Milano, 18 agosto 2017 - «Le leggi sulla messa a terra
dei maiali riservano più spazio» di quello che viene destinato ai detenuti.
È il giudizio tranchant che Gianni Rubagotti esprime sullo stato delle
carceri lombarde documentato nel ‘Libro Bianco’ presentato ieri dal
partito Radicale e dal partito Socialista. È il risultato di un
anno di visite nelle case circondariali e di detenzione della regione,
tra cui San Vittore, l’Icam (istituto a detenzione attenuate per le donne con
bambini) e le carceri di Brescia, Como, Busto Arsizio e Monza. Il
problema principale è quello del sovraffollamento: San
Vittore ospita 153 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare di 750 posti, per un totale di 903 persone. Lo stesso avviene a Brescia dove, nonostante i posti disponibili siano 189, le persone presenti sono 313 e a Monza dove 596 sono gli ospiti nonostante i posti siano solo 403. A Como il sovraffollamento tocca la percentuale record dell’83% con 405 detenuti in una struttura che potrebbe contenerne massimo 221. Busto Arsizio si ferma ‘solo’ al 55% con 369 ospiti su 238 posti disponibili. La situazione è aggravata dal fatto che molti di loro - a San Vittore 758, a Brescia 151, a Monza 596, a Como 161, a Busto Arsizio 200 - sono in attesa di giudizio, dunque potenzialmente innocenti.
Questi numeri, in parte giustificati dal fatto che quelle analizzate
sono case circondariali e quindi destinate proprio ad ospitare i detenuti senza
una condanna definitiva, segnalano però l’inefficienza del sistema giudiziario,
come specifica Lorenzo Cinquepalmi del partito socialista. «Tenere in carcere
così a lungo una persona in attesa di un giudizio - spiega - comporta, oltre
all’elevato costo sociale, anche le spese giudiziarie, quelle per il
mantenimento in carcere e per il risarcimento in caso di assoluzione». Ad
aggravare la situazione contribuisce anche l’alto numero di casi psichiatrici e
tossicodipendenti accolti in queste strutture. Sono 479 i tossicodipendenti a
San Vittore e 254 quelli con problemi psichiatrici, a Brescia rispettivamente
128 e 100, a Monza 263 e 318, a Como 168 e 44. «Queste strutture - attacca
Rubagotti - si trasformano a volte in veri e propri ospedali» senza essere
adeguate per gestire queste situazioni. Sebbene la Costituzione prescriva che
le pene debbano «tendere alla rieducazione del condannato», il lavoro in
carcere è un miraggio: a San Vittore solo 2 detenuti usufruiscono di questa
possibilità, a Brescia 3, a Monza nessuno, a Como 35 e a Busto Arsizio 7. Se la
situazione dei detenuti si presenta difficile, non diversa appare quella degli
agenti di polizia penitenziaria, spesso in numero molto inferiore al
necessario: tenendo conto del sovraffollamento, dal rapporto emerge che a
Brescia mancano 128 unità, a Monza ben 265, a Como 294 e a Busto Arsizio 163.
«Se il sistema penitenziario funziona i costi che la società deve sostenere
diminuiscono», assicura Cinquepalmi facendo l’esempio della percentuale di
recidiva tra coloro che hanno preso parte a programmi di rieducazione che si
attesta intorno a 3%, mentre di solito è del 30-50%. Da qui la richiesta al
ministro della Giustizia Andrea Orlando: varare immediatamente i decreti
attuativi e delegati per rendere operativa la riforma dell’esecuzione
penale.
Vittore ospita 153 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare di 750 posti, per un totale di 903 persone. Lo stesso avviene a Brescia dove, nonostante i posti disponibili siano 189, le persone presenti sono 313 e a Monza dove 596 sono gli ospiti nonostante i posti siano solo 403. A Como il sovraffollamento tocca la percentuale record dell’83% con 405 detenuti in una struttura che potrebbe contenerne massimo 221. Busto Arsizio si ferma ‘solo’ al 55% con 369 ospiti su 238 posti disponibili. La situazione è aggravata dal fatto che molti di loro - a San Vittore 758, a Brescia 151, a Monza 596, a Como 161, a Busto Arsizio 200 - sono in attesa di giudizio, dunque potenzialmente innocenti.
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