domenica 3 agosto 2014

pc 3 agosto - Renzi, Parlamento, riforme istituzionali reazionarie... un mondo a parte da rovesciare!

Renzi e la sua compagine reazionaria stanno in parlamento gettando la maschera. Con uno stile autoritario, da fascistello in doppio petto, sostenuto a piene mani da Napolitano, specialista in copertura di governi, provvedimenti che violano la Costituzione; in un Senato guidato da un ex magistrato rintronato, come Grasso, con l'appoggio di un trepidante Berlusconi che alla riuscita di Renzi ha affidato perfino le sorti del suo cane Dudù, si consuma da giorni al Senato una farsa tragica che ha finito per scandalizzare non solo costituzionalisti da sempre trincerati in una dignitosa difesa della Costituzione che fu, ma anche imprenditori che giocano ad essere “persone per bene”, come Della Valle.
L'abolizione del Senato è una sorta di anticipo dell'abolizione del parlamento, dato che è a un processo veloce di approvazione dei decreti/diktat governativi che si punta, che unisca in un parlamento eletto ma da tempo depotenziato o auto depotenziato, una Camera dei deputati eletta con un sistema elettorale ultra maggioritario, inesistente in quasi tutti i parlamenti dei paesi occidentali, un Senato di 'nominati', di presidenti di Regione, sindaci e non ben specificati 'notabili' che farebbe unicamente da gran cassa a decisioni già prese. Poi pensiamo che se si facesse domattina questo Senato, si farebbe fatica a trovare presidenti della Regione che non siano inquisiti – è inquisito anche quello che veniva presentato come il più onesto degli attuali, Errani...
La partita in gioco, quindi, non è tanto i costi della politica, per cui ci sarebbero risparmi risibili e peraltro grotteschi – se è per questo, tutti i soldi per mantenere questa camera del Senato di nominati sono assolutamente ingiustificati, ancor più che per eleggere presunti “rappresentanti del popolo”, ma l'abolizione stessa del parlamento.
Nel merito, noi siamo assolutamente contrari ad ogni riforma costituzionale che sia in aperta violazione della Costituzione nata dalla Resistenza antifascista e che avrebbe come unico scopo di togliere potere al parlamento per rafforzare i poteri dei governi, che sono classici meccanismi da dittatura aperta; la fine nota di tutto questo percorso è il presidenzialismo, “l'uomo solo al comando” di cui da anni si discute e che intanto si pratica.
Da Berlusconi a Renzi siamo in un processo lineare che nessun parlamento o forza parlamentare è riuscito di fatto a contrastare.

Ora tutto si fa più aperto e anche squallido. Un governo di mezze calzette di Renzi, una sorta di “segreteria allargata” dell'ufficio di presidenza più dei poltronisti ad oltranza (Alfano, Lupi, ecc.) ex berlusconiani che sanno bene che difficilmente nella forma attuale, Ncd, saranno mai più eletti in parlamento, più una sorta di tecnici prestati alla politica come se fossero emanazione di sua santità il capitale, da Padoan a Cottarelli, ricatta quotidianamente le forze interne ed esterne alla maggioranza, dai malcapitati oppositori interni del PD già pronti a fare la fine dell'Unità, ad agitati parlamentari grillini che un giorno giocano a streaming con Renzi, un altro giorno sono coperti dal faccione di Grillo e dell'oscuro avventuriero Casaleggio & figlio, un altro giorno strillano in parlamento come cicale. Ci fa un figurone Loredana De Pretis, sopravvissuta di Sinistra Ecologia e Libertà, che si batte senz'altro meglio di quel leader triste e rancoroso che è l'attuale Vendola, ma che naturalmente fa capire a tutti in che mani sono affidate le sorti della Costituzione in questo parlamento.

Tutti sappiamo che la questione è seria e importante, che ci vorrebbe un movimento di massa che gridi al colpo di Stato, ma in questo parlamento e in questo paese la situazione è grave ma non seria.
Questa battaglia si svolge in un parlamento mai così lontano dai proletari e dalle masse, sembrano due mondi a parte. E questo sarebbe un bene se fossero due mondi in lotta, ma così ancora non è.

Proletari comunisti, il nostro partito ha da tempo una sola proposta, organizzare il secondo mondo a partire dagli sfruttati e dagli oppressi, perchè assalti il primo mondo visto come un tutt'uno.
Siamo di fronte a qualcosa che è ben oltre la politica e l'antipolitica, così come vengono banalmente intese. Per noi l'antipolitica è il governo e ciò che avviene in parlamento, l'antipolitica è Renzi, Berlusconi, Grillo, ecc.
Mentre la politica non può partire che dalle classi e dalle masse che ne sono escluse, la politica proletaria e popolare che domanda: un partito che le rappresenti e ne organizzi le lotte e le aspirazioni; un fronte unito che è molto più che un coordinamento di lotta perchè ha il fine comune di cambiare e rovesciare lo stato di cose esistente, un fronte unito a cui tuttora manca il suo reparto d'avanguardia più importante, la classe operaia; e una forza combattente, dato che il primo mondo ben sapendo di essere sempre più inviso alle masse rafforza polizia, leggi repressive che oggi usa contro No Tav, senza casa, ma che arma per usare contro tutto ciò che si muove e si ribella. Il partito proletario, il fronte unito proletario e popolare, senza gli strumenti della forza non hanno niente se l'obiettivo è quello giusto: rovesciare lo stato di cose esistente, rovesciare Stato, governi dei padroni per un'alternativa sociale e politica fondata su un altro potere, quello dell'effettiva maggioranza proletaria e popolare. 

proletari comunisti-PCm Italia
3 agosto 2014 

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