Forse questo articolo avremmo dovuto farlo prima della manifestazione ma ora
è necessario dire una parola chiara.
Alla manifestazione del 13 ottobre a
Ravenna contro la multinazionale della Legacoop, la CMC contro le
devastazioni ambientali fatte in nome del profitto (TAV, basi militari, muro
in Palestina), è stato letta
pubblicamente una lettera del "Comitato liberi e
pensanti" di Taranto ("PENSIERI E PAROLE RACCOLTI TRA I LAVORATORI IN
FABBRICA") che proprio nello stesso giornoavevano organizzato una
manifestazione nel quartiere Tamburi, a ridosso dell'Ilva. leggere questa
lettera è stato giusto, ma altrettanto giusto è dire che non siamo, nè si
può come movimento essere d'accordo con questa lettera e la linea che la
sostiene.
Per noi la lotta popolare e operaia che è esplosa a Taranto
contro l'inquinamento e la nocività ambientali è una lotta nazionale, per la
questione che solleva contro le responsabilità padronali e
istituzionali,politiche e dei sindacati confederali, per l'attacco generale
ai lavoratori che comporta un licenziamento di massa in caso di chiusura
della fabbrica.
Una lotta che stiamo portando avanti in quella fabbrica e nel
quartiere tamburi di Taranto come Slai Cobas per il sindacato diclasse e
stiamo portando anche nelle fabbriche siderurgiche a livello
nazionale inoltre lavoriamo insieme ad altri per un convegno nazionale a Taranto della
Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro. Pertanto vorremmo dire
qualcosa sulla posizione del "Comitato liberi e pensanti" di Taranto a cui è
stato dato spazio all'inizio della manifestazione di
Ravenna.
Accostare il movimento NO TAV alla lotta di Taranto pensiamo sia
una forzatura. In Val Susa si lotta per liberare il territorio da un opera
inutile e dannosa combattendo e una occupazione militare del territorio da
stato di polizia, si combatte cioè con la lotta popolare e di massa uno
scempio ambientale e una "grande opera" al servizio degli speculatori del
capitale
A Taranto vi è la più grande concretrazione operaia del paese
con 15.000 operai che vi lavorano producendo acciaio, che fronteggiano
innanzitutto loro un padrone che per il profitto non osserva le norme di
sicurezza e di tutela dell'ambiente circostanze producendo anche 'morti sul
lavoro e tumori soprattutto nel quartiere circostante'si tratta di
questione del tutto diversa e paragonare l'ilva di taranto al treno
superveloce è una sciocchezza assoluta e un crimine contro la classe operaia
che ci lavora e lotta.
In Val Susa la CMC e la lobby politica che la
sostiene sono responsabili della devastazione ambientale, della
militarizzazione del territorio, sono gli avvoltoi del profitto per un'opera
costosa e inutile voluta da tutti i governi, mentre a Taranto è il padrone,
Riva, il responsabiledell'insicurezza e nocività degli operai e della
popolazione tarantina con le complicità istituzionali, politiche e
confederali.
Contro la TAV si è sviluppata una resistenza di una
popolazione unita che ha fronteggiato la militarizzazione di Stato mentre a
Taranto la lotta è a sostegno dello Stato che con la procura conduce una
lodevole inchiesta per accertare le responsabilità di padron Riva e
pesantemente sanzionarle insieme alla pretesa inaccettabile di chiudere la
fabbrica considerando gli operai non una risorsa della lotta per metterla a
norma ma una ingombrante e invisibile presenza: E' vero che quella del
Comitato è una presenza molto attiva e seguita a livello popolare, ma essa è
sulla linea 'ambientalismo becero del Vedre Bonelli ed altri esponenti dell'ambientalismo elettorale che vuole la chiusura della fabbrica come
unica soluzione.
Ma chi lo ha detto che il diritto alla salute si
può ottenere solo con la chiusura della fabbrica e con gli operai
assistiti con aiuti dallo Stato? Una posizione che converge con quella
puramente ambientalista e che si contrappone agli altri operai considerati
tout court manovrati da Riva o quasi colpevoli dell'inquinamento, quando
proprio essi pagano un alto tributo di morti e malattie professionali e che
è in contrasto con le
loro stesse esigenze, compresa quella di avere e fare,
un lavoro dignitoso", che purtroppo nella società del capitale è lavoro
sfruttato per il profitto, ma che gli operai devono e cerano una strada per
rovesciare questa
logica
La posizione del Comitato in definitiva porta
acqua alla liquidazione delle lotte operaie e popolari su posizioni di classe
anticapitalistiche perchè è evidente che gli operai assistiti non saranno
mai protagonisti di un movimento di massa che metta in discussione tutto
un sistema che risponde solo al profitto di padron Riva e dei signori
capitalisti.
L'alternativa che risponde invece agli interessi operai e
della popolazione è quella che difende salute e posto di lavoro, che vuole
che nessun posto di lavoro venga perduto e che il padrone venga condannato
per l'inquinamento e le morti causate e che paghi per una reale la messa in
sicurezza degli impianti, la bonifica del territorio, a partire dal
quartiere vicino alla fabbrica, e che anche questo sia l'occasione per
nuovi posti di lavoro. E' una guerra di classe contro Riva e contro il
governo che serve e non una lotta ambientalista estrema. Come è possibile
lottare contro tutto il sistema Riva se gli operai vengono
cancellati?
Su questa linea, quella che afferma che "nocivo è il
Capitale, non la fabbrica", così come nocivo è il capitale che produce
tav, sta lottando essenzialmente lo Slai cobas per il sindacato
di classe dell'Ilva di Taranto anche contro le componenti dei sindacati
confederali filoaziendaliste (cisl e uil).
Quindi è giusto denunciare
l'attività della CMC in Val Susa e la lotta contro di essa è per bloccare
un'opera, non certo contro ogni attività che una falsa coop in realtà
impresa capitalistica come le altre fa ovunque, invece non è giusto chiudere
la fabbrica e licenziare 15 mila operai e con essi la possibilità di
lottare per una fabbrica in sicurezza e per il diritto al posto di lavoro ma
anche per un futuro migliore per la città, per una società
senza padroni.
Slai cobas per il sindacato di
classe-Ravenna
LOTTA NOTAV/NOCMC E IL COMITATO LIBERI E
PENSANTI DI TARANTO
Sono un operaio del petrolchimico di Ravenna e volevo
scrivere due righe a riguardo del diritto alla salute e del diritto al
lavoro. Ho partecipato alla manifestazione NO-CMC di sabato 13 ottobre qui a
Ravenna. La
mia partecipazione è stata contro la CMC e contro tutte le
multinazionali e il padronato in generale poiché i loro interessi sono
contro gli stessi operai e masse popolari. La giusta lotta che vede
impegnata la Val Susa contro la TAV è un esempio pratico di quel che
dovrebbe essere una lotta popolare che al di là delle diverse sigle è
riuscita ad unire, valligiani e non, controun'opera inutile e soprattutto
dannosa per l'ambiente e la salute dei cittadini.
Il comitato liberi e
pensanti di Taranto che si oppone giustamente all'inquinamento ambientale a
Taranto, ma mi trova in disaccordo sulla linea prevalente che considera
pressocchè inevitabile la chiusura senza se e senza
dell'Ilva a Taranto come
soluzione, poiché se ciò succedesse getterebbe sul lastrico migliaia di
famiglie, e nessuno riuscirebbe a dare un reddito per il sostentamento,
poiché nè governi e nè padroni scucirebbero un solo euro. Ciò di cui
necessitano tutte le esperienze di lotta contro devastatori e inquinatori è
la rivolta.
indirizzata al rovesciamento dell'attuale sistema capitalistico
che affama e uccide le masse per il suo profitto.
Non può esserci il
ricatto lavoro o salute ma deve esserci il diritto alla salute dei
lavoratori e dei cittadini in ogni angolo del mondo e non ipocritamente un
ambiente sano e pulito in casa propria e sfruttamento ed
inquinamento nel
terzo quarto o quinto mondo.Lavoratori e cittadini devono unirsi per questo
e non per velleitarie e demagogiche difese dell'ambiente senza mettere in
discussione ciò che lo produce l'inquinamento.
SI alla salute sui luoghi
di lavoro e alla difesa dell'ambiente.
SI al diritto al lavoro
NO al
padronato e al capitale
operaio ENICHEM RAVENNA
17 ottobre
2012
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