venerdì 28 settembre 2012

pc 28 settembre - Merde e ladri fascisti della Regione Lazio: giù le mani da Valerio Verbano!




Blindata la casa di Carla e Valerio Verbano.


Gli avvoltoi che prosperano nella città di Roma hanno aspettato solo alcuni mesi per volare su una preda ambita. Via Monte Bianco 114, c’è un appartamento nel quartiere di Montesacro che per alcune generazioni di militanti del movimento ha un valore particolare. In quell’appartamento, il 22 febbraio del 1980 veniva ammazzato da killer neofascisti, Valerio Verbano, 19 anni, giovane e conosciuto compagno. Ancora ignoti restano gli assassini, le stesse modalità dell’omicidio ( un esecuzione con i genitori legati nella stanza attigua) gerenarono  raccapriccio, anche se i giornali della stampa borghese ebbero il coraggio e l’indegnità di titolare “ucciso un autonomo”. La storia di Valerio non è andata dimenticata, grazie all’impegno di tanti compagni e compagne e grazie soprattutto alla testardaggine di Carla, sua madre che ha voluto fino all’ultimo tentare di sapere nomi e ragioni della morte di suo figlio. Carla se ne è andata da poco, stroncata da un male a cui aveva resistito caparbiamente. L’appartamento doveva divenire la sede di una associazione dedicata alla memoria e in tal senso erano state inviate esplicite richieste alla Regione, ente proprietario. Ma mentre la Regione cadeva, travolta da un marciume incredibile, c’era qualche solerte funzionario che si preoccupava di “risanare i bilanci” requisendo l’appartamento. È giunta ieri mattina una squadra di operai che ha blindato la porta con degli infissi laterali di ferro (ma non l'hanno sradicata e non hanno alzato nessun muro esterno così come si era temuto in un primo momento) ma ha buttato sul pianerottolo il divano sul quale Valerio si accasciò e morì dopo esser stato colpito. Un divano che è rimasto in questi 32 anni nello stesso posto. I compagni e le compagne della zona lo hanno recuperato e messo al sicuro.

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