Se la formazione scolastica, a partire dalla scuola primaria
giungendo all'università, deve riprodurre fedelmente il sistema e l'ideologia
della classe borghese, l'attacco all'istruzione viene portato avanti tramite
l'introduzione massiccia del “numero chiuso” in tutte le facoltà
universitarie.
Nel Paese con il minor
numero di laureati d’Europa e la disoccupazione giovanile a livello record,
ancora una volta sono gli studenti a subire le manovre ed i pacchetti
legislativi dei governi che si susseguono, dal centro “sinistra” al centro
destra, che applicano per distruggere una volta per tutte il diritto allo
studio; questa volta la parola d'ordine sono “meritocrazia” e “competizione”, traslando
termini di natura imprenditoriale e applicandoli alla formazione ideologica e
scolastica della fascia più promettente della popolazione, i giovani, abituando
questi ultimi a una visione aziendale della vita.
Ogni ateneo ha il
diritto di decidere la soglia massima di studenti per singolo corso di laurea e
decide arbitrariamente anche il costo del test d'ingresso, a prescindere dalle
condizioni reddituali di ogni singolo studente. Questo significa che lo
studente di estrazione proletaria ha un esborso per il test equivalente allo
studente figlio di imprenditore.
La logica della facoltà a numero chiuso, che va estendendosi
fino ad essere già regola per tutti i
corsi di laurea in alcuni atenei italiani (Palermo ne è un esempio), è spiegata
e giustificata dalla necessità di integrare la “meritocrazia”, nascondendo però
il reale attacco classista al diritto allo studio, l'ennesimo attacco dopo
l'aumento delle tasse, la riduzione drastica delle borse di studio, ecc.
Dietro la meritocrazia si cela la negazione al diritto allo
studio a migliaia di studenti italiani che sperano nel sacrificio di continuare
gli studi fino alla laurea per trovare un occupazione che dia la possibilità di
uscire dal tetto dei genitori per farsi, finalmente, una propria vita.
La configurazione dei
test, oltretutto, è parcellizzata e nozionistica, inutile alla verifica di
quelle “conoscenze minime” richieste dagli atenei (simili ai test invalsi della
scuola media); spesso vengono portati avanti dei ricorsi contro gli imbrogli,
le raccomandazioni, le domande errate, ecc.
Chi è il meritevole?
E' il più forte, chi può permettersi di pagare i test d'ingresso, innanzitutto.
Il numero chiuso accentua maggiormente la forbice ricchi-poveri, e le
differenze di classe. Ovviamente i test d'ingresso ruotano intorno al business:
la paura di non riuscire ad entrare nella facoltà desiderata, tentare anche in altre facoltà di “ripiego”, pagando
il doppio, il triplo, il quadruplo... A quanto assomma l'introito di ogni
ateneo a discapito del timore dello studente? E chi può permettersi di tentare
più facoltà? Sempre gli stessi di cui parlavamo poche righe sopra. La
precedenza ai “meritevoli” può solo penalizzare la più larga fascia di
studenti.
Bisogna riprendere le redini di un movimento studentesco che
sia forte e capace di ricominciare una lotta contro le riforme sull'istruzione,
prendendo spunto da una lotta attuale molto interessante ossia quella degli
studenti del Québec e del MER-PCR (Partito Comunista Rivoluzionario) che, in
barba alle intimidazioni e alla repressione, punta al cambiamento radicale del
sistema e vuole legare le lotte studentesche a tutte le altre lotte per la
costruzione di un fronte unito e di una protesta di lunga durata e a tutto
campo contro il capitalismo.
Con l’autunno alle porte riprendiamo la lotta per i nostri
diritti di studenti e giovani dentro e fuori la facoltà!
per LLM e Mediazione Linguistica IN LOTTA – Palermo
SLP
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