dei luridi porci al servizio dell'imperialismo
proletari comunisti
IL CAIRO - Almeno 70 persone sarebbero rimaste uccise al Cairo a causa dei colpi di arma da fuoco esplosi dalle forze di sicurezza contro la folla durante un'ennesima manifestazione a sostegno dell'ex presidente dell'Egitto, l'islamista Mohamed Morsi: lo ha denunciato Gehad el-Haddad, portavoce dei Fratelli Musulmani (che prima avevano parlato di 31 vittime), cui fa capo lo stesso deposto capo dello Stato. "Non sparano per ferire, sparano per uccidere", ha sottolineato Haddad. "Le lesioni da proiettile sono alla testa e al torace". "Nel fiume ci sono decine di corpi". E il bilancio delle vittime, secondo Haddad, potrebbe essere molto più alto.
Alcuni testimoni parlano di decine di corpi trasportati negli obitori e la tv Al Jazeera ha parlato di 120 morti e oltre 4.500 feriti nei duri davanti alla moschea di Rabaa el Adaweya.
La violenza sarebbe esplosa in piena notte, quando agenti in assetto anti-sommossa avrebbero attaccato un sit-in allestito dai Fratelli Musulmani nei pressi della moschea di Rabaa al-Adawiya, nel nord-est della capitale. Dapprima sarebbero stati lanciati lacrimogeni contro i dimostranti, ma poi, davanti al rifiuto di questi ultimi di disperdersi, la polizia avrebbe cominciato a sparare ad altezza d'uomo. La polizia ha
arrestato 53 attivisti che avevano, a quanto riporta l'agenzia Mena, armi, bombe Molotov ed altri ordigni.
Autorità: "Fine e sit-in, ma nella legge". Le autorità egiziane intendono "mettere fine" al sit-in a oltranza organizzato dai Fratelli Musulmani nella parte nord-orientale del Cairo, ma ciò avverrà "secondo la legge": lo ha assicurato il ministro dell'Interno, Mohamed Ibrahim, in un'intervista rilasciata all'emittente satellitare 'al-Hayat'.
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