I manifestanti, un centinaio, hanno bloccato il varco Etiopia, che consente di accedere al terminal Gmt dove alle 11 è attraccato il cargo saudita.
La nave, dopo le proteste dello scorso maggio, carica a Genova solo materiali civili. Ma il problema, secondo gli organizzatori è un altro: anche se dopo la mobilitazione di maggio la Bahri a Genova non carica più armi, nella sua pancia ci sono armamenti ed esplosivi destinati alla guerra in Yemen che da anni sta facendo strage di migliaia civili.Non solo: la legge 185/1990 vieta espressamente non solo il traffico di armi verso i Paesi che come l’Arabia Saudita in Yemen non rispetta i diritti umani ed anche il transito di questi armamenti.
Al momento dell’attracco della nave sono stati accesi alcuni fumogeni e lanciati in cielo razzi di segnalazione ma il presidio si è svolto senza tensione. A fine mattinata una delegazione di lavoratori e sindacalisti ha incontrato al terminal Gmt. il responsabile sindacale per la sicurezza del terminal Gmt per chiedere se i lavoratori siano stati informati rispetto al tipo di carico della nave e sui rischi per la sicurezza. La richiesta di proporre ai marittimi di astenersi dalla prestazione lavorativa a bordo della nave invece, dopo un momento in cui sembrava potesse essere accolta, è caduta nel vuoto. Poco dopo il presidio è stato sciolto. “Per oggi abbiamo fatto ciò che ci eravamo ripromessi – spiega Riccardo Rudino del Calp – purtroppo rispetto all’obiezione di coscienza hanno prevalso alla fine le ragioni del terminal e la nave ha imbarcato quello che doveva imbarcare. Ora ragioneremo sul futuro, è una battaglia complicata ma che intendiamo portare avanti
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