giovedì 18 ottobre 2012

pc 18 ottobre - "Produttività": Cgil-Cil-Uil nella corsa finale... alla svendita totale dei diritti dei lavoratori


Dopo l’accordo con i padroni del 28 giugno (Accordo interconfederale tra Confindustria e Cgil-Cil-Uil- 28 giugno 2011) sancito dall’art. 8 della manovra economica dello scorso anno con cui il peso della “contrattazione” si sposta dal piano nazionale a quello aziendale con possibilità di deroga al contratto nazionale e libertà di licenziamento per “motivi economici” e di fatto impossibilità di sciopero, siamo al rush finale per la produttività.

Con coerenza quindi i sindacati confederali stanno perfezionando l’abolizione dello Statuto dei lavoratori e la svendita di quei diritti che secondo i loro stessi statuti dovrebbero difendere.

In un confronto durato 7 ore, riportano i quotidiani, “i tecnici di Cgil, Cisl e Uil hanno continuato a lavorare fino a tardi, per limare gli ultimi dettagli ed hanno spiegato l'intesa ad un rappresentante di Confindustria, che oggi ne riferirà nella riunione delle organizzazioni imprenditoriali, fissata alle 8.30 in viale dell'Astronomia”.

Si va di fretta perché il governo come abbiamo detto deve avere il documento pronto per l’incontro di oggi pomeriggio con i vertici europei, e forse ce la fanno… anche perché nella sostanza il ministro Passera ha fatto capire che se non si arriva in tempo si mettono in discussione i soldi previsti (1 miliardo e 600 milioni) per le aziende produttività, insomma uno scambio di favori…

E i sindacati fanno la loro parte fino in fondo come dice bene questo articolo del sole 24 ore di oggi che riportiamo per esteso perché è molto chiaro anche nei dettagli su ciò che si “contratta” al tavolo della produttività.

E nella massima ipocrisia e con l’intento di ingannare le masse la Cgil giorno 20 ottobre sarà in piazza con una manifestazione pubblica con la parola d’ordine “Il lavoro prima di tutto”! e per “cambiare l’agenda del governo Monti”!!

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Più salario variabile, accordo nel sindacato

ROMA - Sulla produttività del lavoro il sindacato si ricompatta. Ieri sera al tavolo tecnico tra i sindacati si è registrata una posizione «sostanzialmente comune» e dopo una giornata di confronto nella sede della Uil di via Lucullo, l'eventualità di un accordo separato, senza la firma della Cgil, sembra definitivamente sfumata, a meno di colpi di scena dell'ultim'ora.

La posizione comune è stata illustrata in tarda serata dai segretari confederali, Fabrizio Solari (Cgil), Giorgio Santini (Cisl) e Paolo Pirani (Uil) ad un rappresentante delle imprese - il direttore delle relazioni industriali di Confindustria, Pierangelo Albini - in vista della riunione di questa mattina tra le associazioni datoriali, con l'obiettivo di raggiungere un accordo complessivo tra le parti sociali da portare a Palazzo Chigi. Per ridurre lo spread di produttività, i sindacati hanno ragionato di come dare più peso alla parte variabile della retribuzione, riequilibrando il rapporto tra i due livelli di contrattazione, considerando che su 100 euro di aumento in media 88 euro vengono distribuiti nella contrattazione nazionale, contro i 12 della contrattazione aziendale, che è legata all'andamento della produttività e beneficia della cedolare secca al 10%. A questo proposito i sindacati convergono sulla proposta di lasciare ai contratti nazionali la destinazione di una parte degli aumenti alla contrattazione aziendale.

La Cisl che sin dal principio ha spinto per un'intesa con il Governo, ieri per voce del suo leader, Raffaele Bonanni, commentava: «Sarebbe davvero strano che le parti sociali si sottraessero alla possibilità di regolare bene le vicende della produttività, sapendo che la posta è il ripristino della detassazione dei premi, che il Governo, grazie alle nostre pressioni, ha rimesso in pista». Ma per il via libera all'accordo la leader della Cgil, Susanna Camusso, ha spiegato di considerare «una discriminante» la tutela da parte del contratto nazionale di lavoro del potere di acquisto dei salari: «Se non lo si fa – ha detto – si è deciso di derubricare il potere d'acquisto e ridurlo».

Fino a tarda notte il sindacato ha continuato a lavorare per affinare la proposta, per cercare di sciogliere alcuni nodi come la rappresentanza nelle Rsu (la Cgil è per il proporzionale puro, senza assegnare un terzo dei seggi ai sindacati firmatari di contratto), che si lega all'esigibilità degli accordi aziendali quando hanno la maggioranza dei consensi tra i sindacati, o il demansionamento proposto soprattutto dalle piccole imprese (si ragiona se trasferirlo nel perimetro dei contratti nazionali).

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