sabato 22 febbraio 2020

pc 22 febbraio - Nelle fabbriche del foggiano mafia padronale e mafia sindacale in azione

Foggia, lo strano caso delle auto incendiate ai sindacalisti Fim Cisl

estratti da il Manifesto
Nel giro di meno di una settimana due macchine incendiate ad altrettanti dirigenti dello stesso sindacato: la Fim Cisl. Nella nottata di mercoledì scorso a Foggia era stata data alle fiamme l’auto di Donato Ambrosio, 65 anni. Quattro giorni più tardi stessa sorte per Michele Longo, 55 anni, a Rignano Garganico.

L’auto incendiata al sindacalista Fim a Foggia
La Fim sa benissimo quello che sta avvenendo e non faccia l'ipocrita...quando scrive che si trovano a svolgere la loro attività sindacale in un territorio lacerato dalla violenza criminale...con riferimento invece al «clima pericoloso» «che sta crescendo «attorno all’industria». I due sindacalisti infatti sono delegati rispettivamente delle due fabbriche più grandi della città: la Sofim Cnh del gruppo Fiat che ha 1.800 dipendenti e la Alenia-Leonardo con circa mille dipendenti. In entrambe le aziende la Fim è un sindacato forte – nel settembre 2016 in Sofim ben 150 iscritti al Fismic, più quasi tutti i dirigenti e due Rsa passarono alla Fim – con buoni rapporti con le proprietà e i dirigenti. Negli ultimi mesi sia Leonardo che Sofim avevano in programma assunzioni e in entrambi i casi sono state bloccate: in Sofin le stabilizzazioni previste di tempi determinati sono state rimandate e i tempi determinati sono stati rinnovati fino a giugno. In Alenia Leonardo invece martedì un nuovo dirigente è stato presentato ai sindacati e ha confermato il blocco delle assunzioni.....sulla cronaca locale sono anche usciti articoli che riferivano di «spaccature interne» alla federazione dei metalmeccanici della Cisl guidata da Marco Bentivogli. Spaccature che sarebbero state oggetto anche di riunioni riservate a Roma con un documento della segreteria Fim contro un delegato in Alenia.
I tre sindacalisti hanno confermato all’unisono di «non avere ricevuto avvertimenti e di non aver idea dell’origine delle minacce». Mentre a chi chiedeva loro della possibilità che i roghi fossero collegati con «richieste particolari o assunzioni, Michele Longo ha risposto: «Dovreste chiedere all’azienda, c’è stato presentato un nuovo piano»

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