Tra i compiti che ci tocca assolvere
c'è quello di denunciare anche l'attività di cattiva informazione
che viene svolta sulla questione Ilva da Il Manifesto, che sposando
in pieno il punto di vista ambientalista, unisce a buone informazioni
sull'inchiesta una disinformazione su quello che accade realmente
all'Ilva e tra gli operai in questi giorni.
Sono grottesche la prima pagina e gli
articoli fatti per la giornata di ieri.
3000 operai e divenuti 5000 nel
pomeriggio che attuano blocchi da un giorno e mezzo per tutta la
giornata, diventano nell'ignobile titolo de Il Manifesto “decine di
operai che aderiscono allo sciopero aziendale di cisl e uil e
bloccano la città contro la chiusura dell'altoforno”.
A parte il fatto, come farebbero decine
di operai a bloccare la città?, neanche nei peggiori momenti della
stampa padronale nei confronti delle lotte operaie si sono lette
simili “stronzate”.
Tutto per esaltare invece l'iniziativa,
con aspetti giusti e sbagliati, come abbiamo già commentato di un
cinquecento manifestanti tra cui un centinaio di operai Ilva
racco,lti intorno al Comitato liberi e pensanti.
Nel titolo si spara un'assemblea per
oggi in fabbrica della Fiom che non c'è stata né ci poteva essere,
sia perchè oggi più di ieri gli operai erano in sciopero e ai
blocchi, sia perchè la Fiom era impegnata in un convegno nazionale
sulla siderurgia nel chiuso del Salone della Provincia.
Questo è ingannare chi legge Il
Manifesto! Costruire un immagine della situazione dell'Ilva e a
Taranto del tutto deformata che cancella gli operai veri, tuttora,
certo, pieni di divisioni, confusioni, per offrire un'immagine che
contrappone operai e città e che sostiene a spada tratta la chiusura
della fabbrica come unica soluzione. Una visione che deforma i
rapporti di forza e impedisce alle avanguardie operaie di affrontare
i problemi, trattare contraddizioni per vincere la partita contro
padron Riva, governo e Stato.
Un'azione profondamente dannosa perchè
impedisce ai compagni e al movimento in tutto il paese di avere una
giusta informazione e una chiara visione dei problemi e che possa
permettere anche a distanza di valutare questa partita decisiva per
la sorte della più grande fabbrica del paese e della più grande
concentrazione operaia che si vuole smantellare e distruggere, con il
risultato, non certo del risanamento dell'ambiente e della fine dei
morti da inquinamento, ma esattamente il contrario: trasformare Ilva
e Taranto in una nuova Bagnoli.
Ma perchè Il Manifesto scrive tutto
questo, dato che anche noi pensiamo che a parte gli eccessi filo Fiom
di questo giornale, in generale sulle questioni della fabbriche dà
una informazione più attinente alla realtà?
Perchè ormai il giornale nella parte
Ilva è fatto da un giornalista tarantino, Gianmario Leone, che
scrive quotidianamente su un giornale minore di Taranto, “Taranto
Oggi” che è impegnato, come è noto a tutti a Taranto, in una
sorta di crociata per la chiusura dell'Ilva e che agisce ogni giorno
come portavoce della Procura e dei notabili ambientalisti operanti in
città, dal Verde Bonelli ad altri.
Questo giornalista e questo giornale
locale, peraltro, tende ad usare il 'Comitato di cittadini e
lavoratori liberi e pensanti' come una sorta di “organismo di
massa” della Procura e dei notabili Verdi sostenitori
dell'ambientalismo antifabbrica; naturalmente il Comitato non è
questo, ma le cronache de Il Manifesto lo utilizzano in questa
maniera.
Gianfranco Leone non è mai appartenuto
alla sinistra cittadina in tutte le sue varianti, e il giornale
locale su cui scrive è collocato in un area certo non di sinistra.
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