"Magherini morto perché era un
drogato". Nei secoli fedeli…
- Sabato, 02 Agosto 2014 00:00
- Mario Di Vito
La libertà
di espressione è una cosa bellissima, il pudore purtroppo è un termine
difficile che somiglia troppo a ‘sudore’ perché qualcuno lo prenda in
considerazione quando decide di esprimersi pubblicamente. La premessa è dovuta,
visto quanto scritto su un profilo Facebook da un Poliziotto in servizio a
Firenze, in difesa degli agenti coinvolti nella tragica morte di Riccardo
Magherini, a Firenze, il 3 marzo scorso.
Leggiamo nel post scritto dal militare: «Oh ancora non si dà per vinto il padre del tossico Magherini…perché di questo si tratta di un tossico che è morto a causa della sua tossicodipendenza…punto e chiuso!!! Capisco il dolore del padre in questa situazione ma continuare a sostenere che i colleghi che lo hanno pestato quando invece tutte le perizie hanno chiarito che nell’intervento lo hanno solo contenuto in attesa dell’ambulanza è veramente assurdo».
Un tossico, Riccardo. Come del resto lo sono, per definizione, tutte le vittime di ‘malapolizia’ quando a parlarne sono poliziotti, politici, giornalisti conformisti. Le vittime degli uomini e delle donne in divisa sono dei tossici, o degli squilibrati, dei matti. Peccato che il video di quanto accaduto girato da un residente, quello in cui si sente l’uomo gridare al cielo la propria disperazione: «Aiuto! Aiutatemi, sto morendo. Chiamate un’ambulanza, vi prego. Ho un figliolo» racconti un’altra versione.
Leggiamo nel post scritto dal militare: «Oh ancora non si dà per vinto il padre del tossico Magherini…perché di questo si tratta di un tossico che è morto a causa della sua tossicodipendenza…punto e chiuso!!! Capisco il dolore del padre in questa situazione ma continuare a sostenere che i colleghi che lo hanno pestato quando invece tutte le perizie hanno chiarito che nell’intervento lo hanno solo contenuto in attesa dell’ambulanza è veramente assurdo».
Un tossico, Riccardo. Come del resto lo sono, per definizione, tutte le vittime di ‘malapolizia’ quando a parlarne sono poliziotti, politici, giornalisti conformisti. Le vittime degli uomini e delle donne in divisa sono dei tossici, o degli squilibrati, dei matti. Peccato che il video di quanto accaduto girato da un residente, quello in cui si sente l’uomo gridare al cielo la propria disperazione: «Aiuto! Aiutatemi, sto morendo. Chiamate un’ambulanza, vi prego. Ho un figliolo» racconti un’altra versione.
Un
particolare non importante, con ogni evidenza, sicuramente secondario al fatto
che Magherini fosse un tossico, secondo l’incauto carabiniere, che, anzi, si
spinge pure a parlare di perizie che avrebbero «chiarito» qualcosa, mentre in
realtà di quell’episodio ancora di chiaro c’è ben poco. Anzi, praticamente
nulla. La galleria delle dichiarazioni dell’orrore partorite da esponenti delle
forze dell’ordine italiane sono raccolte da Acad (Associazione contro gli abusi
in divisa). La famiglia Magherini ha presentato una denuncia per questi fatti,
accludendo alla documentazione anche lo sfogo di un altro carabiniere, in
servizio a Sassuolo (Mo), che anche lui interviene a difesa dei colleghi e
diffamando il povero Riccardo. Leggiamo anche qui: «Adesso dobbiamo aspettare
che i coglioni drogati come Magherini vadano in giro ad ammazzare gente come è
successo a Milano, questa volta gli ha detto male, se per fermare una persona
serve l’uso della forza bisogna usarla!». Confusione sintattica a parte, queste
frasi sembrano in tutto e per tutto un’ammissione di colpevolezza, o comunque,
almeno, un’indicazione chiara data da un esperto del settore. Questo, comunque,
dovrà appurarlo un tribunale, se lo riterrà opportuno. Tutto questo accade
mentre siamo immersi nell’ennesimo caso di abusi di polizia.
L’ha raccontato Ilaria Cucchi quanto avvenuto mercoledì 30 luglio, intorno alle 19, nei pressi del cimitero del Verano, a Roma. La donna, insieme a Guido Magherini, papà di Riccardo, passava di lì con la macchina accompagnati dall’avvocato Anselmo. «Abbiamo visto che in tre picchiavano a ginocchiate e calci un ragazzo, lo tenevano per il collo, era immobilizzato – racconta Ilaria –. Non so se hanno proseguito dopo che è stato ammanettato, però lui era ferito, il viso sporco di sangue quando lo abbiamo raggiunto». «Ho sporto denuncia presso il commissariato di Porta Maggiore – dice Ilaria –. Ora saranno ascoltati gli altri testimoni e il fascicolo sarà girato alla Procura». E ancora: «Guido era disperato, è stato lui a notare la scena in piazzale delle Crociate e ha urlato ‘guarda che gli fanno’. Abbiamo accostato l’auto e lui è schizzato fuori. Quando si è avvicinato agli agenti gli ha gridato: ‘sono Magherini, sono di Firenze, mio figlio è stato ammazzato così, smettetela».
L’ha raccontato Ilaria Cucchi quanto avvenuto mercoledì 30 luglio, intorno alle 19, nei pressi del cimitero del Verano, a Roma. La donna, insieme a Guido Magherini, papà di Riccardo, passava di lì con la macchina accompagnati dall’avvocato Anselmo. «Abbiamo visto che in tre picchiavano a ginocchiate e calci un ragazzo, lo tenevano per il collo, era immobilizzato – racconta Ilaria –. Non so se hanno proseguito dopo che è stato ammanettato, però lui era ferito, il viso sporco di sangue quando lo abbiamo raggiunto». «Ho sporto denuncia presso il commissariato di Porta Maggiore – dice Ilaria –. Ora saranno ascoltati gli altri testimoni e il fascicolo sarà girato alla Procura». E ancora: «Guido era disperato, è stato lui a notare la scena in piazzale delle Crociate e ha urlato ‘guarda che gli fanno’. Abbiamo accostato l’auto e lui è schizzato fuori. Quando si è avvicinato agli agenti gli ha gridato: ‘sono Magherini, sono di Firenze, mio figlio è stato ammazzato così, smettetela».
@oiramdivito
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