La data
del 25 maggio è stata un punto di svolta per le nostre lotte, sia dentro che
fuori queste mura c’è stata una forte presa di coscienza e le tante
testimonianze di solidarietà hanno riscaldato i nostri cuori e resi consapevoli
di non poter restare indifferenti dinnanzi ad una situazione non più
tollerabile, per la quale anche gli organi internazionali hanno condannato il
nostro paese.
In
concomitanza con lo sciopero di Parma più detenuti hanno intrapreso diverse
forme di protesta come lo sciopero della fame, del carrello, battiture e
raccolte di firme, ma le evidenti difficoltà di comunicazione hanno impedito una
più ampia adesione. Questo non ci scoraggia, anzi, ci stimola a fare meglio e a
impegnarci di più, perché siamo consapevoli, ora più che mai, che solo la lotta
paga.
Abbiamo deciso pertanto di proclamare una mobilitazione
nazionale per il mese di settembre, che avrà inizio il giorno 10 e fine il
giorno 30 dello stesso mese.
E’
nostra intenzione far sentire la nostra voce e protestare contro la situazione
esplosiva delle carceri italiane, la quale vede un sovraffollamento
intollerabile con detenuti ammassati in celle lager, in condizioni igieniche e
strutturali al limite dell’indecenza, speculazioni sui prezzi della mercede,
sfruttamento vero e proprio nei confronti dei detenuti cosiddetti “lavoranti”,
trattamenti inumani di ogni sorta, abusi di qualsiasi genere e troppo, troppo
altro ancora.
Non
possiamo inoltre esimerci dal protestare contro tutte quelle forme di tortura
legalizzata in cui versano gli internati nei regimi di 41bis, 14bis e Alta
Sorveglianza, che vengono quotidianamente uccisi, psicologicamente e
fisicamente. Chiediamo quindi l’abolizione di questi strumenti degni della
peggior dittatura e l’abolizione della legge Cirielli.
E’ bene
precisare che noi, con questa forma di protesta estrema, non chiediamo sconti di
pena o benefici, se arrivano serviranno ad alleviare le sofferenze di molti
detenuti e ad impedire all’Italia di pagare multe salate, ma interventi concreti
che mirino al rispetto dei diritti naturali dell’essere umano e dell’art. 27
della Costituzione.
Per la
riuscita della mobilitazione invitiamo tutti i fratelli detenuti ad aderire allo
sciopero, attuando dal 10 al 18 settembre lo sciopero della fame e dal 18 al 30
forme di protesta da loro concordate e ritenute più idonee (consigliamo anche la
raccolta di firme e la stesura di comunicati). Inoltre, ci appelliamo a tutti i
movimenti, singoli cittadini, famigliari dei detenuti, organizzazioni politiche
e non di essere la nostra voce fuori da queste mura e quindi sostenere le nostre
rivendicazioni, creando una rete solidale, informando quante più persone
possibili, diffondendo in modo capillare questo comunicato e informazioni
relative alla protesta; di valutare forme di lotta all’esterno delle carceri e
l’organizzazione di un corteo nazionale.
Il
primo passo per spezzare queste catene è rompere il muro
dell’indifferenza.
La
solidarietà è un’arma, usiamola.
Coordinamento dei Detenuti
(*) Chiediamo a tutti i detenuti
che leggeranno questo comunicato di dare il massimo impegno e di ricopiare il
testo spedendolo ai loro conoscenti detenuti in altre strutture.
Mobilitiamoci in
solidarietà e a sostegno della lotta dei prigionieri!
Carcere Buoncammino di
Cagliari:
martedì 9 luglio dei detenuti si son barricati nelle celle, hanno fatto la
battitura alle sbarre, messo alcuni striscioni dalle finestre e qualche straccio
è andato a fuoco, fuori un’ottantina di compagni e compagne in solidarietà alla
protesta. In risposta la direzione ha trasferito alcuni detenuti al carcere di
Lanusei. Questa iniziativa è la prosecuzione della lotta iniziata, con lo
sciopero del carrello, il 25 maggio in concomitanza con la manifestazione di
Parma contro il carcere, il 41 bis, la differenziazione, e l’isolamento, indetta
dall’Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione” e continuata
con lo sciopero dell'aria il 17 e 18 giugno. I prigionieri uniscono alle
richieste specifiche sulle loro condizioni di vita (più aria, più spazi di
socialità, meno sovraffollamento, no ai trasferimenti, contro le speculazioni
sui prezzi della mercede e lo sfruttamento dei “lavoranti”) parole d’ordine più
generali contro la tortura dell’isolamento del 41 bis, la differenziazione,
l’apertura di nuove carceri, l’ergastolo e per l’amnistia
generalizzata.
Unitamente a prigionieri di altre
carceri, che hanno intrapreso nell’ultimo periodo diverse forme di protesta come
lo sciopero della fame, del carrello, battiture e raccolte di firme,
hanno deciso di
proclamare una mobilitazione nazionale per
il mese di settembre, che avrà inizio il giorno 10 e fine
il giorno 30 dello stesso mese affermando: “Siamo
consapevoli, ora più che mai, che solo la lotta
paga”.
Per la riuscita della mobilitazione
invitano tutti i detenuti ad aderire allo sciopero attuando, dal 10 al 18
settembre lo sciopero della fame e dal 18 al 30 forme di protesta ritenute più
idonee. Consigliano anche la raccolta di firme e la stesura di comunicati.
Inoltre, si appellano a tutti i movimenti, singoli cittadini, famigliari dei
detenuti, organizzazioni politiche e non, di essere la loro voce fuori dalle
mura e sostenere le loro rivendicazioni, creando una rete solidale, informando
quante più persone possibili, diffondendo in modo capillare i loro comunicati e
le informazioni relative alla protesta. Invitano a valutare forme di lotta
all’esterno delle carceri.
Tutto questo succede in Sardegna che
può ben essere definita la Cayenna d’Italia con la costruzione delle nuove
carceri di massima sicurezza di Cagliari-Uta, Sassari-Bancali, Oristano-Massama,
Tempio-Nuchis, in un territorio che ospita anche circa il 60% delle servitù e
delle aree militari dello Stato italiano.
Come Assemblea di lotta “Uniti conto
la repressione” esprimiamo solidarietà militante a questa lotta e invitiamo
tutti alla mobilitazione.
Questa lotta può rafforzare non solo
quella di tutti i prigionieri che resistono dietro le sbarre, ma anche quella di
ogni movimento che oggi si oppone alle misure di lacrime e sangue dentro la
crisi in cui il sistema barbaro dei padroni ha cacciato la stragrande
maggioranza della popolazione italiana. È, infatti, cresciuta la consapevolezza,
per tutti coloro che lottano e resistono alla crisi fuori dalle galere, senza
farsi intimorire e ammansire dai “bonzi” di ogni genere, che le galere non sono
un luogo lontano dalla loro vita, ma esse ne entrano sempre più a far parte. Dal
manganello ai licenziamenti politici, dalle denunce agli arresti la repressione
è un’arma alla quale lo Stato dei padroni ricorre con sempre maggior facilità e
brutalità.
Contro carcere e repressione
usiamo l’arma della solidarietà!
No al carcere, alla
differenziazione, alla tortura dell’isolamento del 41
bis!
No ai trasferimenti
punitivi!
Sosteniamo tutti i prigionieri che
resistono e lottano! Libertà!
Rilanciamo le lotte e
organizziamole!
Assemblea di lotta “Uniti contro
la repressione”
16/7/2003
Invitiamo tutti a mandare telegrammi,
fax, email alle due strutture carcerarie, Buoncammino, dove era in corso la
protesta, e Lanusei, dove sono stati trasferiti alcuni dei detenuti che hanno
intrapreso la lotta, al fine di dare fastidio e far sapere che i detenuti non
sono soli. Di seguito riportiamo i recapiti.
Casa Circondariale di Cagliari
Buoncammino
Viale Buoncammino 22 -
Cagliari
tel: 070 604781
fax: 070-660463
e-mail: cc.cagliari@giustizia.it
Casa circondariale S. Daniele di
Lanusei
Viale Europa 10, 08045 – Lanusei -
Cagliari
Tel 0782/42103 –
42920
Fax 0782/40144
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