La “memoria” è un’incredibile
mescolanza di citazioni improprie, di accuse infondate e di travisamento di
norme e direttive. In estrema sintesi, essa vorrebbe dimostrare che il mancato
adeguamento degli impianti dello stabilimento di Taranto alle norme AIA non è di
responsabilità dei Riva proprietari di Ilva SpA ma di Ministero dell’ambiente,
Regione Puglia, ARPA Puglia, Comuni di Taranto e Statte e altro.
Sono 34 pagine allucinanti che
mistificano questioni relative all’AIA di Ilva Taranto spaziando dal 2005 ai
nostri giorni. Riporto uno stralcio di pag. 21/22 della “memoria” come esempio
di travisamento: “Essi (NdR: gli interventi di adeguamento ambientale)
sono infatti preordinati o ad imporre oneri o prescrizioni sempre più onerose
ed eccessive, in sostanza ad alimentare ingiustificatamente il business
ambientale a spese dell’operatore economico di turno (si suggerisce infatti
all’Arpa di rifare i campionamenti delle analisi integrative, campionamenti che
Arpa Puglia si fa lautamente pagare quasi 1.500,00 euro ciascuno,- ns. doc 10), ovvero, addirittura impedire la
prosecuzione dell’attività industriale in loco”.
Gli Enti pubblici citati
provvederanno a replicare e demolire la “memoria”. Per parte mia, mentre mi
riservo di pubblicare a breve dettagliate osservazioni tecniche, manifesto
immediatamente l’irrefrenabile indignazione suscitata dalla conclusione della
“memoria”: “La Società
Ilva SpA in persona del Commissario Straordinario dott. Enrico
Bondi, rappresentata in giudizio dagli avv.ti Francesco Perli e Roberto Marra,
insiste per l’accoglimento del presente ricorso. Con osservanza. Milano – Lecce
03.05.2014. Avv. Roberto Marra Avv. Francesco Perli”.
Il dr. Enrico Bondi, Commissario
straordinario di Ilva SpA, nominato dal Governo su mandato del Parlamento per
gestire la terribile situazione dello stabilimento di Taranto, ha autorizzato
uno stupefacente documento che investe l’AIA originaria di Ilva Taranto e
successive integrazioni connesse con leggi dello Stato, elaborato dall’avv.
Francesco Perli, una delle 53 persone destinatarie della richiesta di rinvio a
giudizio nel processo “Ambiente svenduto” per gravi reati commessi proprio
durante il procedimento per il rilascio dell’AIA originaria. In quel
procedimento Perli è stato presente in qualità di legale di Ilva SpA, proprietà
e gestione dei Riva, anche essi destinatari di analoga richiesta di rinvio a
giudizio.
E’ imperdonabile che Bondi non si
sia reso conto né della incompatibilità a sottoscrivere il mandato all’avv.
Perli che ha rappresentato la vecchia gestione Ilva, né della conclamata
inadeguatezza ed inopportunità di un ricorso che contesta il Ministero ed è
contro il Governo che l’ha nominato. In ultimo, ricordiamo che Bondi ha anche
ricevuto il compito e le funzioni dell’indipendente Garante dell’AIA di Ilva nei
confronti dell’opinione pubblica, improvvidamente soppresso. E’ così che Bondi
intende garantire i tarantini? Possibile che abbia avallato quella “memoria”
senza leggerla, né farla leggere al sub - commissario prof. Edo Ronchi che non è
un ambientalista ingenuo? Bondi ormai deve andare via da Taranto. Da tarantino,
chiedo a Matteo Renzi Presidente del Consiglio dei Ministri di destituirlo
immediatamente da Commissario Straordinario di Ilva SpA.
Ing. Biagio De Marzo, già
componente del Comitato per Taranto, già presidente di ALTAMAREA
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