Renzi probabilmente si attribuirà anche il merito di essere
riuscito dove altri avevano fallito e cioè la privatizzazione di
Fincantieri, azienda statale quasi al 100%. Dopo vari tentativi,
infatti, che avevano impedito negli anni passati la manovra e trovato
la risposta di lotta di una parte degli operai della Fincantieri e
della Fiom (questi non certo per difendere davvero gli interessi
degli operai, ma piuttosto perché da sempre dentro Fincantieri, i
sindacalisti ci si trovano come il topo nel formaggio, così come i
grandi “manager” di Stato visto che Bono è amministratore
delegato della Fincantieri da 13 anni!), adesso l'azienda è ritorna
alla carica.
Renzi infatti questa mattina è arrivato a Monfalcone per
partecipare alla cerimonia del varo della Regal Princess, “per
poche decine di minuti” riportano i media “Quanto basta per fare
i complimenti alle maestranze dell'azienda, a inneggiare all'orgoglio
della manifattura italiana, ad annunciare la quotazione in Borsa di
Fincantieri entro l'estate” e a spararne una delle sue frasi che
resteranno nei secoli: "Vi invito a navigare con coraggio nei
mari dei mercati esteri", proprio quello di cui si vanta
'ammnistratore delegato Bono! “Poi via, velocissimo...”
Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, è
particolarmente euforico, per la presenza del premier e per la
circostanza in generale, e anche lui non si trattiene dalla frase
celebre: "Le eccellenze italiane nel mondo possono essere
sintetizzate con 4 "F": Ferrari, fashion, food e
Fincantieri". Noi per Bono e Renzi ne avremmo una quinta...
Bono è entusiasta e continua snoccialando le cifre positive:
“...abbiamo chiuso il 2013 con 85 milioni di utile netto e 300
milioni di ebitda, a fronte di 3 miliardi e 800 milioni di ricavi
consolidati. Ricordo anche che al 31 dicembre scorso abbiamo
registrato oltre 8 miliardi di euro di carico di lavoro e 12,9
miliardi di portafoglio ordini”. E questa volta non prende nemmeno
in considerazione le possibili opposizioni visto che “Questo paese
ha parusa dei combiamenti... Ci sembra però che stia iniziando a
maturare la consapevolezza che certe cose non possiamo più
permettercele... La cultura si è evoluta, e si va verso il
superamento del conservatorismo tout court. Insomma, siamo alla
soglia di un nuovo Rinascimento»”. Ecco un'altra bella sparata ad
effetto, ma non si capisce perché se l'azienda va tanto bene ecc.
ecc. debba essere privatizzata!
Naturalmente Bono nell'intervista riportata da Affari&Finanza
di oggi, non dice che chi comprerà le azioni deciderà il futuro
dell'azienda e quindi degli operai, come hanno ben dimostrato tutte
le privatizzazioni, e la rassicurazione della “golden share”, e
cioè tenersi il 51% delle azioni, può valere come giochetto per i
primi tempi tanto per ingannare il “pubblico”, poi se tutto andrà
bene, sarà necessario vendere ancora ecc.
Adesso, che la Fincantieri si dà già per privatizzata, e si
aspetta solo il via libera a giugno, la palla ritorna prepotentemente
nel campo degli operai che se non riescono a fermare questa
operazione con azioni di protesta dovranno nonostante le
rassicurazioni di Bono aspettarsi attacchi ancora più pesanti, di
sicuro “flessibilità e formazione” dice Bono.
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