L'accordo siglato nei giorni scorsi nella riunione dei ministri
dell’Interno della rotta del Mediterraneo (Europa, Africa, con la
presenza della Svizzera) presieduta da Marco Minniti, costituisce un altro passo della politica dell'imperialismo italiano e dei paesi imperialisti dell'Europa di attacco verso i popoli dell'Africa e del Medio Oriente.
Per le migliaia di migranti, uomini, donne, bambini che subiscono la guerra e/o la rapina/miseria portata e provocata da questi stessi paesi imperialisti e che hanno l'unica "colpa" di voler vivere, ciò che accadrà sta anche nelle parole, di un'intervista al CdS del 22 marzo, dell'ammiraglio Enrico Credendino, comandante dell'operazione UE per bloccare i barconi dal nord Africa: "L'anno scorso ci sono stati 4-500 morti perchè i libici non sanno intervenire, ora stiamo insegnando a farlo. Quando li recuperano sappiamo dove li portano. Ma è sempre meglio mandarli nei campi, piuttosto che farli annegare".
Tutti sanno bene che in questi campi accadono le peggiori violenze, di cui il minimo sono le bastonate, la fame, il carcere, a cui si aggiungono le "normali" torture, come gli stupri verso donne e bambine; questi campi sono poi una sorta di pozzo nero da cui attingono i padroni locali e internazionali per avere braccia da supersfruttare.
L'imperialismo è orrore senza fine, e per i suoi interessi economici, politici non si ferma davanti a niente.
E sulla pelle e sulla vita dei migranti sta avvenendo una sorta di contrattazione: con la Libia che coglie l'occasione per avere molto di più e il governo italiano, il nero Minniti che taglia il "fondo per l'Africa" per dare più mezzi al governo libico di Serraj perchè blocchi con la forza i migranti e li rinchiuda nei campi in Libia.
Per controllare i flussi migratori e fermare le partenze il
governo Serraj chiede infatti navi, elicotteri, fuoristrada,
macchine, ambulanze, sale operative, apparecchiature. Per questo ha presentato un elenco delle forniture lungo e costoso da avere in 24 mesi. "In particolare sono state chieste 10
navi per la ricerca e il soccorso (alcune da oltre trenta metri) e 10
motovedette che devono essere utilizzate per i controlli sotto costa
in modo da impedire alle “carrette” dei trafficanti di salpare. E poi quattro elicotteri, 24 gommoni, 10 ambulanze, 30 jeep, 15 automobili,
30 telefoni satellitari Turaya oltre a mute da sub, bombole per
l’ossigeno, binocoli diurni e notturni... Uno dei punti fondamentali dell’intesa riguarda la creazione di una sala operativa uguale a quelle che si trovano in tutti gli Stati dell’Unione e consentono di tenere sotto controllo costantemente il tratto di Mediterraneo che separa la Libia dall’Europa, dunque dall’Italia". (dal CdS)
L’accordo bilaterale prevede, inoltre, «l’addestramento, l’equipaggiamento dei poliziotti libici ed il sostegno alla guardia costiera libica». da parte delle Forze dell'ordine italiane
Mentre è già avviato un altro "negoziato per la
creazione di campi di accoglienza per i profughi in alcuni Paesi
africani in modo da alleggerire la pressione proprio sulla Libia" (idem).
Occorre sempre più comprendere che la lotta dei rivoluzionari, degli antimperialisti, antirazzisti in solidarietà e a sostegno dei migranti e delle loro proteste e lotte, non è solo una lotta di solidarietà ma è parte oggi centrale della lotta contro l'imperialismo, contro il nostro imperialismo, perchè la questione dei migranti è il cuore della contraddizione strategica, oggi centrale, tra imperialismo e popoli oppressi.
Questo richiede una pratica conseguente di unità tra proletariato e masse popolari del nostro paese e immigrati e masse popolari dei paesi oppressi dall'imperialismo, per rovesciare questo sistema barbaro di guerra, miseria e oppressione.
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