Migranti
anche Save the Children e Sea Eye sospendono i soccorsi. Msf: "Ue lascia
mano libera ai libici"
Le decisioni delle Ong seguono quella di Medici senza
Frontiere. E il portavoce di MsF aggiunge: "Non saremo complici di un
meccanismo illegale e disumano"
13 agosto
2017
ROMA - Dopo Medici senza Frontiere e l'Ong tedesca Sea Eye, anche Save
the Children sospende i soccorsi ai migranti nel Mediterraneo. Le decisioni
sono determinate dalla volontà della Libia di
istituire una zona Sar, "limitando l'accesso delle Ong in acque internazionali" e a un
'rischio sicurezza' segnalato dal Mrcc "dovuto a minacce della guardia
costiera libica". La Ong tedesca rilancia la denuncia di MsF: "Ci
troviamo costretti a questa decisione a causa della mutata situazione di
sicurezza nel Mediterraneo", "non possiamo più continuare il nostro
lavoro, non possiamo garantire la sicurezza degli equipaggi",
"l'espansione delle acque territoriali libiche e le minacce alle Ong non
ci lasciano altra scelta", si legge in una serie di tweet
IL CASO
Le autorità
libiche hanno dichiarato pubblicamente di aver istituito una zona di ricerca e
soccorso (Sar) e limitato l'accesso delle navi umanitarie nelle acque
internazionali al largo delle coste libiche. Subito dopo, il Centro di
Coordinamento del Soccorso Marittimo (Mrcc) di Roma ha allertato Medici Senza
Frontiere (Msf) di un rischio sicurezza legato alle minacce pronunciate
pubblicamente dalla Guardia Costiera Libica contro le navi di ricerca e
soccorso umanitarie impegnate in acque internazionali.
A seguito di queste ulteriori restrizioni all'assistenza umanitaria indipendente e dell'aumento dei blocchi che costringono i migranti in Libia, Msf ha deciso di sospendere temporaneamente le attività di ricerca e soccorso della propria nave, la Prudence. L'equipe medica di Msf continuerà a supportare le attività di soccorso a bordo della nave Aquarius, di Sos Méditerranée, che al momento sta pattugliando le acque internazionali.
A seguito di queste ulteriori restrizioni all'assistenza umanitaria indipendente e dell'aumento dei blocchi che costringono i migranti in Libia, Msf ha deciso di sospendere temporaneamente le attività di ricerca e soccorso della propria nave, la Prudence. L'equipe medica di Msf continuerà a supportare le attività di soccorso a bordo della nave Aquarius, di Sos Méditerranée, che al momento sta pattugliando le acque internazionali.
• IL
RAMMARICO DI SAVE THE CHILDREN
Save the
Children "si rammarica di dover essere costretta a mettere in pausa le
proprie operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo a causa delle
decisioni dalla Marina Libica di controllare le acque internazionali in cui
normalmente opera la nave della Ong con l'obiettivo di salvare vite
umane". "Si tratta - viene sottolineato nella nota - di una
situazione molto preoccupante per il rischio di sicurezza dello staff e per la
reale capacità della Vos Hestia di mettere in atto la propria missione di
soccorso".
• MSF:
"UE LASCIA MANO LIBERA AI LIBICI"
"I
libici oramai possono fare quello che vogliono con il sostegno dell'Europa e dell'Italia
- afferma Stefano Argenziano, coordinatore dei progetti di migrazione di Medici
senza frontiere - noi di Msf non vogliamo essere cooptati in questo meccanismo
illegale, perverso e disumano", sottolinea Argenziano, secondo cui
"il codice di condotta è solo una distrazione, non ha alcuna base legale.
Chi rispetta la legalità siamo noi, come abbiamo sempre fatto. Sono illegali,
invece, gli accordi con la Libia, che fanno proliferare gli scafisti e le
mafie. Le crisi migratorie si risolvono solo con la gestione ragionata dei
flussi. Riprenderemo le nostre attività in mare solo - conclude - se si tornerà
alla legge e al diritto internazionale".
• "PIù
MORTI IN MARE E PIù INTRAPPOLATI IN LIìBIA"
"Se
queste dichiarazioni verranno confermate e gli ordini attuati, vediamo due
gravi conseguenze: ci saranno più morti in mare e più persone intrappolate
in Libia"
dichiara Loris De Filippi, presidente di Msf. "Se le navi umanitarie
vengono spinte fuori dal Mediterraneo, ci saranno meno navi pronte a soccorrere
le persone prima che anneghino. Chi non annegherà verrà intercettato e
riportato in Libia, che sappiamo essere un luogo di assenza di legalità,
detenzione arbitraria e violenza estrema".
Per De Filippi "i recenti sviluppi rappresentano un altro preoccupante tassello di un ambiente sempre più ostile per le operazioni salvavita di soccorso" e evidenzia come "gli stati europei e le autorità libiche stanno attuando congiuntamente un blocco alla possibilità delle persone di cercare sicurezza. È un attacco inaccettabile alla vita e alla dignità delle persone".
Per De Filippi "i recenti sviluppi rappresentano un altro preoccupante tassello di un ambiente sempre più ostile per le operazioni salvavita di soccorso" e evidenzia come "gli stati europei e le autorità libiche stanno attuando congiuntamente un blocco alla possibilità delle persone di cercare sicurezza. È un attacco inaccettabile alla vita e alla dignità delle persone".
•
"SERVONO VIE SICURE E LEGALI PER MIGRANTI"
"Msf
rifiuta di essere cooptata in un sistema che mira, a qualunque costo, a
impedire alle persone di cercare sicurezza", ha dichiarato Brice de le
Vingne, direttore delle operazioni di Medici senza Frontiere. "Chiediamo
alle autorità europee e italiane di smettere di attuare strategie letali di
contenimento che intrappolano le persone in un Paese in guerra, senza nessuna
considerazione dei loro bisogni di protezione e assistenza. Servono
urgentemente delle vie sicure e legali per migranti e rifugiati, per ridurre
inutili sofferenze e morti", ha aggiunto. Medici senza frontiere è una
delle Ong, insieme ai tedeschi di Sea Watch e Jugend Rettet, a non aver
sottoscritto il codice di condotta voluto dal Viminale con le regole
per il salvataggio in mare dei migranti. L'ultima a firmare, in ordine di
tempo, è stata Sos Méditerranée, dopo che al testo sono
stati aggiunti due emendamenti.
· SCHEDA: I 13 IMPEGNI DEL CODICE
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