Sui circa due milioni di lavoratori del
commercio quasi l’80% sono donne. La maggiorparte a part time, che
non è quasi mai una libera scelta della lavoratrice ma l’unica
possibilità che ci viene offerta per essere assunte. Chi fa il
part-time spesso ha bisogno di svolgere una seconda occupazione per
mettere insieme un salario appena sufficiente. Ma questo è reso
impossibile dall’organizzazione del lavoro messa in atto dalle
aziende. I turni delle lavoratrici variano in continuazione a
seconda delle esigenze commerciali. A volte, sempre per le esigenze
dell'impresa, i turni vengono cambiati per telefono nella stessa
giornata, ecc. Le donne del commercio, come le donne
di tutti gli altri settori, lavorano di più per guadagnare di meno.
Ma c'è anche di peggio. Molte
lavoratrici del commercio lamentano di subire molestie sessuali e
atteggiamenti vessatori da parte dei “capi”, che spesso sono
maschi.
Oggi, però, sta andando avanti un attacco ancora più pesante per la vita di queste lavoratrici.
All'Auchan, nel passaggio a Conad, vogliono mettere fuori il 60% dei lavoratori, 8873, di cui la maggioranza sono donne.
Conad dovrebbe cambiare il suo slogan; quello vero è: "I profitti, oltre le persone!".
Infatti,
un'azienda tra le maggiori per fatturato, utili vuole tagliare il già
misero costo del lavoro dal 18% al 12% - lavoro già decurtato da
precedenti accordi su solidarietà, ecc.
Si capisce bene, quindi, che i
profitti Conad, Margherita, Auchan e tutti i padroni delle grandi catene
commerciali se li fanno sulla nostra forza lavoro, che sfruttano,
usando turni, festivi a loro comodo, e buttano via quando non gli serve.
Padroni
e governo ci chiedono di fare sacrifici, di fare come donne i salti
mortali per il doppio lavoro, fuori e a casa, siamo discriminate nelle
assunzioni e sul lavoro proprio perchè siamo donne, rischiamo di perdere
il lavoro per una gravidanza; e ora ci danno il benservito, o al
massimo ammortizzatori sociali o trasferimenti - che sono un'altra
faccia per toglierci il lavoro.
Questa
è la vera e dura realtà, sempre in peggio, altro che le ipocrisie di
Ministri, presidenti partiti parlamentari, stampa, televisioni che si
sprecheranno nel giorno dell'8 marzo. Quando sono loro che concedono ai padroni tutto quello che chiedono.
8 marzo, invece lottiamo!
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