L'assemblea
ha approvato un testo che raccoglie tutte le proposte fatte nella
discussione (in attesa di pubblicazione) e ha deciso un piano di lavoro molto importante e
articolato, sia a livello
locale, nazionale che internazionale.
Il Soccorso rosso proletario Italia vi ha partecipato. E' stata una prima partecipazione ad un'assemblea di
questo tipo, mentre alla campagna generale aveva dato finora un
appoggio soprattutto informativo e di partecipazione alla manifestazione tenutasi a Milano.
L'assemblea
generale, seguita dal meeting pubblico molto partecipato del pomeriggio dimostra che questo Comitato e questo movimento internazionale è
davvero importante in Francia e raccoglie l'adesione di parti
significative del movimento pro Palestina e degli organismi operanti
nel mondo arabo, raggiungendo una presenza in diverse città della
Francia. Anche sul piano internazionale ha raggiunto e coinvolto la
maggiorparte delle organizzazioni di solidarietà coi prigionieri ed
è quindi in grado di estendersi anche a livello internazionale; è molto importante che questa campagna si sia diffusa anche direttamente in Libano, Palestina, Tunisia, ecc.
Del Comitato organizzatore dell'assemblea generale sono parte i compagni del PCm Francia; il loro riconoscimento è aumentato anche per affetto della lotta tra le due linee che vi è stata nel Comitato che ha portato alla fuoriuscita delle componenti ostili a questi compagni e alla nostra tendenza in generale.
La
direzione del Comitato è dell'organismo, Cri, che partecipa abbastanza stabilmente al Comitato India.
La presenza del Soccorso Rosso Proletario Italia si è svolta con un intervento che ha portato la
visione del nostro lavoro e raccontato gli impegni effettivi finora svolti e
soprattutto che da svolgere.
Tra questi, importante è l'intenzione di fare il 19 giugno una giornata di mobilitazione centrata principalmente su Milano per George Ibrahim Abdallah, come uno dei maggiori prigionieri politici nel mondo, insieme al prof. Saibaba, Pres. Gonzalo.
Questa
proposta non solo è stata recepita nel piano di lavoro generale dell'Assemblea, ma il Comitato ha deciso di fare questa iniziativa, anche in Francia.
Nell'assemblea vi è stato anche l'intervento del Comitato di sostegno alla guerra popolare in India che portato l'habitat generale intorno a cui far
avanzare la conoscenza per la campagna India.
Il Comitato India ha sottolineato in particolare tre
punti su di essa:
- la
vicenda Abdallah è una delle manifestazioni della contraddizione
principale tra imperialismo e popoli oppressi;
- è
una manifestazione dello scontro tra rivoluzione e controrivoluzione,
per queste ragioni è una battaglia che bisogna vincere e la cui
vittoria aiuta l'affermarsi della contraddizione principale dal lato
dei popoli e della rivoluzione dal lato della tendenza. Se si colgono
questi due aspetti si può riconoscere e cogliere
l'importanza della guerra popolare in India e della necessità del suo sostegno;
- la
terza questione è propria la questione dei prigionieri politici; in India vi sono
10mila prigionieri politici, la più grande concentrazione al mondo di prigionieri politici, fondamentalmente legati alla guerra popolare maoista. La
persecuzione del prof. Saibaba, in parte simile a quella
di GI Abdallah, richiede una campagna simile a quella per GI Abdallah. Nello stesso tempo, la
repressione e gli arresti in India sono espressione della più grande
lotta armata, di liberazione che esiste attualmente al mondo, in un
paese che è il 2° più grande paese del mondo.
Il meeting pubblico del pomeriggio e ha dimostrato il forte
intreccio tra la battaglia per la liberazione di GI Abdallah, il movimento
complessivo della Palestina e il movimento degli immigrati in
lotta contro violenze poliziesche e razzismo.
****
L'appello
che ha convocato l'assemblea scriveva: “Forte del successo
nazionale e internazionale della campagna unitaria per la liberazione
di George Ibrahim Abdallah facciamo appello a moltiplicare, unire e
coordinare le nostre forze, per fare del 2017 un anno decisivo di
lotta per la liberazione del nostro compagno. Facciamo appello a
tutti coloro che sono al fianco dei popoli in lotta, a fianco della
resistenza palestinese, che combattono il capitalismo,
l'imperialismo, il sionismo, il colonialismo e gli Stati reazionari
arabi, a formare un fronte unitario d'azione per la liberazione di
George I.A. Ricordiamoc he questo prigioniero politico è incarcerato
dal 1984 per complicità in atti di resistenza all'invasione sionista
del suo paese, il Libano e mantenuto in prigione su ingiunzione del
governo Usa, malgrado due librerazioni pronunciate dal Tribunale di
appliaczione delle pene. Ricordiamo che questo militante comunista
rivoluzionario in tutto il periodo della sua carcerazione non ha mai
rinnegato il suo impegno politico antimperialista e che conferma
ancora oggi la sua indoimabile volontà e attaccamento alla giusta
causa dei popoli oppressi di Palestina, Libano e ovunque nel mondo.
La lotta per la sua liberazione si inscrive, dunque, pienamente nella
lotta più larga per la difesa di tutti i prigionieri politici
rivoluzionari nel mondo”.
In un
depliand di Solidaritè per George si riporta una sua dichiarazione
in cui dice: “In tempi di crisi, tempi di grande lotta, la
borghesia imperialista non cessa di rafforzare sempre più il suo
arsenale repressivo, decretando nuove leggi sempre più assurde,
colpendo le nuove categorie di strati popolari... la barbarie del
capitale, le sue guerre devastatrici nelle periferie del sistema e la
miseria che essa genera ormai dapertutto non possono che suscitare la
mobilitazione e la combattività delle masse popolari e attizzare
sempre più rivolte e proteste su scala planetaria... Resistere e
sempre resistere finbo al cambiamento dei rapporti di forza”.
La
battaglia per la libertà di GIA è legata al sostegno a tutti i
progionieri palestinesi “Dal '67 circa 700mila palestinesi sono
passati nelle galere sioniste, cioè circa il 20% della popolazione.
Dal 2002 l'esercito di occupazione israeliana ha arrestato,
interrogato e detenuto 7mila ragazzi palestinesi tra i 12 e i 17
anni... Nell'aprile 2013 203 ragazzi palestinesi di cui 44 meno di 16
anni si trovano nei centri di detenzione militare degli israeliani.
Tra i prigionieri vi sono poi numnerosi membri del Consiglio
legislativo palestinese, tra cui Ahmad Sa'adt, segretario generale
del FPLP...”.
Soccorso Rosso Proletario - Italia
18.3.17
18.3.17
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