Anche
oggi, al Salone dell'auto di Parigi, il portabandiera del fascismo
padronale, Marchionne, amministratore delegato della Fiat-Chrysler,
si atteggia a papa ed “esterna”, oramai quasi ogni giorno, come
faceva Cossiga, ossessivamente, per fare pressione, “dare
consigli”, intimidire, insomma per ricordare a tutti che il solo
modo gisuto di vedere le cose è il suo... e visto ciò che prepara
gli operai del gruppo Fiat in tutta Italia devono agire affinché si
imponga un altro modo di vedere, finalmente quello degli operai in
lotta contro il fascismo padronale...
Facciamo
il punto seguendolo e commentandolo, in ciò che ha detto oggi come
riportato dall'ansa online e nei giorni scorsi al sole 24 ore:
***
*
"Non cerchiamo aiuto né dall'Italia né dall'Europa", dice
Marchionne.
È
falso, continua imperterrito a dire bugie, come abbiamo già
ricordato in articoli precedenti, perché la Fiat ha preso sempre
soldi pubblici, o a fondo perduto o con incentivi alla rottamazione o
sgravi fiscali ecc. ecc, e come afferma lui stesso nelle
dichiarazioni di oggi quando
chiede al governo italiano che “bisogna cambiare il fisco per
favorire l'export”.
Cambiare
il fisco significa voler pagare meno tasse.
Perché
favorire l'export? Perché martedì scorso parlando ai suoi manager
dirigenti e quadri, vicini e lontani e ricordando loro, con parole
sante, che “Non ho alcuna intenzione di abbandonarvi” ha detto
che l'Italia deve diventare “un importante centro di produzione per
l'export, soprattutto verso gli USA”. Una strategia per la quale
Fiat ha chiesto al Governo sostegni all'export, come ricorda il Sole
24 ore di mercoledì!!! E meno male che non vuole soldi! Ma siccome
nemmeno lui si fida più di tanto dei suoi amici del governo italiano
chiama a sostenerlo anche quello europeo “la Bce deve facilitare
l'accesso al credito”, minacciando, tanto per cambiare, di uscire
anche dall'Acea (Associazione europea dei costruttori
automobilistici), dopo essere uscito da Confindustria italiana della
quale ha detto con la solita arroganza di non sentire la mancanza.
Trasformare
l'Italia in una piattaforma per l'export significa come dice
Marchionne: “... iniziare da subito a pianificare azioni, a livello
italiano ed europeo, per recuperare competitività” e cioè
aumentare i ritmi produttivi, ridurre i salari e ricevere incentivi
dai governi per poter competere appunto sul mercato mondiale.
Competere
significa “libera concorrenza” e Marchionne chiede infatti che
“la Commissione europea respinga i tentativi specialmente da parte
tedesca di creare condizioni più favorevoli alla propria industria a
scapito degli altri... ma poi continua dando “consigli” alla
stessa Commissione perché vada con i piedi di piombo nel siglare
nuovi accordi di libero scambio, dopo quello con la Corea del Sud. E
così dove va a finire tutta la “filosofia” marchionnesca della
“libera concorrenza”?
*
Altro tema: la fusione tra Fiat e Chrysler era "un atto dovuto"
ed è "da completare", aggiunge Marchionne.
Sul
“completamento” Marchionne comincia ad avere seri problemi con il
fondo degli operai Veba, che pretende più soldi in cambio delle
proprie azioni.
Per
rafforzare il concetto della fusione dice che "Senza Chrysler
avremmo sofferto le pene dell'inferno in Europa".
Uso
di parole adeguate come si vede, adatte al suo stile di nuovo
“salvatore”...
La
fusione tra Fiat e Chrysler, come ormai sanno anche i bambini, è
stata una furbata di Obama che ha trovato un fesso cui affidare il
compito di salvare la Chrysler, praticamente fallita, e i posti di
lavoro negli Stati Uniti con soldi pubblici e soldi degli operai che
hanno utilizzato il loro fondo pensione Veba.
*
"Il ritiro di Fabbrica Italia non ha niente a che fare con la
Fiom".
Vero.
Nel senso che era solo una favoletta, un progetto inesistente, cui
facevano finta di credere Bonanni, Angeletti e Camusso...
*
Costruttori esteri interessati a produrre negli stabilimenti in
Italia? "Zero, non ho ricevuto alcuna proposta". "Non
ho rinunciato - sottolinea Marchionne -, continuerò a cercare un
partner finché sarò in Fiat". Già nell'intervento
all'assemblea dell'Unione Industriale di Torino l'ad di Fiat aveva
detto che per oltre 8 anni e mezzo ha cercato di portare un
costruttore straniero in Italia ma non c'é riuscito aggiungendo che
"in questo ho completamente fallito".
E
non si è chiesto perché? Con uno così non è proprio possibile...
come ricorda il responsabile della Volkswagen che ha gioco facile nel
prenderlo in giro, e criticando la sua affermazione che “investire
in questo momento sarebbe un suicidio” dice: “In questo momento
il gruppo Volkswagen sta investendo il 7 per cento del suo
fatturato...”
*
E sulle voci circolate nelle settimane scorse sull'interesse di Mazda
per uno stabilimento italiano: "L'azienda giapponese non è
interessata a produrre in Italia", ribadisce Marchionne.
È
onnisciente, si capisce! Ma che ne sa lui dei progetti delle altre
case automobilistiche? La cinese Chery, per esempio, prova da tempo a
mettere piede in un modo o in un altro in Europa e forse ci riesce
con la Dr Motor che prova ancora a rendere credibile il suo progetto
per lo stabilimento (guarda caso Fiat, che lungimiranza da parte di
Marchionne!) di Termini Imerese.
*
Parlando di Mirafiori, dove dovrebbero essere prodotti due piccoli
suv Fiat e Jeep, Marchionne spiega: "Non ho ancora messo il
miliardo, stiamo valutando la situazione dei modelli. Voglio essere
libero di decidere il portafoglio prodotti".
Eh,
il padrone vuole sempre essere libero di fare come vuole! Libero di
“mettere il miliardo”!, di non rispettare contratti, di non
rispettare le leggi...
* La
chiusura finale di oggi è da manuale! Dato che oramai si sente un
papa Marchionne plaude poi all'azione di Mario Draghi e Mario Monti e
dice: "Mario diventerà nome santo", alludendo appunto al
presidente del Consiglio italiano e a quello della Bce che tanti
miracoli dovranno fare... soprattutto per farlo continuare a vivere
come “manager” da tanti milioni di euro/dollari!
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