generalizzare
l'esperienza di palermo, dare a tutti i compagni, ovunque collocati la
possibilità di comprendere e capire cosa è e dove va la guerra popolare in
india
verso la conferenza internazionale di sostegno alla guerra
popolare in India amburgo 24 novembre
campagna di iniziative e
informazione a cura del comitato di sostegno in Italia
per
partecipare
csgpindia@gmail.com
15 ottobre -
per i prigionieri politici e di guerra nelle carceri indiane -
16 ottobre -
la repressione del movimento studentesco maoista in India
17 ottobre -
10..cento iniziative a sosstegno della gp in indiaq
leggi diffondi fai
circolare per materiali e iniziative locali
csgpindia@gmail.com
Palermo
E'
stata organizzata il 22 settembre 2012 presso la sede del circolo diproletari
comunisti di Palermo, un'assemblea con video proiezione e aperitivo finale
in vista della Conferenza internazionale di Amburgo del 24 Novembre promossa
dal Comitato di sostegno alla guerra popolare in India.
L'iniziativa,
partecipata in particolare da lavoratori e giovani, è stata introdotta
partendo dalla necessità di un'informazione o per meglio dire di una
controinformazione corretta considerato che le notizie che vengono
trasmesse
attraverso i giornali borghesi italiani e internazionali sulla guerra
popolare in India arrivano in maniera distorta e/o superficiale
e frammentaria o addirittura non arrivano.
Appoggiare la guerra popolare
in India! Che significa? Significa innanzitutto che nella globalizzazione
potremmo dire "tutto il mondo paese", e infatti la classe operaia è una
anche se migliaia e migliaia di
chilometri separano noi dal popolo indiano.
Noi prendiamo esempio dalle lotte che altri popoli fanno e per quanto ci
riguarda dobbiamo saper comunicare agli altri il tipo di lotte che facciamo
noi. Le lotte oggi si
influenzano l'una con l'altra e hanno ripercussioni nei
diversi paesi, anche se nell'immediato non si percepisce, come per esempio la
questione Fiat e altre multinazionali che non riescono a delocalizzare
facilmente in India
anche per le lotte in corso, "ritardando" in parte e per
un periodo possibili licenziamenti in Italia. Le similitudini tra le
condizioni della classe operaia si accentuano sempre di più, al massimo
sfruttamento in India
corrisponde l'attacco ai diritti conquistati con le
lotte nei paesi imperialisti. Ma in India gli operai hanno cominciato a
rispondere a dovere, tanto che si parla del paese dove "gli operai bruciano i
padroni".
Ma gli esempi di lotta che ci giungono dalla guerra popolare
indiana dove le masse popolari guidate dal PCI (maoista) si oppongono alle
grandi multinazionali e ai padroni che sono affamati di manodopera a basso
costo, risorse e materie prime, sono tante e di diverso tipo. Da queste
esperienze viene spontaneo l'appello all'unità del proletariato su
scala internazionale, perché è proprio a tutti i livelli che i padroni del
mondo dividono la classe operaia per fare più profitti. E "uniti si vince"
come si dice, e come dimostrano le stesse lotte del passato e di alcune
del presente, sia in India ma anche per esempio in Sudafrica dove gli
operai
delle miniere, purtroppo a costo anche della vita, hanno ottenuto
aumenti salariali importanti. I padroni dividono e noi dobbiamo unire, è
anche con questa logica che dobbiamo vedere il sostegno alla guerra popolare
in India.
E' seguita la proiezione di due video spiegati e commentati ". in
India si sta formando un paese autogovernato dal popolo nei territori rurali
della"zona rivoluzionaria", ma l'azione dei maoisti è anche nei grandi
centri
urbani; il popolo si è armato combattendo contro la repressione del
Governo Indiano. Il primo ministro indiano ha dichiarato che i Maoisti sono
"la più grande minaccia interna", riferendosi ai 30.000 guerriglieri
dell'esercito popolare e alle masse popolari che sostengono la guerra
popolare contro cui il governo indiano sta scatenando un vero e proprio
genocidio a favore degliinteressi delle multinazionali e dei grandi
capitalisti del mondo. veri e propri campi di concentramento sono stati
creati in cui vengono deportati
con la forza gli abitanti di interi villaggi
per liberare i territori da "regalare" allo sfruttamento e alla rapina del
capitale straniero. l'operazione Green Hunt "BATTUTA DI CACCIA" non è altro
che una guerra
genocida del governo indiano verso il suo stesso popolo. Nella
congiunturaattuale in cui la più grande rivoluzione in corso del mondo
resiste agli attacchi dell'imperialismo e dei suoi lacchè è quanto mai
necessario dare sostegno rivoluzionario alla causa del proletariato e delle
masse popolari
indiane che se un giorno risulteranno vittoriose ciò
rappresenterà una vittoria per tutti i popoli del mondo ed un significativo
cambio dei rapporti di forza mondiali in cui un nuovo paese socialista di
queste
dimensioni sarebbe fonte di speranza e riscossa per chi lotta nei
5continenti."
Centrale è però chi guida la lotta degli operai, della
classe sfruttata facendo crescere in essa la coscienza della necessità di un
reale cambiamento di questo sistema guidandone il processo rivoluzionario
come il
PCI (maoista) motore della guerra popolare in India e della
lotta rivoluzionaria degli operai e masse popolari che si sta estendendo in
tutta la fascia nord-orientale dell'India (corridoio rosso) in un
percorso
complesso fatto di vittorie ma anche sconfitte ma che fino ad oggi
la feroce repressione del governo indiano non è riuscita a fermare.
A
seguire, riproducendo sullo schermo una locandina fatta dalle compagne
e lavoratrici delMfpr in occasione dell'8 marzo come dedica di quella
giornata di lotta alle migliaia e migliaia di donne indiane in prima fila
nella guerra popolare, una compagna ha detto che in India, paese definito "la
più
grande democrazia del mondo" l'uguaglianza tra uomini e donne è solo
sulla carta perché nella realtà di tutti i giorni le donne subiscono una
pesante oppressione, di classe, di genere, feudale/religiosa, di casta di
lunga
durata: dai matrimoni forzati sin dall'età dell'adolescenza, alle
violenze domestiche, alla negazione del diritto alla proprietà della terra,
alle forme di quasi schiavismo per le vedove. nelle zone rurali e interne,
alle
condizioni di pesantissimo sfruttamento delle donne della classi più
basse nelle fabbriche dei centri urbani per non parlare del dilagante
sfruttamento della prostituzione al servizio sempre più esteso anche del
turismo sessuale dei cosiddetti uomini borghesi "civili" dei paesi
occidentali, assecondatodal governo reazionario indiano, per soddisfare i
loro sporchi piaceri pagando gli stupri perfino sulle bimbe.
Arundathy
Roy, famosa scrittrice indiana sostenitrice del movimento antiglobalizzazione
e dei diritti delle donne, nel suo reportage "Nella giungla con i maoisti"
racconta delle condizioni in cui vivono i compagni
ribelli maoisti, come
affrontano le lotte, come agiscono tra le masse popolari dei villaggi rurali.
e parla anche delle donne molto spesso vittime di violenza sessuale da
parte dei militari governativi che si
servono dello stupro come arma di
repressione di stato, esercitando una violenza spietata contro le donne, e in
particolare contro le compagne maoiste. Ma per tantissime donne la violenza e
gli stupri subiti sono
diventati la leva per ribellarsi ad un sistema di
profonda oppressione; esse si sono unite alla guerra popolare trasformandosi,
con la guida cosciente del partito comunista indiano maoista, in combattenti
che stanno in "prima linea" nella lotta rivoluzionaria, molte donne oggi
hanno ruoli di dirigenti nella guerra e nel partito in cui come scrive la
stessa Arundathy lottano anche al suo interno ". non solo per affermare i
loro diritti ma anche per convincere il partito che l'uguaglianza tra uomini
e donne è al centro di un ideale di società giusta" . Le donne in lotta
nella guerra popolare sono un forte esempio per la lotta del movimento delle
donne in ogni parte del mondo contro questo sistema sociale che ci vuole
oppresse e subalterne, che anche in un paese come il nostro, imperialista e
capitalista, ci vuole riportare indietro in un moderno medioevo, lo si vede
dagli attacchi che subiamo quotidianamente (lavoro, violenza, diritto di
aborto.). L'assemblea ha quindi rivolto un caloroso applauso alle donne
maoiste e a tutto il popolo in lotta.
Una lavoratrice ha voluto
sottolineare come anche dai video si capisce che sono i borghesi e i
capitalisti di tutto il mondo che provocano distruzione, sofferenza, morte,
miseria ai popoli, come anche nei paesi come il nostro sta crescendo la
povertà e la disparità tra una minoranza di ricchi e la maggioranza dei
lavoratori, operai, precari, giovani ecc., di come ci si sta imbarbarendo
perché è il sistema la causa di questa barbarie. la guerra popolare in India
incoraggia su quella che è la necessità di lottare contro la borghesia che
domina. Altre donne presenti hanno raccontato della loro esperienza di
viaggio fatta in India da turiste e del degrado e della povertà che hanno
toccato con mano ma che è importante conoscere questa altra faccia dell'India
che si ribella e lotta. Ad una domanda di una giovane in merito alla
situazione/risposta dei paesi confinanti con
l'India, è stato fatto un
breve quadro su Nepal, Bangladesh e Bhutan e lo stadio della situazione
rivoluzionaria e dei partiti maoisti presenti in quei paesi raccolti nel
coordinamento CCOMPOSA.
In una calda atmosfera che via via si è creata
durante l'iniziativa, l'assemblea si è quindi conclusa con un aperitivo
"indiano" in cui tutti i presenti sono stati informati circa l'organizzazione
della prossima
conferenza ad Amburgo e invitati a partecipare e a
sostenerla.
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