"Fascista
è chi offende e umilia le donne e gli operai", scrissi su un foglietto
dell'inesistente bacheca del brico io quando A. Aleandri prese ad
offendere ed umiliare una collega dopo il nostro simbolico sciopero
delle donne. Ma ad A. Aleandri, offendere ed umiliare le lavoratrici e i
lavoratori non bastava. Quel che è successo dopo lo si sa... ma quel
che non si vuole si sappia è che Aleandri, noto in città per essere "di
sinistra", più o meno come Renzi e il suo Jobs Act, offende e umilia le
donne e gli operai, discrimina e licenzia anche solo per motivi
caratteriali, perchè si è solidali, perchè la solidarietà di classe è
fattore indispensabile e propedeutico alla lotta di classe. I
licenziamenti all'Aleandri Bricolage SRL non sono altro che un'azione di
controrivoluzione preventiva del fascismo padronale. Ma nessun giornale
scriverà questo, perciò lo scrivo io senza tema di querela perchè dico
il vero e "dire la verità è rivoluzionario" (A. Gramsci)
23 gennaio, prima udienza
di nuovo in scena l'ipocrisia e la meschinità della borghesia
Il Centro, 26.11.2015 |
In realtà si è trattato di un tentativo di
conciliazione obbligatorio, davanti al giudice del lavoro, in cui l’Avv. D’Alfonso,
in rappresentanza dell’azienda, ha ammesso che questa non aveva ancora
proceduto a ridurre le superfici di vendita, ma che aveva cominciato a cercare
economie terze interessate alla locazione, prima del deposito del ricorso e che
l’azienda aveva proceduto ad assumere, dopo i licenziamenti, lavoratori
interinali a tempo determinato, ma “per sopperire ai posti lasciati vuoti da
personale in ferie, malattia, infortunio”.
La rappresentante dei licenziati ricorrenti, Avv.
Francesca Ramicone, non ha contestato i bilanci dell’azienda, ma il modo in
cui l’azienda cercava di risanare i bilanci e nella fattispecie ha sottolineato
che, come si evince dalla lettera di licenziamento (All.1), la riduzione del
personale semmai doveva essere una conseguenza della riduzione delle superfici
di vendita e non il contrario, che l’azienda, prima di licenziare avrebbe
dovuto mettere in conto ferie, malattia e infortuni del personale residuo, che,
“cosa ancor più grave, l’azienda ha ri-assunto come interinale, l’unica lavoratrice
licenziata che non aveva impugnato il licenziamento e che, per anzianità e
famigliari a carico, era l’ultima a dover essere ripescata in caso di
necessità”. L’Avv. Ramicone ha aggiunto inoltre che la sottoscritta, avrebbe
accettato il demansionamento e il
part-time, pur di essere reintegrata, ma l’azienda non ha voluto sentir parlare
né di reintegra dei licenziati ricorrenti, né di indennizzi agli stessi,
ricordando di “essere nota in città per aver operato sempre credendo e
investendo nel capitale umano”, di “avere a cuore gli interessi dei
lavoratori".
Ma non tutti i lavoratori sono uguali:
Ma non tutti i lavoratori sono uguali:
si dà il caso che quelli licenziati e
ripescati sono quelli che non hanno impugnato il licenziamento!
Si dà il caso
che quelli che lavoravano prima da Aleandri con contratto precario - e quindi
più vulnerabili e obbedienti - non sono stati stabilizzati, ma sono stati
somministrati dopo i 4 - 1 licenziamenti
si dà il caso che anche i ricorrenti
abbiano fatto richiesta di lavorare alla stessa agenzia interinale, ma sono
ancora disoccupati
si dà il caso che a questi ultimi, che oramai avevano acquisito competenze e professionalità nell'Aleandri Bricolage SRL., siano stati preferiti 2 nuovi lavoratori che non avevano mai lavorato prima da Aleandri Bricolage SRL.
si dà il caso che a questi ultimi, che oramai avevano acquisito competenze e professionalità nell'Aleandri Bricolage SRL., siano stati preferiti 2 nuovi lavoratori che non avevano mai lavorato prima da Aleandri Bricolage SRL.
Nessun accordo, quindi si va avanti con il processo.
Il giudice ha disposto l’acquisizione dei contratti di
somministrazione stipulati da Aleandri dal mese di giugno 2014 (nei quali però
non risulterà, per la riforma Fornero,
la motivazione per l’assunzione addotta da Aleandri, quindi bisognerà
credergli sulla parola?!!) e ha fissato una nuova udienza per il 13 febbraio.
Luigia De
Biasi
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