In questo momento la politica in Italia è avvolta in mille polveroni che nascondono il fatto che i padroni nel frattempo incassano soldi e leggi, grazie al governo, “comitato d'affari della borghesia” come diceva già Marx nel 1848!, sostenuto dalla “strana maggioranza” che di strano non ha proprio niente, dato che Pd-Pdl-Udc governano insieme di fatto da anni.
Quel
che vogliono incassare tra l'altro i padroni è anche l'“accordo”
sulla produttività. Domani 18 ottobre il presidente del consiglio
Mario Monti parteciperà al vertice con gli altri partner europei e
l'obiettivo del Governo, quando ha sollecitato le parti sociali a
trovare un accordo per superare il gap di produttività che penalizza
l'Italia, era di presentare l'intesa alla Ue in questa occasione.
Come ci ricorda il sole 24 ore di oggi. Dopo quelli sui conti in
ordine, insomma sui compiti a casa, fatti da bravo scolaretto al
servizio della sua classe, Monti deve presentare anche questo
“dossier”. Come continua il giornale “Sulla produttività le
parti cercano l'affondo decisivo” e ci descrive la fretta, addirittura la frenesia, con cui
si procede: “Una giornata di trattative ancora ieri. Prima al
telefono, poi con un incontro a livello tecnico in serata, tra le
organizzazioni imprenditoriali e i sindacati. Un affondo per arrivare
eventualmente entro oggi a una firma." “Si tratta di stringere
i tempi e il Governo avrebbe l'intenzione di convocare le parti
sociali a Palazzo Chigi stasera, alle 20. Dipenderà dagli sviluppi
delle ultime ore. I tecnici ieri hanno lavorato fino a tardi attorno
a un testo, che comunque oggi dovrà essere sottoposto al vaglio
politico dei vertici.”
E
ci riporta alcune dichiarazioni dei sindacalisti a cominciare dalla
Camusso che con la sua flemma inglese, mentre si siede al tavolo
della trattativa, vorrebbe prendere per i fondelli ancora una volta:
«Mi pare che siamo molto lontani» (!) Ma molto lontani da cosa???
Sedersi al tavolo con coloro contro cui stai organizzando “scioperi”
e gridi nelle piazze, su un problema assolutamente ideologico come la
produttività significa essere "lontani" sì, ma dall'intelligenza di tutti!
Luigi
Angeletti, leader della Uil se ne “esce” con una delle sue
battute assolutamente stupide che non vogliono dire proprio niente:
«Vediamo cosa esce, ma se va bene sarà una cosa molto modesta...
Sarebbe ingenuo pensare che il problema di 20 punti di competitività
persi in 10 anni si risolva in 5 minuti. Ci vuole altro, la prima
cosa è che il Governo faccia funzionare lo Stato» (???).
Naturalmente,
e se ne accorge anche il giornalista “A premere per l'intesa è il
numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, «Bisogna impegnarci,
conviene a tutti. La strada non è in salita, ci sono problemi
ordinari, differenze che nella discussione si affinano sempre».
Quindi prima firmiamo qualsiasi cosa, come sempre, poi si vedrà come
“spiegarlo” ai lavoratori!
Che
il problema sia ideologico e di ulteriore attacco ai diritti dei
lavoratori è dimostrato da un articolo del quotidiano La Repubblica
del 3 ottobre scorso che a proposito della produttività dice che
“l'italiano lavora 200 ore sopra la media dei paesi europei [1.774
ore in un anno contro i 1.573 dell'Ue]... con ritmi analoghi
all'operoso giapponese [1.728]” e che i problemi della differenza
di “produttività” sta nel fatto che i padroni italiani non
spendono in tecnologia e miglioramenti produttivi per cui in Italia
si lavora praticamente con ferrivecchi!
“I
nodi al tavolo” dice ancora il sole24ore, “restano principalmente
il rapporto tra contratto nazionale e contrattazione aziendale, e
cioè la parte del testo in cui si afferma che parte degli aumenti
erogati a livello nazionale possono essere spostati a livello
aziendale, usufruendo della detassazione e decontribuzione dei premi
di produttività. Da parte delle imprese c'è anche l'esigenza che a
livello nazionale si tenga conto della particolare situazione
economica, bilanciando gli aumenti salariali con una maggiore
flessibilità, specie sull'orario. Tra le questioni non ancora
risolte il rapporto tra legge e contrattazione, con la possibilità
di modificare le norme specie per quanto riguarda l'orario di lavoro
e la possibilità di un demansionamento temporaneo in caso di crisi.”
Quindi
ancora! I padroni vogliono avere mano libera totale sugli orari di
lavoro e sulle mansioni!
La
“battaglia” sulla produttività continua...
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