domenica 14 luglio 2019

pc 14 luglio - LA SCIENZA PROLETARIA DELL'IMPARARE DALLE SCONFITTE - Socializziamo alcune riflessioni dal confronto gruppo di studio su "Le lotte di classe in Francia" e il contributo dell'intervento del Prof. Di Marco a Taranto

Ricordiamo che l'intervento del Prof. Di Marco si può sentire nella registrazione inserita nel post di questo blog pubblicato il 9 lugliohttps://proletaricomunisti.blogspot.com/2019/07/pc-9-luglio-intervento-del-prof-di.html
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Occorre far tesoro dell'esposizione del meccanismo tra rivoluzione e controrivoluzione e del rapporto tra "maschere" e realtà, perchè esso è in realtà una chiave iniziale e finale del discorso di Marx, e di quello che dallo scritto "Le lotte di classe in Francia" noi possiamo trarre come carattere universale, non nel senso di ricerca di un paragone superficiale, quanto del valore universale del rapporto tra "maschere" e classi, economia e politica.

Abbiamo ora più armi poter meglio padroneggiare la lotta alle tendenze, perchè abbiamo a che fare con una mole di deviazioni o di male interpretazioni che hanno in qualche maniera impedito che questi aspetti della scienza marxista - ma anche leninista, anche maoista - fossero l'effettiva essenza
delle cose che abbiamo studiato e fatto; ora restituendoli abbiamo anche gli strumenti per "separare il grano dal loglio".
La rivoluzione che arma la controrivoluzione, l'autocritica del proletariato come la chiave di volta, l'imparare, far tesoro degli errori – per la nuova ondata.
Noi dobbiamo guardare alla sconfitta, quasi inevitabile, come a quella catena degli insegnamenti dagli errori che ci permette di guardare ad una vittoria e non ad una sconfitta. La sconfitta è come se fosse una vittoria, è un processo di crescita che l'umanità fa.

Le deviazioni che ci sono, invece, è come se cadessero in una concezione “religiosa”. La vittoria del proletariato viene vista non in termini scientifici: imparare dagli errori, ecc., ma in termini fideistici.
Quando non si vede che questa catena degli errori è la matrice della vittoria, c'è sì una riproposizione di Marx, Lenin, Mao ma in termini fideistici, che è un ulteriore errore, errore di debolezza.

In questo senso la questione dell'autocritica che pone Mao spesso anche nel movimento comunista maoista viene vista solo in termini ideologistici e non in termini scientifici: imparare, riprendere, andare avanti, tornare indietro, ecc.. Diventa quasi come un fatto personale.
Questo è profondamente anti marxista, quasi un superamento del marxismo.
Nel 18 brumaio Marx scrive “Le rivoluzioni proletarie... criticano continuamente se stesse; interrompono ad ogni istante il loro proprio corso; ritornano su ciò che già sembrava cosa compiuta per ricominciare daccapo, si fanno beffe in modo spietato e senza riguardi delle mezze misure, delle debolezze e delle miserie dei loro primi tentativi; sembra che abbattano il loro avversario solo perché questo attinga dalla terra nuove forze e si levi di nuovo più formidabile di fronte ad esse; si ritraggono continuamente, spaventate dall’infinita immensità dei loro propri scopi, sino a che si crea la situazione in cui è reso impossibile ogni ritorno indietro e le circostanze stesse gridano:
Hie Rhodus, hic salta!
Qui è la rosa, qui devi ballare!

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