domenica 19 marzo 2017

pc 19 marzo - Minniti, il ministro degli interni moderno fascista, uomo dei servizi segreti, della repressione a tutto campo, del DASPO cittadino di fatto contro chiunque manifesti opposizione al governo… fa pure lo sciacallo sulla morte del clochard a Palermo!

Fa lo sciacallo quando nega che l’uomo era un clochard, cioè un uomo colpito dalla disoccupazione e dalla mancanza assoluta di assistenza in questa società borghese senza cuore; fa lo sciacallo quando fa finta di indignarsi per il gesto “barbaro”, quando le sue decisioni, per esempio contro i migranti, non fanno che rendere ancora più barbara tutta la società; fa lo sciacallo moderno fascista quando esprime “orgoglio da italiano” perché la polizia ha risolto il caso presto, dimenticando che si tratta dello stesso orgoglio di quella polizia che manganella operai, lavoratori, donne giovani e tutti quelli che protestano per il lavoro, contro le ingiustizie di questa società; e ancora la stessa “rapidità” non c’è mai quando si tratta per esempio da circa 70 anni di “sconfiggere la mafia” anzi lo “Stato-mafia” come dice la lunga inchiesta in corso…

Riportiamo l’articolo del Giornale di Sicilia con le sue dichiarazioni:

Minniti: è morto un uomo non un clochard
“Ieri abbiamo visto l’immagine drammatica di un uomo bruciato, sui giornali è stato detto che era un
clochard; lui non era un clochard, era un uomo e si chiamava Marcello Cimino”, ha detto il ministro dell’Interno Marco Minniti, ieri, al Lingotto. “È stato assassinato nel modo più barbaro possibile – ha aggiunto -, nulla di più drammatico che dare fuoco ad una persona e consentitemi con orgoglio da italiano di poter dire che in poche ore la polizia di Palermo ha assicurato alla giustizia quel barbaro”.
Intanto il Centro Pio La Torre chiede all’Ars di mettere all’ordine del giorno il disegno di legge id iniziativa popolare per il contrasto alla povertà assoluta, presentato assieme a Cgil-Cisl-Uil e un ampio cartello di associazioni del volontariato, per sostenere almeno duecentomila siciliani indigenti già quest’anno e un milione entro tre anni. “In Sicilia tutto tace sul fronte povertà – è scritto in un comunicato – nonostante bisogna essere ciechi per non vedere che l’isola ha oltre il 18% di incidenza della povertà assoluta a fronte del 9,4% della popolazione nazionale”.
Tornando al terribile delitto ai Cappuccini, “è l’ennesimo segno di una disumanità enorme e noi dobbiamo chiederci quanto queste violenze siano frutto di un clima di egoismo, indifferenza e ostilità verso le persone più deboli o diverse. Persone fragili esposte all’indifferenza ma anche alla violenza verbale, ha commentato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera.
Il Giornale di Sicilia
13/3/17

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