La sentenza di condanna
è scandalosa! Si fonda su labili prove acquisite illegittimamente e
custodite illegalmente, su “confessioni” estorte e poi ritrattate,
ma la denuncia di coartazione da parte degli imputati non è stata
neppure acquisita da quello stesso funzionario che aveva disposto i
mandati di perquisizione infedeli! La corte ha perfino rifiutato di
emettere un ordine aggiuntivo che garantisca in carcere a Saibaba
l’assistenza e le cure mediche per lui vitali.
Come ci ha detto lo
stesso Saibaba quando abbiamo avuto l’onore di incontrarlo, a
giudici e poliziotti non interessava provare le accuse, nei lunghi
interrogatori non facevano che ripetergli: “ferma la campagna
contro Green Hunt, torna a fare semplicemente il professore di
inglese, e ti lasceremo in pace”.
Vogliono far tacere,
seppellendolo per sempre in carcere fino ad assassinarlo, la sua voce
autorevole e ascoltata, di strenuo difensore dei diritti dei
contadini contadini, delle popolazioni tribali adivasi, degli
intoccabili delle caste inferiori (dalit), della classe operaia e di
tutti i settori sfruttati e oppressi della società in India.
A tutte le forze antimperialiste
Alle organizzazioni contro la repressione e di solidarietà con i
prigionieri politici
Ai docenti, intellettuali, studenti democratici
Protestiamo contro
la condanna all’ergastolo del Prof. GN Saibaba e 5 suoi compagni!
Fermiamo il
soffocamento del dissenso con leggi liberticide e processi farsa!
Libertà per tutti i
prigionieri politici in India!
Dopo quasi quattro
anni, il 7 marzo 2017, la persecuzione contro il Professor G N
Saibaba della Delhi
University si è conclusa con la condanna all’ergastolo sua e di altri 5 imputati.
University si è conclusa con la condanna all’ergastolo sua e di altri 5 imputati.
Nel 2013 la polizia del
Maharashtra perquisì illegalmente per due volte l’abitazione del
dottor Saibaba con la falsa motivazione di “ricettazione di oggetti
rubati”, sequestrò supporti informatici senza registrarli e
sigillarli come impone la procedura legale.
Nell’aprile 2014 lo
stesso professore, disabile al 90% e costretto su sedia a rotelle, fu
sequestrato e incarcerato, accusato secondo la legge di “prevenzione
delle attività illegali” (UAPA) insieme ad altri 5, il giornalista
e attivista Prashant Rahi, lo studente Hem Mishra e gli adivasi Pandu
Narote, Mahesh Tirki e Vijay Tirki.
Per due anni è stato
detenuto in attesa di giudizio nella prigione centrale di Nagpur,
dove gli sono sono state sistematicamente negate le più elementari
strutture necessarie a una persona nelle sue condizioni le terapie e
l’assistenza medica necessaria, causando un drammatico
peggioramento della sua salute, come riconosciuto dalla la Corte
Suprema indiana che nell’aprile 2016 gli ha concesso la libertà su
cauzione.
Da allora fino alla
vigilia della sentenza Saibaba è stato è stato prima ricoverato in
terapia intensiva, sottoposto a cure per problemi cardiaci, calcoli
alla cistifellea, pancreatite e ipertensione arteriosa, a
fisioterapia per le varie complicazioni ortopediche provocate dalle
inumane condizioni di prigionia, dimesso per prepararsi a un
intervento urgente di rimozione delle cistifellea.
La sentenza di condanna
è scandalosa! Si fonda su labili prove acquisite illegittimamente e
custodite illegalmente, su “confessioni” estorte e poi ritratte,
ma la denuncia di coartazione da parte degli imputati non è stata
neppure acquisita da quello stesso funzionario che aveva disposto i
mandati di perquisizione infedeli! La corte ha perfino rifiutato di
emettere un ordine aggiuntivo che garantisca in carcere a Saibaba
l’assistenza e le cure mediche per lui vitali.
Come ci ha detto lo
stesso Saibaba quando abbiamo avuto l’onore di incontrarlo, a
giudici e poliziotti non interessava provare le accuse, nei lunghi
interrogatori non facevano che ripetergli: “ferma la campagna
contro Green Hunt, torna a fare semplicemente il professore di
inglese, e ti lasceremo in pace”.
Vogliono far tacere,
seppellendolo per sempre in carcere fino ad assassinarlo, la sua voce
autorevole e ascoltata, di strenuo difensore dei diritti dei
contadini contadini, delle popolazioni tribali adivasi, degli
intoccabili delle caste inferiori (dalit), della classe operaia e di
tutti i settori sfruttati e oppressi della società in India.
Vogliono piegare la
resistenza delle popolazioni tribali che stanno difendendo le loro
acque, le foreste e le terre per impedire che diventino preda
dell’avidità delle compagnie minerarie.
Vogliono strangolare le
campagne nazionali e internazionali di solidarietà contro la guerra
al popolo scatenata dai governi indiani con la Operazione Green Hunt,
Salwa Judum 1 e 2, ecc.
Vogliono lanciare un
monito contro tutta l’opposizione democratica al governo fascista
Indù di Modi, contro chi resiste al terrore fascista, razzista e
fondamentalista indù delle organizzazioni illegali ed eserciti
privati foraggiati dallo stato, contro tutti i difensori dei diritti
umani e dei prigionieri politici.
Per tutti questi
motivi, questa sentenza no può passare sotto silenzio!
Organizziamo ovunque
possibile assemblee di informazione, petizioni per la liberazione
immediata di Saibaba e un giusto processo, iniziative di proteste
presso ambasciate e consolati indiani.
Scriviamo e
protestiamo:
Ambasciata
Indiana, Via
XX Settembre, 5
Mr.
Anil
Wadhwa
Fax:
064819539
Ministero
degli Esteri
Mr.
Sushma Swaraj
Fax:
011-23011463,
23013254
Ministero
della giustizia
Mr.
Shri
Ravi Shankar Prasad
ravis@sansad.nic.in
Fax:
011-23793691
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