venerdì 19 luglio 2019

pc 19 luglio - Salvini bugiardo e corrotto - salvato da Di Maio e da Mattarella che non vogliono la crisi


Salvini, Savoini e quella cena a Mosca alla vigilia del Metropol

Qualche ora prima, al termine del convegno organizzato da Confindustria Russia, il leader leghista ebbe un incontro coperto della «massima riservatezza»


Salvini, Savoini e quella cena a Mosca alla vigilia del Metropol
La sera precedente la riunione all’hotel Metropol di Mosca, il 17 ottobre 2018, il ministro dell’Interno Matteo Salvini cenò con Gianluca Savoini. Con loro, al ristorante Rusky all’85esimo piano del grattacielo Eye, c’erano altre sei persone. Qualche ora prima, al termine del convegno organizzato all’hotel Lotte da Confindustria Russia, il leader leghista ebbe invece un incontro coperto dalla «massima riservatezza». Quanto basta per alimentare nuovi e inquietanti interrogativi su quella trasferta del vicepremier e sulla trattativa che proprio Savoini e altri due italiani stavano conducendo con tre cittadini russi per far arrivare finanziamenti alla Lega per 65 milioni di dollari attraverso la vendita di carburante.
L’appuntamento segreto
Si torna dunque a quel 17 ottobre 2018, quando Salvini va a Mosca per partecipare all’assemblea di Confindustria Russia. Pronuncia un discorso di grande vicinanza, «io qua mi sento a casa mia, in alcuni Paesi europei no», dice alla platea. Secondo il programma ufficiale reso noto dall’ambasciata
deve ripartire per l’Italia al termine dell’evento. Savoini, che si intrattiene con i giornalisti al seguito, lo conferma. In realtà Salvini lascia la sala, ma rimane a Mosca. Forse proprio in quell’albergo dove — come conferma adesso lo staff — ebbe un incontro segreto di circa un’ora. Nessuno al momento vuole dire chi fosse l’interlocutore.

Il settimanale L’Espresso aveva ipotizzato che abbia visto Dmitry Kozak, vice primo ministro russo con delega all’energia che non può entrare in Europa perché inserito nella lista dei politici sanzionati dall’Ue. Salvini qualche mese fa ha risposto genericamente: «Ho incontrato tantissimi esponenti del governo russo, adesso non mi ricordo se nella notte del 17-18, ma ho incontrato tanti ministri, tanti sottosegretari, tanti imprenditori, ma lo faccio sempre quando vado all’estero». Finora nessuno sapeva che cosa fosse accaduto dopo, tanto che da giorni si parla di un mistero di 12 ore nella visita di Salvini. L’unica foto ufficiale risale infatti alla mattina del 18 ottobre alle 11.07 quando Salvini posta su Twitter una sua immagine: «Spuntino dietetico in aeroporto a #Mosca, dopo aver incontrato imprenditori italiani e ministri russi, si riparte direzione #Bolzano! Chi si ferma è perduto, vi abbraccio».
La cena per otto
In realtà, si scopre adesso, Salvini era andato a cena proprio con Savoini. L’appuntamento è al Rusky, panoramico ristorante noto per la sua vista mozzafiato e per l’ice bar. Al tavolo con il ministro ci sono Savoini, il presidente di Confindustria Russia Ernesto Ferlenghi, il direttore di Confindustria Russia Luca Picasso, il consigliere strategico di Salvini Claudio D’Amico, che con Savoini condivide la gestione dell’associazione Lombardia-Russia. E tre uomini dello staff del ministro: capo della segreteria, portavoce e uno degli addetti alla comunicazione.
Appena 12 ore dopo, esattamente alle 9.30 del 18 ottobre, Savoini entrerà al Metropol per incontrare i tre russi insieme con l’avvocato Gianluca Meranda e Francesco Vannucci. Argomento: i finanziamenti alla Lega. Possibile che durante la cena non si parlò di quella riunione che doveva tenersi a breve? «Ci occupammo di altro», smentisce lo staff. Salvini — dopo aver categoricamente smentito di «aver mai preso un rublo» — ha finora detto che lui non ne sapeva nulla. Fabrizio Candoni, fondatore di Confindustria Russia ha però raccontato di essere stato «invitato all’hotel Metropol e a Salvini, che era stato invitato anche lui, ho sconsigliato di andare». Dunque tutti sapevano che ci sarebbe stata quella riunione, compreso il vicepremier. E allora perché negarlo pubblicamente? Del resto che quella missione a Mosca potesse essere per lui strategica lo dimostra anche il fatto che decise di non portare con sé il consigliere diplomatico del Viminale, preferendo inserire nella delegazione Claudio D’Amico, che è il suo consigliere a Palazzo Chigi e con Savoini ha fondato Lombardia-Russia. 

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