lunedì 15 ottobre 2012

pc 15 ottobre - Sulla manifestazione del 13 a Ravenna contro la CMC



Una grande manifestazione con di più di mille partecipanti ha attraversato Ravenna il 13 ottobre per denunciare il ruolo della CMC, multinazionale coop rossa, che devasta territori, costruisce basi militari e il muro in Palestina, in nome del profitto al servizio delle grandi opere volute da tutti i governi.
Una riuscita manifestazione costruita dal basso, da comitati popolari attivamente impegnati a resistere alle scelte politiche e imprenditoriali imposte con la militarizzazione di Stato contro gli interessi e i bisogni popolari, dal movimento No Tav della Val di Susa,  ai No Dal Molin di Vicenza, ai NO MUOS di Niscemi,agli attivisti che si oppongono all’Expo milanese, ai No People Mover di Bologna, contro il terzo valico di Cagliari, "no pedemontana" .
Un corteo che ha attraversato la città blindata e occupata militarmente da più di 500 poliziotti, carabinieri, finanzieri, e si è fermato davanti ai cancelli della CMC dove, fino a questa manifestazione, non è stato possibile manifestare per i divieti della Questura.
Nei giorni scorsi questa manifestazione è stata attaccata con campagne mediatiche che prefiguravano guerriglia urbana e con le dichiarazioni di tutti i politicanti nelle istituzioni locali, di sinistra e di destra, dal sindaco PD a RC al Pdl, tutti a genuflettersi davanti agli interessi della multinazionale della Legacoop. 
Nonostante una partecipazione di massa, il sindaco Matteucci il giorno dopo la manifestazione ha dichiarato: "Manifestazione contro la Cmc è fallita. Punto e a capo", "Ravenna è una città che rifiuta gli estremismi un po' fuori dai coppi, i gruppi e le associazioni che hanno promosso il corteo rappresentano solo se stesse". Lo stesso sindaco che non ha mai perso occasione di dimostrare il suo disprezzo per chi manifesta congratulandosi col l'operato repressivo della polizia con fermi, denunce, fogli di via e "avvisi orali". 


Questo conferma ancora una volta che tutto il sistema padronale, affaristico, speculativo, politico e statale è il problema vero che mette in discussione la libertà delle popolazioni ed è questo sistema che dev'essere rovesciato dalle masse. In particolare noi di proletari comunisti abbiamo portato la parola d'ordine della liberazione dei compagni arrestati e della necessità della lotta allo stato di polizia.
La Rete dei comitati nata a Ravenna proseguirà le sue iniziative con un convegno l'1-2 dicembre a Milano contro Impregilo.

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