domenica 21 luglio 2013

pc 21 luglio - schiavismo e condizioni inaccettabili degli immigrati a Nardò - un ministro come Kienge non cambia una politica del capitale fondata su sfruttamento e razzismo


Lasciano l’immobile sporco e pericoloso dell’ex falegnameria, una trentina di migranti impiegati nelle campagne di Nardò per la raccolta delle angurie, e si uniscono alle persone alloggiate sotto gli ulivi in contrada Arene Serrazze. Lì li troverà domenica mattina il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, perché nessuno dei lavoratori presenti (circa 200) ha voluto spostarsi nell’area attrezzata dal Comune, con tanto di brandine, bagni e acqua corrente, in località Scianne.

I lavoratori temono che alloggiando in quel camping a 8 km dal paese possano allontanarsi troppo dai “centri di reclutamento” che ogni mattina i caporali improvvisano in punti ormai prestabiliti, .... gli uomini dalla pelle scura restano a dormire sotto gli ulivi, di fronte all’ex falegnameria che è stata sgomberata a causa delle terribili condizioni igieniche e di sicurezza in cui si trovava.

La relazione degli ispettori dell’Asl, prologo dell’ordinanza di sgombero firmata dal primo cittadino, è una sequela di orrori: almeno
5 bombole gpl per alimentare le cucine al piano terra, pavimenti scrostati, alcune stanze allagate da liquami fognari altre annerite dai fuochi, bagni utilizzati in assenza d’acqua, impianti elettrici scoperti collegati a un improbabile gruppo elettrogeno a cui erano attaccati tv e frigorifero.

Un potenziale di pericolo intollerabile per le autorità, che non hanno avuto dubbi nel disporre lo sgombero, effettuato – come d’intesa con la Prefettura – nella maniera più soft possibile, ma non per questo scevra di critiche da parte della Cgil, che, fin dall’inizio della stagione di raccolta, ha insistito sulla necessità di riaprire la masseria Boncuri, negli anni scorsi luogo di accoglienza dei migranti. Proprio da lì partirà la visita a Nardò del ministro Kyenge. Salta invece, ufficialmente, per motivi di sicurezza la visita nella tendopoli abusiva.
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