Renzi e la sua compagine
reazionaria stanno in parlamento gettando la maschera. Con uno stile
autoritario, da fascistello in doppio petto, sostenuto a piene mani
da Napolitano, specialista in copertura di governi, provvedimenti che
violano la Costituzione; in un Senato guidato da un ex magistrato
rintronato, come Grasso, con l'appoggio di un trepidante Berlusconi
che alla riuscita di Renzi ha affidato perfino le sorti del suo cane
Dudù, si consuma da giorni al Senato una farsa tragica che ha finito
per scandalizzare non solo costituzionalisti da sempre trincerati in
una dignitosa difesa della Costituzione che fu, ma anche imprenditori
che giocano ad essere “persone per bene”, come Della Valle.
L'abolizione del Senato è
una sorta di anticipo dell'abolizione del parlamento, dato che è a
un processo veloce di approvazione dei decreti/diktat governativi che
si punta, che unisca in un parlamento eletto ma da tempo depotenziato
o auto depotenziato, una Camera dei deputati eletta con un sistema
elettorale ultra maggioritario, inesistente in quasi tutti i
parlamenti dei paesi occidentali, un Senato di 'nominati', di
presidenti di Regione, sindaci e non ben specificati 'notabili' che
farebbe unicamente da gran cassa a decisioni già prese. Poi pensiamo
che se si facesse domattina questo Senato, si farebbe fatica a
trovare presidenti della Regione che non siano inquisiti – è
inquisito anche quello che veniva presentato come il più onesto
degli attuali, Errani...
La partita in gioco,
quindi, non è tanto i costi della politica, per cui ci sarebbero
risparmi risibili e peraltro grotteschi – se è per questo, tutti i
soldi per mantenere questa camera del Senato di nominati sono
assolutamente ingiustificati, ancor più che per eleggere presunti
“rappresentanti del popolo”, ma l'abolizione stessa del
parlamento.
Nel merito, noi siamo
assolutamente contrari ad ogni riforma costituzionale che sia in
aperta violazione della Costituzione nata dalla Resistenza
antifascista e che avrebbe come unico scopo di togliere potere al
parlamento per rafforzare i poteri dei governi, che sono classici
meccanismi da dittatura aperta; la fine nota di tutto questo percorso
è il presidenzialismo, “l'uomo solo al comando” di cui da anni
si discute e che intanto si pratica.
Da Berlusconi a Renzi
siamo in un processo lineare che nessun parlamento o forza
parlamentare è riuscito di fatto a contrastare.
Ora tutto si fa più
aperto e anche squallido. Un governo di mezze calzette di Renzi, una
sorta di “segreteria allargata” dell'ufficio di presidenza più
dei poltronisti ad oltranza (Alfano, Lupi, ecc.) ex berlusconiani che
sanno bene che difficilmente nella forma attuale, Ncd, saranno mai
più eletti in parlamento, più una sorta di tecnici prestati alla
politica come se fossero emanazione di sua santità il capitale, da
Padoan a Cottarelli, ricatta quotidianamente le forze interne ed
esterne alla maggioranza, dai malcapitati oppositori interni del PD
già pronti a fare la fine dell'Unità, ad agitati parlamentari
grillini che un giorno giocano a streaming con Renzi, un altro giorno
sono coperti dal faccione di Grillo e dell'oscuro avventuriero
Casaleggio & figlio, un altro giorno strillano in parlamento come
cicale. Ci fa un figurone Loredana De Pretis, sopravvissuta di
Sinistra Ecologia e Libertà, che si batte senz'altro meglio di quel
leader triste e rancoroso che è l'attuale Vendola, ma che
naturalmente fa capire a tutti in che mani sono affidate le sorti
della Costituzione in questo parlamento.
Tutti sappiamo che la
questione è seria e importante, che ci vorrebbe un movimento di
massa che gridi al colpo di Stato, ma in questo parlamento e in
questo paese la situazione è grave ma non seria.
Questa battaglia si svolge
in un parlamento mai così lontano dai proletari e dalle masse,
sembrano due mondi a parte. E questo sarebbe un bene se fossero due
mondi in lotta, ma così ancora non è.
Proletari comunisti, il
nostro partito ha da tempo una sola proposta, organizzare il secondo
mondo a partire dagli sfruttati e dagli oppressi, perchè assalti il
primo mondo visto come un tutt'uno.
Siamo di fronte a qualcosa
che è ben oltre la politica e l'antipolitica, così come vengono
banalmente intese. Per noi l'antipolitica è il governo e ciò che
avviene in parlamento, l'antipolitica è Renzi, Berlusconi, Grillo,
ecc.
Mentre la politica non può
partire che dalle classi e dalle masse che ne sono escluse, la
politica proletaria e popolare che domanda: un partito che le
rappresenti e ne organizzi le lotte e le aspirazioni; un fronte unito
che è molto più che un coordinamento di lotta perchè ha il fine
comune di cambiare e rovesciare lo stato di cose esistente, un fronte
unito a cui tuttora manca il suo reparto d'avanguardia più
importante, la classe operaia; e una forza combattente, dato che il
primo mondo ben sapendo di essere sempre più inviso alle masse
rafforza polizia, leggi repressive che oggi usa contro No Tav, senza
casa, ma che arma per usare contro tutto ciò che si muove e si
ribella. Il partito proletario, il fronte unito proletario e
popolare, senza gli strumenti della forza non hanno niente se
l'obiettivo è quello giusto: rovesciare lo stato di cose esistente,
rovesciare Stato, governi dei padroni per un'alternativa sociale e
politica fondata su un altro potere, quello dell'effettiva
maggioranza proletaria e popolare.
proletari comunisti-PCm Italia
3 agosto 2014
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