L'incontro tra Marchionne, attuale
amministratore delegato della Fiat-Chrysler, e i rappresentanti
dell'attuale governo voluto da Monti, che doveva servire a fare
chiarezza sulle ultime affermazioni di Marchionne a proposito del
Piano Fabbrica Italia e i relativi 20 miliardi di euro da investire è
durato la bellezza di cinque ore, deludendo sicuramente tutti quelli
che si aspettavano una “lavata di capo” a Marchionne! o almeno un
“richiamo” viste le sfacciate e arroganti dichiarazioni del
manager in nero dei giorni scorsi che hanno fatto andare in bestia
migliaia di operai e parte dell'opinione pubblica.
È successo, al contrario, che
Marchionne, arrivato “bello carico”, come riporta la stampa,
cambiando le carte in tavola, ha approfittato dell'incontro per
ripetere cosa pensa dell'attuale situazione economica con particolare
riferimento alla produzione delle auto e soprattutto che vuole soldi
pubblici, sotto qualsiasi forma, se deve restare in Italia.
In cinque ore infatti ci si dicono
tante cose e solo gli sciocchi possono pensare che il risultato è
quello del comunicato congiunto. A proposito, la decisione di
chiudere l'incontro con un comunicato congiunto somiglia molto a ciò
che succede tra rappresentanti di Stati diversi...
Sui veri risultati dell'incontro,
dunque, come sempre quelli che parlano chiaro sono i padroni
attraverso il loro quotidiano, il sole 24 ore, sia nella valutazione
complessiva che nelle implicazioni per il futuro, cogliendo tra
l'altro l'occasione per ricordare al governo che non esiste solo la
Fiat e che di soldi ha bisogno tutta l'industria italiana! Neanche a
loro bastano quindi i circa 7 miliardi e mezzo di euro ricevuti solo
dalla Fiat dal 1977 ad oggi (secondo i dati pubblicati ieri dal
quotidiano La Repubblica).
Riporta dunque Il sole 24 ore di oggi:
“Il
lungo vertice di Palazzo Chigi si chiude con qualche impegno
reciproco ma senza fuochi d'artificio... alla fine Fiat garantisce la
salvaguardia della «presenza industriale del gruppo in Italia» ma
rimanda gli investimenti a tempi migliori, dal canto suo il governo
si impegna a sostenere il progetto export del gruppo torinese ma non
si sbilancia sulla cassa integrazione in deroga.”
Ma
la cosa più importante è la seguente affermazione:
“Alla
fine Monti apparirà ai suoi collaboratori soddisfatto e deciso a
trasformare la vicenda Fiat in una sorta di grimaldello per far
sviluppare il negoziato aperto fra imprese e sindacati sul tema della
competitività e della produttività.”
Marchionne e Monti, quindi, in quanto
espressione concentrata del fascismo padronale, si aiutano
reciprocamente giocando insieme la partita per continuare ad
abbattere i diritti dei lavoratori e spremere ancora più
produttività tenendo bassi i salari.
Monti e i suoi tirapiedi presenti non
potevano quindi certo bacchettare in nessun modo Marchionne dato che
la pensano esattamente allo stesso modo; con questi “risultati”
si è presentato Monti infatti in Europa... ed è quello che intende
continuare a fare quando spinge le “parti sociali” a mettersi
d'accordo, prima del 18 ottobre, sulla produttività che dovrà
presentare come un altro “successo italiano” durante la tornata
di incontri che avrà in Europa a ottobre per rendere “credibile”
il paese!
Tutto questo con il beneplacito dei
sindacati confederali che si differenziano soltanto per la maggiore o
minore meschinità e imbecillità delle affermazioni: il premio tocca
sicuramente a Bonanni, attuale segretario nazionale della Cisl: “E'
un bene che la Fiat abbia detto quello che ha detto al Governo...
vogliamo avere dei chiarimenti anche noi sindacati...”
Siamo sicuri che Marchionne li
incontrerà, come si fa con la propria servitù, e li farà ancora
più contenti!
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