giovedì 27 settembre 2012

pc 27 settembre - Marchionne prepara il piano industriale per l'Italia "piattaforma per l'export"...


Anche oggi, al Salone dell'auto di Parigi, il portabandiera del fascismo padronale, Marchionne, amministratore delegato della Fiat-Chrysler, si atteggia a papa ed “esterna”, oramai quasi ogni giorno, come faceva Cossiga, ossessivamente, per fare pressione, “dare consigli”, intimidire, insomma per ricordare a tutti che il solo modo gisuto di vedere le cose è il suo... e visto ciò che prepara gli operai del gruppo Fiat in tutta Italia devono agire affinché si imponga un altro modo di vedere, finalmente quello degli operai in lotta contro il fascismo padronale...

Facciamo il punto seguendolo e commentandolo, in ciò che ha detto oggi come riportato dall'ansa online e nei giorni scorsi al sole 24 ore:

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* "Non cerchiamo aiuto né dall'Italia né dall'Europa", dice Marchionne.

È falso, continua imperterrito a dire bugie, come abbiamo già ricordato in articoli precedenti, perché la Fiat ha preso sempre soldi pubblici, o a fondo perduto o con incentivi alla rottamazione o sgravi fiscali ecc. ecc, e come afferma lui stesso nelle dichiarazioni di oggi quando chiede al governo italiano che “bisogna cambiare il fisco per favorire l'export”.
Cambiare il fisco significa voler pagare meno tasse.
Perché favorire l'export? Perché martedì scorso parlando ai suoi manager dirigenti e quadri, vicini e lontani e ricordando loro, con parole sante, che “Non ho alcuna intenzione di abbandonarvi” ha detto che l'Italia deve diventare “un importante centro di produzione per l'export, soprattutto verso gli USA”. Una strategia per la quale Fiat ha chiesto al Governo sostegni all'export, come ricorda il Sole 24 ore di mercoledì!!! E meno male che non vuole soldi! Ma siccome nemmeno lui si fida più di tanto dei suoi amici del governo italiano chiama a sostenerlo anche quello europeo “la Bce deve facilitare l'accesso al credito”, minacciando, tanto per cambiare, di uscire anche dall'Acea (Associazione europea dei costruttori automobilistici), dopo essere uscito da Confindustria italiana della quale ha detto con la solita arroganza di non sentire la mancanza.

Trasformare l'Italia in una piattaforma per l'export significa come dice Marchionne: “... iniziare da subito a pianificare azioni, a livello italiano ed europeo, per recuperare competitività” e cioè aumentare i ritmi produttivi, ridurre i salari e ricevere incentivi dai governi per poter competere appunto sul mercato mondiale.
Competere significa “libera concorrenza” e Marchionne chiede infatti che “la Commissione europea respinga i tentativi specialmente da parte tedesca di creare condizioni più favorevoli alla propria industria a scapito degli altri... ma poi continua dando “consigli” alla stessa Commissione perché vada con i piedi di piombo nel siglare nuovi accordi di libero scambio, dopo quello con la Corea del Sud. E così dove va a finire tutta la “filosofia” marchionnesca della “libera concorrenza”?

* Altro tema: la fusione tra Fiat e Chrysler era "un atto dovuto" ed è "da completare", aggiunge Marchionne.
Sul “completamento” Marchionne comincia ad avere seri problemi con il fondo degli operai Veba, che pretende più soldi in cambio delle proprie azioni.
Per rafforzare il concetto della fusione dice che "Senza Chrysler avremmo sofferto le pene dell'inferno in Europa".
Uso di parole adeguate come si vede, adatte al suo stile di nuovo “salvatore”...

La fusione tra Fiat e Chrysler, come ormai sanno anche i bambini, è stata una furbata di Obama che ha trovato un fesso cui affidare il compito di salvare la Chrysler, praticamente fallita, e i posti di lavoro negli Stati Uniti con soldi pubblici e soldi degli operai che hanno utilizzato il loro fondo pensione Veba.

* "Il ritiro di Fabbrica Italia non ha niente a che fare con la Fiom".
Vero. Nel senso che era solo una favoletta, un progetto inesistente, cui facevano finta di credere Bonanni, Angeletti e Camusso...

* Costruttori esteri interessati a produrre negli stabilimenti in Italia? "Zero, non ho ricevuto alcuna proposta". "Non ho rinunciato - sottolinea Marchionne -, continuerò a cercare un partner finché sarò in Fiat". Già nell'intervento all'assemblea dell'Unione Industriale di Torino l'ad di Fiat aveva detto che per oltre 8 anni e mezzo ha cercato di portare un costruttore straniero in Italia ma non c'é riuscito aggiungendo che "in questo ho completamente fallito".
E non si è chiesto perché? Con uno così non è proprio possibile... come ricorda il responsabile della Volkswagen che ha gioco facile nel prenderlo in giro, e criticando la sua affermazione che “investire in questo momento sarebbe un suicidio” dice: “In questo momento il gruppo Volkswagen sta investendo il 7 per cento del suo fatturato...”

* E sulle voci circolate nelle settimane scorse sull'interesse di Mazda per uno stabilimento italiano: "L'azienda giapponese non è interessata a produrre in Italia", ribadisce Marchionne.
È onnisciente, si capisce! Ma che ne sa lui dei progetti delle altre case automobilistiche? La cinese Chery, per esempio, prova da tempo a mettere piede in un modo o in un altro in Europa e forse ci riesce con la Dr Motor che prova ancora a rendere credibile il suo progetto per lo stabilimento (guarda caso Fiat, che lungimiranza da parte di Marchionne!) di Termini Imerese.

* Parlando di Mirafiori, dove dovrebbero essere prodotti due piccoli suv Fiat e Jeep, Marchionne spiega: "Non ho ancora messo il miliardo, stiamo valutando la situazione dei modelli. Voglio essere libero di decidere il portafoglio prodotti".
Eh, il padrone vuole sempre essere libero di fare come vuole! Libero di “mettere il miliardo”!, di non rispettare contratti, di non rispettare le leggi...

* La chiusura finale di oggi è da manuale! Dato che oramai si sente un papa Marchionne plaude poi all'azione di Mario Draghi e Mario Monti e dice: "Mario diventerà nome santo", alludendo appunto al presidente del Consiglio italiano e a quello della Bce che tanti miracoli dovranno fare... soprattutto per farlo continuare a vivere come “manager” da tanti milioni di euro/dollari!

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