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Lunedì, 04 Agosto 2014 08:41
Nello stabilimento Fiat di
Kragujevac in Serbia (qui viene prodotta la 500L) gli operai sono entrati in
agitazione contro le condizioni di lavoro giudicate sfavorevoli dal contratto.
“Inaccettabili”, secondo il Consiglio anticorruzione serbo, il quale fa sapere
di aver ricevuto solo una parte del contratto stipulato nel 2008 tra Fiat
e Belgrado. Una mancanza giustificata dall’azienda con una nota sui
«segreti industriali e commerciali cruciali per il successo della joint
venture» impossibili da divulgare, confermata poche ore fa anche dal nuovo
premier serbo Aleksandar Vučić, il quale in campagna elettorale aveva
promesso che avrebbe reso noti i termini dei cosiddetti accordi segreti tra cui
quello tra il governo di Belgrado e la Fiat. Passate le elezioni si è
rimangiato la parola data sullo svelamento dei segreti della Fiat in Serbia:
“Per quanto riguarda la Fiat, il contratto non verrà purtroppo reso noto. E’
l’accordo in cui lo Stato serbo ha speso più soldi” si è limitato a dire Vucic.
Fiat Automobili Srbjia (Fas) pesa nell’economia della Serbia con più di 1,2
miliardi di euro investiti e oltre 3000 lavorati occupati. In un paese dove la
disoccupazione è al 30% e solo a Kragujevac interessa 20mila persone, molte in
cassa integrazione a 60 euro al mese. Per contro la FIat riconosce ai suoi
dipendenti stipendi impensabili in gran parte dell’Europa e negli Usa, tra i
350 e i 400 euro al mese, questo nonostante avesse ottenuto all’atto del suo
insediamento agevolazioni statali per 10mila euro per ogni posto di lavoro
creato e un investimento iniziale serbo da 200 milioni oltre ai 500 per la
Banca Europea di investimenti!
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