riportiamo l'articolo dal sito http://nomuosniscemi.it/news/2017/03/23/muos-avanti-lindagine-sul-dirigente-che-diede-via-libera-38907
Muos, avanti l'indagine sul dirigente che diede via libera - Gip: «Le misurazioni delle onde basate su dati di parte»
CRONACA – Il giudice ha respinto per la terza volta la
richiesta di archiviazione a carico di Gaetano Gullo, che nel 2013 firmò la
revoca delle revoche. Nell'indicare ai pm come proseguire gli accertamenti,
analizza anche la recente sentenza del Cga. E dice: le verifiche sul campo
partono da «un'incongruenza madornale ed evidente»
La vicenda del Muos di Niscemi va avanti, tra un ribaltamento e
l'altro, nelle aule giudiziarie. Se le ultime due decisioni dei giudici - quelli amministrativi del Cga e quelli del
Riesame che hanno ordinato il dissequestro dell'impianto - hanno segnato due punti a favore del ministro della Difesa italiano e degli Stati Uniti, stavolta sono gli attivisti e le associazioni che si sono battuti contro le parabole a poter sorridere.
Riesame che hanno ordinato il dissequestro dell'impianto - hanno segnato due punti a favore del ministro della Difesa italiano e degli Stati Uniti, stavolta sono gli attivisti e le associazioni che si sono battuti contro le parabole a poter sorridere.
L'indagine sul dirigente della Regione Sicilia che, nel
2013, ha firmato il via libera al Muos, andrà avanti. Gaetano Gullo è stato denunciato dall'associazione Rita Atria per falso ideologico e abuso
in atto d'ufficio. Per tre volte la Procura ha chiesto di archiviare il caso, e
per tre volte il Gip del Tribunale di Palermo ha respinto l'istanza. L'ultima,
tre giorni fa, il 20 marzo. E la decisione era tutt'altro che scontata, visto
che, nel frattempo, erano arrivate le due sentenze di Cga e
Riesame, favorevoli agli Usa.
Eppure il giudice Sergio Ziino invita la Procura di Palermo ad andare
avanti perché molte cose restano non chiare. E indica ai pm anche la strada da
seguire: andare a parlare con i tecnici dell'Istituto
superiore di sanità che nel 2013 si espressero
sulla pericolosità del Muos. Gullo, infatti, nel provvedimento incriminato, noto come la revoca
delle revoche, si era basato proprio sulla relazione dell'Iss. Ma -
ed è questa l'accusa che gli viene mossa - stralciandone solo una parte e
decontestualizzandola. Sostanzialmente rassicurando sui rischi per la salute,
laddove i tecnici non avevano dato certezze. «Le ulteriori indagini - scrive
ora il gip di Palermo - devono essere dirette ad accertare se, e in che
termini, la deliberazione degli organi regionali sia coerente con il contenuto
della loro relazione del luglio 2013, o se lo travisi del tutto, in modo più o
meno giustificabile».
Il giudice, poi, commenta anche la recente sentenza del
Consiglio di giustizia amministrativa che, dopo aver ordinato l'accensione
delle parabole per verificare il livello di emissione dei campi
elettromagnetici, concluse sulla non pericolosità del Muos e sull'assenza di
abusivismo dell'opera. Il gip esprime dubbi proprio sulle verifiche fatte
sul campo. «Non sembra - scrive - siano stati chiariti del tutto i dubbi e le
perplessità fondati sulla circostanza che una larga parte della verificazione si sarebbe
basata su dati tecnici forniti direttamente da una delle parti interessate alla definitiva installazione degli
impianti (dati acquisiti attraverso la consultazione del governo americano,
e garantiti quindi dagli stessi committenti, titolari del progetto
dell'impianto)». La tesi dell'inaffidabilità, perché di parte, dei dati alla
base delle verifiche è stata sostenuta da tempo dal coordinamento
dei comitati No Muos e
dalla stessa associazione Rita Atria.
«In particolare - continua il giudice - sono rimasti poco chiari
sia la circostanza che le misurazioni del collegio dei verificatori (i periti
nominati dal Cga ndr) sarebbero state effettuate portando
le singole antenne del Muos a valori di potenza di massima trasmissione (200
watt), di fatto più bassi (di ben otto volte), rispetto a quelli massimo
indicati negli elaborati progettuali (1.600 watt)».
«Un'incongruenza - scrive poco dopo - madornale ed evidente».
«Desta perplessità - continua Ziino - il fatto che il differente valore massimo
(200 watt) scelto dal collegio dei verificatori, e posto alla base della
verificazione, sembra sia stato garantito unicamente dalle indicazioni tecniche
fornite dagli stessi committenti».
Il gip conclude quindi che «sembrerebbe che le
verificazioni siano state quindi integralmente condotte sulla base di premesse
e presupposti di fatto forniti esclusivamente da una delle parti interessate».
Cioè il governo degli Stati Uniti d'America.
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