Il 12 Aprile una delegazione del Cur, Collettivo
Universitario Rivoluzionario, era presente a Roma per dare una risposta
tempestiva e forte al giovane-già vecchio Renzi e al suo Jobs act, provvedimento criminale con il quale il governo cristallizza la già dilagante precarietà nel mondo del lavoro.
Il governo Renzi non è solo questo: gli azionisti di
maggioranza sono gli industriali con Squinzi in pole position, un
governo che incarna appieno il moderno fascismo che avanza e che spara
pallottole di zucchero che “pesano” 80 euro mensili.
Il 12 Aprile è sceso un campo un movimento eterogeneo
che ha fatto fronte comune su problematiche reali che affliggono le
masse popolari quali casa, reddito, No Muos e No tav.
L’atteggiamento in piazza è stato più che positivo:
noncurante dei divieti imposti dalla questura il movimento ha
focalizzato la propria attenzione su Piazza Barberini, sede del
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e successivamente alle
cariche selvagge e violente dei servi in divisa, si è ricompattato e
giunto fino alla fine. E’ stato un passo avanti rispetto al 19 Ottobre
nella pratica di piazza e lo è stato ancora di più per il dibattito e
gli effetti post-manisfestazione.
Al di là della gretta demagogia dei mass media
borghesi e di varie analisi poco di classe e molto opportuniste, si sono
innanzitutto riconosciuti i limiti del movimento sceso in piazza, ed in
particolare durante gli scontri, ma alla luce di ciò si è detto sin da
subito che l’organizzazione è alla base per la crescita numerica e
qualitativa del movimento, NECESSARIA per indirizzare la forza ribelle
della gioventù in una dinamica di scontro a 360 gradi contro lo stato e i
governi; affinché essa sia producente e non controproducente.
Noi del Cur diciamo
apertamente che il governo Renzi e i padroni, che sono i principali
creditori di questaaccozzaglia di politicanti, showman, e burocrati , debbano pagare un alto costo politico per la sfrontatezza e arroganza borghese, che attraverso i suoi servi ha colpito a suon di manganellate persone inermi, e più in generale le masse popolari bisognose di risposte; risposte concrete.
E’ proprio alla luce di quanto detto prima che
invitiamo le avanguardie ad essere sempre più capaci di cogliere nei
loro territori, posti di lavoro, scuole, università il conflitto sociale
dilagante e incanalarlo in pratiche di lotta costanti.
Che la pratica delle occupazioni si diffonda in tutto il territorio.
In ultima istanza il movimento non ha bisogno di quel
sindacalismo di base che si dissocia dalle logiche di piazza come
quelle del 12 Aprile; bisogna liberarsi di loro e di tutti quei
movimenti politici che, non avendo una linea di classe corretta, fanno
male alla rinascita e alla ricostruzione del movimento.
LIBERTA’ PER I COMPAGNI ARRESTATI IL 12 APRILE
VERSO TORINO, PER UN VERO ASSEDIO
RIBELLARSI E’ GIUSTO
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