.Ma c’è
un pezzo di città che resiste, lo ha fatto in piazza il 19
ottobre scorso e il 12 aprile, che lo fa ogni giorno ridisegnando dal
basso la metropoli, liberando immobili dalla speculazione, affermando il
diritto all’abitare e l’accesso alla cultura, lottando contro
precarietà e sfruttamento, costruendo forme di mutualismo e di lotta al
lavoro povero e precario, autonomo e dipendente, difendendo e
risocializzando i beni comuni, a partire dall’acqua, dal patrimonio e
dai servizi pubblici.
Questa città vuole tornare in piazza per affermare il diritto alla città dei molti contro gli interessi dei pochi, per difendere le lotte e gli spazi conquistati, per liberarsi dai divieti del governo e della questura.(Questa città ha diverse cose da dire al sindaco e alla giunta, che) Il tempo degli alibi è finito, non è più possibile chiedere ulteriori sacrifici a chi è costretto all’impoverimento sempre più diffuso su tutto il territorio urbano ed è per questo che torniamo in piazza per liberare la città, per riprenderci le strade!
Questa città vuole tornare in piazza per affermare il diritto alla città dei molti contro gli interessi dei pochi, per difendere le lotte e gli spazi conquistati, per liberarsi dai divieti del governo e della questura.(Questa città ha diverse cose da dire al sindaco e alla giunta, che) Il tempo degli alibi è finito, non è più possibile chiedere ulteriori sacrifici a chi è costretto all’impoverimento sempre più diffuso su tutto il territorio urbano ed è per questo che torniamo in piazza per liberare la città, per riprenderci le strade!
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