
“...Le
reali condizioni di vita del proletariato sono così poco conosciute
tra noi che anche le bene intenzionate Unioni per l’elevamento
delle classi lavoratrici (diremmo le odierne organizzazioni di
sinistra e anche di estrema sinistra nel nostro paese – ndr)
prendono sempre le mosse dalla più ridicole e assurde opinioni sulla
situazione degli operai…”.
Il libro di Engels "La situazione della classe operaia in Inghilterra" serve a riportare con i piedi per terra, ritrovare il "terreno reale e il punto di partenza".
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