«La dignità del bambino che lascia la palazzina sgomberata portando con se i libri".
. L’estate romana comincia con i fatti di Primavalle: un’ex scuola, quella di via Cardinal Capranica a Roma, occupata da quasi 20 anni. Famiglie e bambini asserragliati sul tetto per resistere a uno sgombero annunciato da tempo e che ieri è andato in scena con un’operazione di polizia definita da più parti “militare”.Scene che hanno fatto tornare alla mente quelle del 2017, quando dalla Capitale avevano fatto il giro del mondo le immagini dello sgombero di piazza Indipendenza: anche lì idranti, a cacciare i quasi mille occupanti – in gran parte rifugiati eritrei – dello stabile di via Curtatone.Dall’ex scuola di via Cardinal Capranica qualcuno era già andato via. Non erano andati via, e sono rimasti sul tetto per tutta la notte con le madri, i tanti bambini che lì vivevano. 80, 90, dicono le cifre imprecise di chi abitava l’ex scuola. Quasi un centinaio, in una comunità fatta di marocchini, italiani, rumeni, algerini, qualche etiope e tunisini. Terrorizzati prima, svegli di notte in attesa, e cacciati poi. Sulle immagini che vedono i bambini protagonisti di uno sgombero inedito prende posizione anche l’Avvenire, che si scaglia contro l’operazione. Un intero quadrante di città, in uno dei quartieri più popolosi di Roma, trasformato in una vera e propria “zona rossa”, una cinquantina di blindati della polizia, centinaia di agenti, gli idranti a spegnere il fuoco appiccato dagli occupanti su barricate di rifiuti, mobili spezzati, alberi secchi costruite dagli occupanti sulla piccola via che porta alla scuola.
Avvenire denuncia il doppio binario«A Primavalle via i bambini», oggi dopo 15 anni resta un’altra occupazione: quella di CasaPound a via Napoleone III, a due passi dalla stazione Termini.Il danno erariale causato dalle mancate riscossioni dei canoni per l’occupazione dell’Esquilino, ricorda ancora Avvenire, ammonta a 4,6 milioni di euro. Lo stabile appartiene al Demanio. Il quotidiano parla apertamente di «due velocità» nell’«attività di allontanamento di cittadini abusivi nelle case di proprietà pubblica». Nella lotta annunciata e ora portata avanti alle occupazioni, il ministro dell’Interno Matteo Salvini lo scorso anno assicurava che «verranno sgomberati tutti gli edifici». Ma ammetteva che le operazioni vengono effettuate secondo una lista stilata in base alla «sicurezza degli edifici». CasaPound c’è, nel famoso elenco. Ma ben lontano dai primi posti.Restano, nel day after e negli strascichi dell’operazione di ieri (criticata per costi, ingente dispiego di forze e incapacità, per il ritardo con cui il Comune ha provato a trovare un canale efficace con gli occupanti per una soluzione abitativa alternativa che impedisse l’escalation di tensione e una vera e propria guerriglia in città), le immagini di questi bambini che, con i genitori, libri in mano o trolley trascinato pesantemente, abbandonano quella che che hanno chiamato «casa» magari per tutta la loro breve vita
C’è un bambino che cammina portandosi via i suoi pesanti libri, più grandi delle sue braccia. Un’altra che gioca con il suo zainetto a forma di peluche. Ieri attendevano agli angoli delle strade o nel cortile dell’ex scuola il loro turno per andare via, insieme a un agente o agli operatori della Sala Operativa Sociale del Comune di Roma, con sguardi assenti ma che riuscivano a illuminarsi di nuovo di fronte a chi provava a farli sorridere.
Avvenire denuncia il doppio binario«A Primavalle via i bambini», oggi dopo 15 anni resta un’altra occupazione: quella di CasaPound a via Napoleone III, a due passi dalla stazione Termini.Il danno erariale causato dalle mancate riscossioni dei canoni per l’occupazione dell’Esquilino, ricorda ancora Avvenire, ammonta a 4,6 milioni di euro. Lo stabile appartiene al Demanio. Il quotidiano parla apertamente di «due velocità» nell’«attività di allontanamento di cittadini abusivi nelle case di proprietà pubblica». Nella lotta annunciata e ora portata avanti alle occupazioni, il ministro dell’Interno Matteo Salvini lo scorso anno assicurava che «verranno sgomberati tutti gli edifici». Ma ammetteva che le operazioni vengono effettuate secondo una lista stilata in base alla «sicurezza degli edifici». CasaPound c’è, nel famoso elenco. Ma ben lontano dai primi posti.Restano, nel day after e negli strascichi dell’operazione di ieri (criticata per costi, ingente dispiego di forze e incapacità, per il ritardo con cui il Comune ha provato a trovare un canale efficace con gli occupanti per una soluzione abitativa alternativa che impedisse l’escalation di tensione e una vera e propria guerriglia in città), le immagini di questi bambini che, con i genitori, libri in mano o trolley trascinato pesantemente, abbandonano quella che che hanno chiamato «casa» magari per tutta la loro breve vita
C’è un bambino che cammina portandosi via i suoi pesanti libri, più grandi delle sue braccia. Un’altra che gioca con il suo zainetto a forma di peluche. Ieri attendevano agli angoli delle strade o nel cortile dell’ex scuola il loro turno per andare via, insieme a un agente o agli operatori della Sala Operativa Sociale del Comune di Roma, con sguardi assenti ma che riuscivano a illuminarsi di nuovo di fronte a chi provava a farli sorridere.
Nessun commento:
Posta un commento