Sui fatti del 13 febbraio
➡ Mercoledì 19 – Main Hall del Campus Einaudi – h. 18.30
Nell’università di Torino in questi ultimi giorni si è sviluppata una grossa mobilitazione studentesca antifascista.
La protesta è iniziata giovedì 13 per fermare un volantinaggio del Fuan, organizzazione universitaria fascista vicina a Casa Pound e a Fratelli d’Italia, al Campus Einaudi sulla questione delle foibe.
La polizia, come sempre schierata a proteggere i fascisti, ha caricato pesantemente gli studenti e ne ha arrestati 4.
In seguito a questo atto gravissimo è stata costruita una forte mobilitazione a cui il rettore
e l’amministrazione universitaria non hanno mai risposto.
Venerdì 14, dopo un partecipatissimo corteo nella zona universitaria, la Palazzina Einaudi del Campus in cui c’era l’aula che Unito aveva concesso al Fuan è stata occupata in segno di protesta contro la enorme responsabilità dell’università e per chiedere la immediata liberazione dei tre ancora detenuti al carcere delle Vallette.
Permettendo libera circolazione ai fascisti dentro l’università, l’amministrazione di Unito si sta facendo portavoce del revisionismo storico reazionario che diventa verità di stato. Non si tratta di un episodio isolato, ma di una tendenza generale che dai governi, di destra e di sinistra, arriva fino al mondo della formazione.
Le parole di Mattarella che equiparano il giorno della memoria a quello del ricordo, la diffusione nelle scuole da parte della regione Piemonte del fumetto “Foibe rosse”, edito dalla casa editrice di estrema destra Ferrogallico sono solo due esempi che ci fanno capire il clima politico che stiamo vivendo. Lo stesso clima politico che da una parte vuole riscrivere pezzi di storia e dall’altro dà occasione ai fascisti di agire indisturbati nelle università così come nei quartieri.
L’istituzione universitaria con il silenzio del Rettore sull’arresto dei tre studenti antifascisti è corresponsabile di una narrazione reazionaria e nazionalista della storia, nonché complice di una repressione poliziesca senza precedenti. Per non parlare della decisione di sospendere le borse di studio agli studenti arrestati, presa dal presidente Edisu Sciretti, noto esponente della Lega che si era fregiato di dichiarazioni aberranti come “ci vorrebbe più Diaz’’.
Pensiamo che tutti coloro che si riconoscano nei valori di una scuola antifascista siano chiamati a prendere una posizione.
Infatti, pretendiamo che fascisti e polizia non mettano più piede in università.
Chiediamo le dimissioni del presidente Edisu per le prese di posizione che ha palesato in questi giorni come in passato.
Pretendiamo che il Rettore Geuna si prenda le proprie responsabilità di fronte a un atto gravissimo.
➡ Lanciamo un’assemblea pubblica per mercoledì 19 febbraio ore 18.30 aperta a studenti, docenti e lavoratori dell’Università per discutere di ciò che è accaduto e per costruire una mobilitazione comune.
Perché ciò non passi in silenzio soprattutto fra il mondo accademico e nei luoghi in cui studiamo e lavoriamo.
La storia non si riscrive, fuori fascisti e polizia dall’università!
La protesta è iniziata giovedì 13 per fermare un volantinaggio del Fuan, organizzazione universitaria fascista vicina a Casa Pound e a Fratelli d’Italia, al Campus Einaudi sulla questione delle foibe.
La polizia, come sempre schierata a proteggere i fascisti, ha caricato pesantemente gli studenti e ne ha arrestati 4.
In seguito a questo atto gravissimo è stata costruita una forte mobilitazione a cui il rettore
e l’amministrazione universitaria non hanno mai risposto.
Venerdì 14, dopo un partecipatissimo corteo nella zona universitaria, la Palazzina Einaudi del Campus in cui c’era l’aula che Unito aveva concesso al Fuan è stata occupata in segno di protesta contro la enorme responsabilità dell’università e per chiedere la immediata liberazione dei tre ancora detenuti al carcere delle Vallette.
Permettendo libera circolazione ai fascisti dentro l’università, l’amministrazione di Unito si sta facendo portavoce del revisionismo storico reazionario che diventa verità di stato. Non si tratta di un episodio isolato, ma di una tendenza generale che dai governi, di destra e di sinistra, arriva fino al mondo della formazione.
Le parole di Mattarella che equiparano il giorno della memoria a quello del ricordo, la diffusione nelle scuole da parte della regione Piemonte del fumetto “Foibe rosse”, edito dalla casa editrice di estrema destra Ferrogallico sono solo due esempi che ci fanno capire il clima politico che stiamo vivendo. Lo stesso clima politico che da una parte vuole riscrivere pezzi di storia e dall’altro dà occasione ai fascisti di agire indisturbati nelle università così come nei quartieri.
L’istituzione universitaria con il silenzio del Rettore sull’arresto dei tre studenti antifascisti è corresponsabile di una narrazione reazionaria e nazionalista della storia, nonché complice di una repressione poliziesca senza precedenti. Per non parlare della decisione di sospendere le borse di studio agli studenti arrestati, presa dal presidente Edisu Sciretti, noto esponente della Lega che si era fregiato di dichiarazioni aberranti come “ci vorrebbe più Diaz’’.
Pensiamo che tutti coloro che si riconoscano nei valori di una scuola antifascista siano chiamati a prendere una posizione.
Infatti, pretendiamo che fascisti e polizia non mettano più piede in università.
Chiediamo le dimissioni del presidente Edisu per le prese di posizione che ha palesato in questi giorni come in passato.
Pretendiamo che il Rettore Geuna si prenda le proprie responsabilità di fronte a un atto gravissimo.
➡ Lanciamo un’assemblea pubblica per mercoledì 19 febbraio ore 18.30 aperta a studenti, docenti e lavoratori dell’Università per discutere di ciò che è accaduto e per costruire una mobilitazione comune.
Perché ciò non passi in silenzio soprattutto fra il mondo accademico e nei luoghi in cui studiamo e lavoriamo.
La storia non si riscrive, fuori fascisti e polizia dall’università!
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