La manifestazione dell’estrema
destra a Charlottesville, forse il più grande raduno razzista, è
prova evidente delle forze assassine nutrite e incoraggiate da Donald Trump
La manifestazione dell’estrema destra a
Charlottesville, Virginia il 12 Agosto, probabilmente il più grande raduno
pubblico della “alt-right” razzista, è prova evidente delle forze assassine
nutrite e incoraggiate da Donald Trump nel corso degli ultimi due anni. Le
conseguenze sono state letali: una manifestante antifascista uccisa e più di
venti feriti a causa di un terrorista neonazista che ha lanciato la sua auto a
tutta velocità contro la manifestazione guidata dalle organizzazioni di
sinistra, inclusa l’ International Socialist Organization (ISO),
i Democratic Socialist of America, e gli Industrial Workers
of the World, fra le altre. Trump ha emesso un comunicato subdolo a
condanna dell’ “odio, del fanatismo e della violenza da qualunque parte
provenga”, che non ha ingannato nessuno, specialmente l’estrema destra. “Si è
rifutato persino di tirarci in ballo”, ha gongolato un sito web razzista.
“Quando i giornalisti hanno preso a nominare con veemenza il nazionalismo
bianco, il presidente è semplicemente uscito dalla stanza”.
I fascisti considerano Trump uno dei loro, e a giusta
ragione.
“Durante uno degli innumerevoli scontri, una furiosa
calca di suprematisti bianchi aveva formato una linea di combattimento verso un
gruppo di manifestanti antifascisti, molti fra loro anziani e dai capelli
grigi, che si erano nel frattempo radunati nei pressi del parcheggio di una
vicina chiesa. Su comando dei loro capi, i giovani suprematisti avevano
caricato e preso a pugni con inaudita violenza i loro nemici ideologici. Il
sangue proveniente dal capo di una donna trascinata violentemente sul
marciapiede, era immediatamente visibile. Un contingente della polizia di
Charlottesville e della polizia dello Stato della Virginia in assetto
antisommossa, è rimasto fermo a guardare dietro a una barricata di metallo
elevata nelle vicinanze.
Quando, alle 11 del mattino, il governatore della
Virginia, Terry McAuliffe ha dichiarato lo stato di emergenza, la Guardia
Nazionale ha fatto la sua comparsa. La polizia ha disperso l’estrema destra da
Emancipation Park, con il risultato di spingere sparuti gruppi di fascisti a
cercare scontri nelle via adiacenti. Avendo sentito che i fascisti si stavano
dirigendo verso una parte della città con una concentrazione di edilizia
pubblica per molestarne i residenti a basso reddito, i manifestanti antifascisti
partivano spontaneamente in corteo a difesa di queste comunità: “il sentimento
di incertezza e di impotenza è cambiato immediatamente in senso di fiducia e
autorevolezza”, secondo le dichiarazioni di un militante dell’ISO parte
dell’azione. “Non avremmo lasciato ai fascisti il controllo della situazione”. Circa
trecento manifestanti antifascisti cantavano e procedevano a ranghi serrati,
fermandosi proprio prima di voltare l’angolo della strada in cui i palazzi
erano ubicati. Ma, all’arrivo, non avevano trovato alcun militante di destra.
Un community organizer (attivisti che si occupano di
organizzare iniziative sociali nei quartieri popolari attorno ai bisogni della
comunità per rendere protagonisti i suoi abitanti. n.d.t.)
affrontava il corteo parlando al megafono affinché i manifestanti andassero via
dal quartiere per diminuire la possibilità di arrivo della polizia. Il gruppo
decideva allora di tornare indietro verso il centro cittadino, incontrando a
mezza via un altro gruppo di manifestanti che si stavano riversando
euforicamente in strada, con cui decideva di riunirsi e incamminarsi lungo la
collina verso Justice Park per festeggiare un’apparente vittoria contro i
fascisti costretti alla ritirata. Si trovavano circa a metà strada quando
sentirono all’improvviso un rumore simile a uno schianto o a un’esplosione:
corpi catapultati in aria, gente che urlava. Un’auto si era gettata a piena
velocità nella folla, per poi fare marcia indietro e sparire rapidamente dalla
vista. Nel caos seguente, le persone hanno fatto del proprio meglio per
mantenere la freddezza, valutare la situazione e chiamare il personale medico
assegnato al corteo, rimuovendo i feriti dalla strada, fuori da ulteriori
pericoli in caso di un altro assalto automobilistico, e chiamando prontamente
le ambulanze. Invece di mezzi di soccorso, però, è arrivato soltanto un mezzo
corazzato della polizia, dal cui portello è emerso un uomo in abiti militari
con un fucile equipaggiato per il lancio di lacrimogeni. Tre auto della polizia
erano dietro il mezzo, insieme a una squadra in assetto antisommossa. Il
risultato è stata la chiusura dell’area e la dispersione dei manifestanti. La
polizia doveva più tardi comunicare di aver arrestato un uomo dell’Ohio, James
Field Jr., accusato di omicidio di secondo grado, tre capi d’accusa per tentato
omicidio, e omissione di soccorso. Fotografie del giorno prima, mostravano
l’assassino con uno scudo raffigurante l’emblema del gruppo Neo-Nazi
American Vanguard. L’attacco di Field ha ucciso la trentaduenne Heather
Heyer, originaria di Charlottesville, assistente avvocatessa e appassionata
militante per la giustizia sociale. Un vicino ha detto: “ha vissuto la sua vita
come una missione, una missione per la giustizia”. La madre di Heather, Susan
Bro, è scoppiata in lacrime raccontando a un reporter dell’HuffPost: “A volte
penso che questo è ciò per cui era nata, un punto nevralgico per il
cambiamento”. Altre venti persone sono gravemente ferite. Bill Burke, militante
dell’ISO di Athens, Ohio, è tra i feriti trasportati in ambulanza con il timore
di lesioni spinali. Alla fine per fortuna non ha subito danni di quel tipo, ma
è stato trattato per commozione celebrale e profonde lacerazioni facciali che
hanno richiesto molti punti, oltre a severe escoriazioni su braccia e gambe. Burke
è stato dimesso nella serata di domenica e le sue condizioni non destano
preoccupazioni. Questo è il messaggio inviato ai suoi compagni e alle sue
compagne dell’ISO:
Vi ringrazio molto per il sostegno e la solidarietà.
Spero che ciò che i fascisti hanno fatto sia una sveglia per i nostri.
Razzismo, sessismo, omofobia, transfobia e disprezzo dei disabili: l’estrema
destra rappresenta il peggio del sistema capitalista. Se vogliamo davvero
fermarli, dobbiamo organizzarci meglio e lottare contro ogni oppressione. In
ultima istanza, dobbiamo lottare per un mondo nuovo che sia fatto per le
persone, non per il profitto.
A parte i simili di Donald Trump, nessuno crede che
questo attacco sia accaduto per caso. Ma coloro che ancora ne dubitino, dovrebbero
considerare i meme dell’alt-right apparsi mesi prima della resa dei conti a
Charlottesville. Sullo sfondo di un’auto che si schianta addosso a tre persone,
così recita: “ALL LIVES SPLATTER” (macabro gioco di parole sulla scorta di
Black Lives Matter, il cui traducente è più o meno Tutte le vite
Schizzano, n.d.t.), e, più in basso: “A nessuno frega della vostra
protesta. Portate il culo fuori dalla strada”. Questa carineria segue lo
spirito del terrorismo “divertente” di Trump, con le sue offerte “scherzose” di
pagare le parcelle legali ai suoi sostenitori che dovessero picchiare dei
manifestanti, e i suoi riferimenti “ironici” all’assassinio di un candidato a
lui avverso. Una retorica del genere ha ringalluzzito i reazionari come quelli
che hanno organizzato la fiaccolata dello scorso venerdì sera a
Charlottesville, sulla falsa riga del Raduno di Norimberga. La loro rivoltante
violenza ha già provocato lo scoppio di proteste antirazziste in tutto il
paese. Ma non possiamo fermarci qua. Occorre un movimento duraturo che si
mobiliti contro l’estrema destra con numeri ancora più grandi ogniqualvolta
quest’ultima provi ad alzare la testa, e che organizzi una sinistra radicale
alternativa alle politiche fasciste della disperazione e della ricerca del
capro espiatorio. Come ha scritto un partecipante alle proteste antifasciste di
Charlottesville sui social:
“Per governare le strade dobbiamo riempirle, se
avessimo avuto gente a copertura di ogni angolo di Charlottesville, non saremmo
stati così vulnerabili. Per smobilitare il movimento fascista, occorre che
siano surclassati sul piano numerico e cacciati via. Isolarli e demoralizzarli.
Ciò che fa più male è che le contromanifestazioni a Charlottesville avevano
cominciato a conferire un senso di fiducia e di unità d’azione [prima
dell’attacco, n.d.a.]. Due drappelli, due gruppi si sono trovati a convergere
verso il centro città andando a Justice Park per festeggiare, perché avevano
finalmente percepito un senso di organizzazione dopo essere stati divisi in
diversi luoghi della città. Questo è l’obiettivo dell’estrema destra:
terrorizzare, intimidire, e distruggere le organizzazioni dei lavoratori e
della sinistra, e chiunque considerino una minaccia. Non possiamo lasciare che
acquisiscano maggior fiducia a causa di ciò che è successo oggi”
con il contributo di Alan Maass, traduzione
di Antonello Zecca
una
versione di questo articolo è apparsa su anticapitalista.org
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