martedì 23 luglio 2013

pc 23 luglio - Estate di lotta nelle carceri in Italia

Il “coordinamento dei detenuti” nato in maniera spontanea alla vigilia della manifestazione nazionale di Parma del 25 maggio 2013 è intenzionato a portare avanti la mobilitazione contro le condizioni disumane e tutte le barbarie del sistema penitenziario italiano.
La data del 25 maggio è stata un punto di svolta per le nostre lotte, sia dentro che fuori queste mura c’è stata una forte presa di coscienza e le tante testimonianze di solidarietà hanno riscaldato i nostri cuori e resi consapevoli di non poter restare indifferenti dinnanzi ad una situazione non più tollerabile, per la quale anche gli organi internazionali hanno condannato il nostro paese.
In concomitanza con lo sciopero di Parma più detenuti hanno intrapreso diverse forme di protesta come lo sciopero della fame, del carrello, battiture e raccolte di firme, ma le evidenti difficoltà di comunicazione hanno impedito una più ampia adesione. Questo non ci scoraggia, anzi, ci stimola a fare meglio e a impegnarci di più, perché siamo consapevoli, ora più che mai, che solo la lotta paga.
Abbiamo deciso pertanto di proclamare una mobilitazione nazionale per il mese di settembre, che avrà inizio il giorno 10 e fine il giorno 30 dello stesso mese.
E’ nostra intenzione far sentire la nostra voce e protestare contro la situazione esplosiva delle carceri italiane, la quale vede un sovraffollamento intollerabile con detenuti ammassati in celle lager, in condizioni igieniche e strutturali al limite dell’indecenza, speculazioni sui prezzi della mercede, sfruttamento vero e proprio nei confronti dei detenuti cosiddetti “lavoranti”, trattamenti inumani di ogni sorta, abusi di qualsiasi genere e troppo, troppo altro ancora.
Non possiamo inoltre esimerci dal protestare contro tutte quelle forme di tortura legalizzata in cui versano gli internati nei regimi di 41bis, 14bis e Alta Sorveglianza, che vengono quotidianamente uccisi, psicologicamente e fisicamente. Chiediamo quindi l’abolizione di questi strumenti degni della peggior dittatura e l’abolizione della legge Cirielli.
E’ bene precisare che noi, con questa forma di protesta estrema, non chiediamo sconti di pena o benefici, se arrivano serviranno ad alleviare le sofferenze di molti detenuti e ad impedire all’Italia di pagare multe salate, ma interventi concreti che mirino al rispetto dei diritti naturali dell’essere umano e dell’art. 27 della Costituzione.
Per la riuscita della mobilitazione invitiamo tutti i fratelli detenuti ad aderire allo sciopero, attuando dal 10 al 18 settembre lo sciopero della fame e dal 18 al 30 forme di protesta da loro concordate e ritenute più idonee (consigliamo anche la raccolta di firme e la stesura di comunicati). Inoltre, ci appelliamo a tutti i movimenti, singoli cittadini, famigliari dei detenuti, organizzazioni politiche e non di essere la nostra voce fuori da queste mura e quindi sostenere le nostre rivendicazioni, creando una rete solidale, informando quante più persone possibili, diffondendo in modo capillare questo comunicato e informazioni relative alla protesta; di valutare forme di lotta all’esterno delle carceri e l’organizzazione di un corteo nazionale.
Il primo passo per spezzare queste catene è rompere il muro dell’indifferenza.
La solidarietà è un’arma, usiamola.
Coordinamento dei Detenuti

(*) Chiediamo a tutti i detenuti che leggeranno questo comunicato di dare il massimo impegno e di ricopiare il testo spedendolo ai loro conoscenti detenuti in altre strutture.

Mobilitiamoci in solidarietà e a sostegno della lotta dei prigionieri!
Carcere Buoncammino di Cagliari: martedì 9 luglio dei detenuti si son barricati nelle celle, hanno fatto la battitura alle sbarre, messo alcuni striscioni dalle finestre e qualche straccio è andato a fuoco, fuori un’ottantina di compagni e compagne in solidarietà alla protesta. In risposta la direzione ha trasferito alcuni detenuti al carcere di Lanusei. Questa iniziativa è la prosecuzione della lotta iniziata, con lo sciopero del carrello, il 25 maggio in concomitanza con la manifestazione di Parma contro il carcere, il 41 bis, la differenziazione, e l’isolamento, indetta dall’Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione” e continuata con lo sciopero dell'aria il 17 e 18 giugno. I prigionieri uniscono alle richieste specifiche sulle loro condizioni di vita (più aria, più spazi di socialità, meno sovraffollamento, no ai trasferimenti, contro le speculazioni sui prezzi della mercede e lo sfruttamento dei “lavoranti”) parole d’ordine più generali contro la tortura dell’isolamento del 41 bis, la differenziazione, l’apertura di nuove carceri, l’ergastolo e per l’amnistia generalizzata.
Unitamente a prigionieri di altre carceri, che hanno intrapreso nell’ultimo periodo diverse forme di protesta come lo sciopero della fame, del carrello, battiture e raccolte di firme, hanno deciso di proclamare una mobilitazione nazionale per il mese di settembre, che avrà inizio il giorno 10 e fine il giorno 30 dello stesso mese affermando: “Siamo consapevoli, ora più che mai, che solo la lotta paga”.
Per la riuscita della mobilitazione invitano tutti i detenuti ad aderire allo sciopero attuando, dal 10 al 18 settembre lo sciopero della fame e dal 18 al 30 forme di protesta ritenute più idonee. Consigliano anche la raccolta di firme e la stesura di comunicati. Inoltre, si appellano a tutti i movimenti, singoli cittadini, famigliari dei detenuti, organizzazioni politiche e non, di essere la loro voce fuori dalle mura e sostenere le loro rivendicazioni, creando una rete solidale, informando quante più persone possibili, diffondendo in modo capillare i loro comunicati e le informazioni relative alla protesta. Invitano a valutare forme di lotta all’esterno delle carceri.
Tutto questo succede in Sardegna che può ben essere definita la Cayenna d’Italia con la costruzione delle nuove carceri di massima sicurezza di Cagliari-Uta, Sassari-Bancali, Oristano-Massama, Tempio-Nuchis, in un territorio che ospita anche circa il 60% delle servitù e delle aree militari dello Stato italiano.
Come Assemblea di lotta “Uniti conto la repressione” esprimiamo solidarietà militante a questa lotta e invitiamo tutti alla mobilitazione.
Questa lotta può rafforzare non solo quella di tutti i prigionieri che resistono dietro le sbarre, ma anche quella di ogni movimento che oggi si oppone alle misure di lacrime e sangue dentro la crisi in cui il sistema barbaro dei padroni ha cacciato la stragrande maggioranza della popolazione italiana. È, infatti, cresciuta la consapevolezza, per tutti coloro che lottano e resistono alla crisi fuori dalle galere, senza farsi intimorire e ammansire dai “bonzi” di ogni genere, che le galere non sono un luogo lontano dalla loro vita, ma esse ne entrano sempre più a far parte. Dal manganello ai licenziamenti politici, dalle denunce agli arresti la repressione è un’arma alla quale lo Stato dei padroni ricorre con sempre maggior facilità e brutalità.
Contro carcere e repressione usiamo l’arma della solidarietà!
No al carcere, alla differenziazione, alla tortura dell’isolamento del 41 bis!
No ai trasferimenti punitivi!
Sosteniamo tutti i prigionieri che resistono e lottano! Libertà!
Rilanciamo le lotte e organizziamole!

Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione”
16/7/2003
Invitiamo tutti a mandare telegrammi, fax, email alle due strutture carcerarie, Buoncammino, dove era in corso la protesta, e Lanusei, dove sono stati trasferiti alcuni dei detenuti che hanno intrapreso la lotta, al fine di dare fastidio e far sapere che i detenuti non sono soli. Di seguito riportiamo i recapiti.

Casa Circondariale di Cagliari Buoncammino
Viale Buoncammino 22 - Cagliari
tel: 070 604781
fax: 070-660463

Casa circondariale S. Daniele di Lanusei
Viale Europa 10, 08045 – Lanusei - Cagliari
Tel 0782/42103 – 42920
Fax 0782/40144

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