oggi tutti e tutte ore 12,30 al Tribunale di Torino!
Pisa, 25 Luglio 2013
Mi hanno ferita, ma le ferite che fanno più male non sono quelle sulla pelle, ma quelle sottopelle, quelle che non mi lasciano dormire di notte.
A queste si aggiungono gli insulti gratuiti e vigliacchi scagliati da dietro un pc o dal microfono di una radio.
Lavoro aiutando donne che hanno subito violenza, le spingo a lottare per se stesse, ed ora che tocca a me non mi tiro indietro.
In questi giorni sono state tante le braccia che mi hanno stretto e che mi hanno dato forza.
Il calore della pelle dei compagni e soprattutto delle compagne aiuta a rimarginare ciò che si è rotto. Come braccia strette a cordone che sorreggono e spingono in avanti, a testa alta.
Ringrazio già da ora chi mi è stato vicino e chi lo sarà domani davanti al tribunale di Torino.
Ringrazio le Donne della Val di Susa.
Se toccano una toccano tutte!
Non un passo indietro!
Marta Camposano
Queste sono le poche righe scritte da Marta al movimento No Tav, poche ma dense di significato e che racchiudono il senso di cosa vuol dire oggi resistere alla violenza del potere.
Marta è stata convocata nella giornata di domani dai pm Padalino e Rinaudo. Una prima convocazione per interrogarla in quanto indagata rispetto ai fatti di venerdì notte, una seconda per ascoltarla rispetto alle molestie sessuali subite e denunciate pubblicamente.
Il pensiero che Marta debba raccontare la sua esperienza a chi quella notte era dentro il cantiere e ha sposato pubblicamente e in aula di tribunale la battaglia contro il movimento No Tav è un qualcosa di profondamente scorretto e, questo sì, violento.
Lo è alla luce dei motivi più evidenti sopracitati, ma anche se pensiamo a che fine hanno fatto (e faranno) tutte le denuncie di violenza e diffamazione che tanti del movimento No Tav hanno sporto: richiesta di archiviazione da parte della Procura di Caselli. Una procura, questa torinese, che viaggia a senso unico e che anche in occasione della denuncia dei pestaggi del 3 luglio con le prove fornite dal dossier “operazione Hunter” si è girata dall’altra parte.
Il fatto che siano Rinaudo e Padalino, amici dei poteri forti, ad interrogare Marta è inaccettabile, pertanto il movimento No Tav convoca un presidio fuori dal Tribunale di Torino domani alle ore 12,30 per non lasciare sola Marta e denunciare l’ennesima schifezza messa in piedi dai tifosi del Tav.
La Procura di Caselli è impegnata da anni in un attacco sistematico alla lotta No Tav, lo fa attraverso le centinaia di denunce agli attivisti del movimento, i fogli di via, le restrizioni della libertà personale e i numerosi processi in corso e quelli che si apriranno a breve. Nel fare ciò lavora a stretto contatto con la Questura e si appoggia a tutta una rete di politici e giornalisti che, grazie al potere del loro ruolo (i primi) e la potenza della carta stampata (i secondi), completano un sistema che ha come obiettivo quello di screditare il movimento agli occhi dell’opinione pubblica e di indebolirlo.
La notizia che oggi ci da Marta è però portatrice di un tale livello di infamia che merita una presa di posizione più ampia ed una pronta risposta collettiva.
Mi hanno ferita, ma le ferite che fanno più male non sono quelle sulla pelle, ma quelle sottopelle, quelle che non mi lasciano dormire di notte.
A queste si aggiungono gli insulti gratuiti e vigliacchi scagliati da dietro un pc o dal microfono di una radio.
Lavoro aiutando donne che hanno subito violenza, le spingo a lottare per se stesse, ed ora che tocca a me non mi tiro indietro.
In questi giorni sono state tante le braccia che mi hanno stretto e che mi hanno dato forza.
Il calore della pelle dei compagni e soprattutto delle compagne aiuta a rimarginare ciò che si è rotto. Come braccia strette a cordone che sorreggono e spingono in avanti, a testa alta.
Ringrazio già da ora chi mi è stato vicino e chi lo sarà domani davanti al tribunale di Torino.
Ringrazio le Donne della Val di Susa.
Se toccano una toccano tutte!
Non un passo indietro!
Marta Camposano
Queste sono le poche righe scritte da Marta al movimento No Tav, poche ma dense di significato e che racchiudono il senso di cosa vuol dire oggi resistere alla violenza del potere.
Marta è stata convocata nella giornata di domani dai pm Padalino e Rinaudo. Una prima convocazione per interrogarla in quanto indagata rispetto ai fatti di venerdì notte, una seconda per ascoltarla rispetto alle molestie sessuali subite e denunciate pubblicamente.
Il pensiero che Marta debba raccontare la sua esperienza a chi quella notte era dentro il cantiere e ha sposato pubblicamente e in aula di tribunale la battaglia contro il movimento No Tav è un qualcosa di profondamente scorretto e, questo sì, violento.
Lo è alla luce dei motivi più evidenti sopracitati, ma anche se pensiamo a che fine hanno fatto (e faranno) tutte le denuncie di violenza e diffamazione che tanti del movimento No Tav hanno sporto: richiesta di archiviazione da parte della Procura di Caselli. Una procura, questa torinese, che viaggia a senso unico e che anche in occasione della denuncia dei pestaggi del 3 luglio con le prove fornite dal dossier “operazione Hunter” si è girata dall’altra parte.
Il fatto che siano Rinaudo e Padalino, amici dei poteri forti, ad interrogare Marta è inaccettabile, pertanto il movimento No Tav convoca un presidio fuori dal Tribunale di Torino domani alle ore 12,30 per non lasciare sola Marta e denunciare l’ennesima schifezza messa in piedi dai tifosi del Tav.
La Procura di Caselli è impegnata da anni in un attacco sistematico alla lotta No Tav, lo fa attraverso le centinaia di denunce agli attivisti del movimento, i fogli di via, le restrizioni della libertà personale e i numerosi processi in corso e quelli che si apriranno a breve. Nel fare ciò lavora a stretto contatto con la Questura e si appoggia a tutta una rete di politici e giornalisti che, grazie al potere del loro ruolo (i primi) e la potenza della carta stampata (i secondi), completano un sistema che ha come obiettivo quello di screditare il movimento agli occhi dell’opinione pubblica e di indebolirlo.
La notizia che oggi ci da Marta è però portatrice di un tale livello di infamia che merita una presa di posizione più ampia ed una pronta risposta collettiva.
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