Usa, dopo la
condanna Trump ricuce con la destra razzista: “Violenza a Charlottsville? Colpa
anche della sinistra estremista”
Solo lunedì il presidente, pressato dai consiglieri,
aveva deprecato le violenze avvenute a Charlottsville durante una
manifestazione di suprematisti bianchi. Martedì ha puntualizzato:
"Responsabilità condivise, ma nessuno vuole dirlo". Soddisfatto l'ex
leader del Ku Klux Klan, David Duke: "Grazie, signor presidente, per la
tua onestà e coraggio nel dire la verità"
Il 14 agosto, 48 ore dopo le violenze di Charlottsville
costate la vita ad un’attivista 32enne, ha dovuto cedere alla
richiesta di condannare in modo esplicito i suprematisti bianchi. Che però fanno pur sempre
parte della sua base elettorale, come gli ha ricordato l’ex leader del Ku Klux
Klan, David Duke. Così il giorno dopo Donald Trump ha pensato di
ricucire lo strappo. Parlando ieri con i giornalisti a New York,nella
Trump Tower, il presidente americano ha detto che “anche ‘l’alt-left’ (la sinistra
estremista) condivide la responsabilità per la violenza a a Charlottesville, ma
“nessuno vuole dirlo”.
“C’era un gruppo da una parte, ed un gruppo
dall’altra”, ha sostenuto Trump, aggiungendo che i gruppi liberali che avevano
organizzato una protesta contro i suprematisti a Charlottesville “hanno attaccato
con violenza l’altro gruppo”. “Da una parte c’era un gruppo che era molto
aggressivo e dall’altra c’era un gruppo che era molto violento”. Immediata la
soddisfazione di Duke, che lunedì aveva minacciato: “Guardati bene allo
specchio e ricordati che sono stati i bianchi americani a farti presidente, non
i radicali di sinistra”. Dopo la retromarcia, nuovo tweet: “Grazie,
signor presidente Trump, per la tua onestà e coraggio nel dire la
verità”. Trump si è poi difeso dall’accusa di aver tardato a condannare in modo
esplicito suprematisti bianchi, neonazisti e Ku Klux Klan, citati nella
dichiarazione diffusa lunedì, due giorni dopo i fatti in Virginia. “Volevo
essere sicuro che quello che dicevo fosse corretto“, si è giustificato,
non rinunciando all’ennesima battuta polemica nei confronti dei media: “A
differenza dei giornalisti non si fanno dichiarazioni fino a quando non conosci
i fatti”.
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