STRAGE VIAREGGIO, RISCHIA DI CADERE IN PRESCRIZIONE IL REATO DI INCENDIO
COLPOSO
Familiari: “E’ inaccettabile, i nostri figli sono bruciati vivi".
Potrebbe rimanere
senza un colpevole l’incendio che bruciò vive 32 persone nel disastro
ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009. Il rischio è che dopo 6 anni il
reato di incendio colposo cada in prescrizione. A lanciare l’allarme è Il Mondo
che Vorrei, l’associazione dei familiari delle vittime. La presidente Daniela
Rombi, che nella strage ha perso la figlia Emanuela di 21 anni, dichiara a Il
Fatto Quotidiano: “E’ un problema di leggi. La politica deve trovare una
soluzione. Noi non possiamo accettare assolutamente la prescrizione
dell’incendio colposo, perché i nostri figli sono morti bruciati vivi. Anche
l’imputato Mauro Moretti dice di volere la verità. La verità non si fa con la
prescrizione, ma andando fino in fondo. Noi dobbiamo essere fuori da questa
prescrizione. Vogliamo un confronto con Renzi, che ha detto ‘pagare tutti fino
all’ultimo’; questo deve valere anche per Viareggio e per tutte quelle stragi,
come l’Eternit, dove sono morte persone innocenti per le negligenze e le colpe
di qualcuno. Non ci fermeremo”.
Tecnicamente cosa
cambierebbe se il reato di incendio andasse in prescrizione? Lo spiega a Il
Fatto Quotidiano l’avvocato Gabriele Dalle Luche, difensore dei Rappresentanti
dei Lavoratori per la Sicurezza in Trenitalia: “L’incendio colposo è punito con
pene da 1 a 5 anni e raddoppiato in caso di disastro ferroviario come a
Viareggio”. Tra i reati contestati, anche omicidio colposo plurimo, illecito
amministrativo e violazione delle norme per la sicurezza sul
lavoro.
Allarmato
dall’ipotesi prescrizione anche Marco Piagentini, che nel disastro ferroviario
ha perso la moglie Stefania di 40 anni e i due figli Luca e Lorenzo,
rispettivamente di 4 anni e 17 mesi. Con Il Fatto Quotidiano si sfoga: “Chi è
prescritto non è innocente. Per me è colpevole. La prescrizione non ci deve
essere per chi ruba soldi pubblici? A maggior ragione per chi ammazza delle
persone. Sennò chi ha i soldi manda per le lunghe un processo finché non va in
prescrizione. Chi li ha ammazzati i miei figli? Sono morti di infarto? Di cosa
stiamo parlando? Non dovrebbe neanche venire da noi la questione, dovrebbe
essere la politica in primis a capire che c’è un problema di leggi. Ma forse non
lo vogliono vedere”.
Intanto il processo
continua.
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